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Esodo dal nord di Gaza: 700 mila sfollati. Dalla Striscia: “Noi, come topi in trappola”

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Sono già 700 mila gli sfollati da Gaza, le proporzioni di un esodo. I presenti raccontano: «Siamo come topi in trappola». E, mentre si attendono nuovi aiuti umanitari, Gerusalemme annuncia che gli attacchi saranno intensificati. Giorgia Meloni, da Tel Aviv ribadisce «il pieno diritto di Israele a difendersi». E Hamas denuncia: «Volevamo rilasciare due ostaggi, ma Israele ha rifiutato». Netanyahu smentisce: «Propaganda». – foto | video 1 | video 2  | video 3 | video 4

LA POSIZIONE DI GIORGIA MELONI

Alla Conferenza per la pace del Cairo, il premier italiano Giorgia Meloni ha sostenuto che l’offensiva di Hamas «lascia inorriditi» e si è abbattuta «contro civili inermi con una efferatezza senza precedenti. L’impressione che ho, per le modalità con cui si è svolto l’attacco è che l’obiettivo fosse costringere Israele a una reazione contro Gaza che creasse un solco incolmabile fra Paesi arabi, Israele e Occidente, compromettendo la pace per tutti i cittadini coinvolti, compresi quelli che si dice di voler difendere». Ne ha concluso che «il bersaglio siamo tutti noi, e cadere in questa trappola sarebbe molto, molto stupido». Meloni ha poi incontrato a Tel Aviv Benjamin Netanyahu, ribadendo «il pieno diritto di Israele a difendersi» ma sottolineando «l’importanza di garantire l’accesso umanitario a Gaza e una prospettiva di pace per la regione».

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ESODO DA GAZA

Secondo il ministero della sanità di Gaza, il numero dei morti è salito a 4385, dei quali 1756 minori e 976 donne. I feriti sono 13561. Ma il conteggio delle vittime del conflitto sale di ora in ora. Due palestinesi sono stati uccisi nella notte per un attacco israeliano su Jenin, in Cisgiordania. Per l’Idf, le forze di Difesa di Gerusalemme, nell’offensiva è stata colpita una «cellula terroristica».

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Ed è proprio un funzionario della sicurezza israeliana, citato da Haaretz, a rivelare che sono circa 700 mila gli sfollati della Striscia che si sono rifugiati a sud, mentre 350 mila persone sono ancora a nord dell’enclave palestinese, in particolare a Gaza City. Dopo l’apertura del valico di Rafah, oggi è atteso un secondo convoglio di 20-30 tir di aiuti umanitari.

I TESTIMONI RACCONTANO

Il portavoce dell’esercito di Netanyahu, Daniel Hagari, parla tuttavia di un’intensificazione dei raid: «Aumenteremo la profondità dei nostri attacchi per minimizzare i pericoli per le nostre forze nelle prossime fasi della guerra». E uno degli abitanti della Striscia, Fadi Abu Shammalah, 39 anni, dice al Corriere della Sera: «Siamo topi in trappola alla mercé delle bombe israeliane. Ci avevano detto di scappare nel sud di Gaza, ma poi l’hanno colpito. Molti sono tornati nel nord e l’hanno bombardato. Ora stanno colpendo qui a est di Khan Younes nel quartiere di Al Fokhari. Siamo in una ventina nella nostra abitazione, dove sto con mia moglie e i nostri tre figli, più due di mio fratello. Fatichiamo a tenerli tranquilli, specie quando le esplosioni avvengono di notte. Sentiamo i rombi, ma non siamo mai certi sul luogo esatto, avverto che sono molto vicini. Un mio amico ha appena inviato le immagini della strage nella chiesa ieri di San Porfirio, personalmente ho contato 18 cadaveri, tutti di civili con tanti bambini piccoli. È puro terrore».

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IL GIALLO DEGLI OSTAGGI

Una nota di Hamas fa sapere che l’organizzazione era pronta a liberare due ostaggi per «motivi umanitari» e «senza aspettarci nulla in cambio». Israele, tuttavia, avrebbe «rifiutato di accoglierli». Secca la smentita del premier di Gerusalemme: «Non rispondiamo alla propaganda menzognera di Hamas. Continueremo a fare tutto il necessario per riportare a casa tutti i prigionieri e le persone scomparse».

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