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Strage della chiesa ortodossa di Hamas. Israele si chiama fuori: “Abbiamo colpito un muro”

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Il bollettino quotidiano della guerra tra Israele e Hamas: strage alla chiesa di San Porfirio: 11 morti. Ma Israele nega responsabilità

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Sono state liberate due donne ostaggio di Hamas. Joe Biden chiede al Congresso 105 miliardi di dollari per le due guerre in corso e all’Ue chiede: «Uniamoci per sostenere Israele». Ma aumentano le manifestazioni pro Palestina in Iraq, Iran, Egitto, Indonesia e Sud Corea. Giallo sulla strage alla chiesa. L’Egitto: «Il valico di Rafah è aperto». – foto | video 1 | video 2  | video 3 | video 4

GLI OSTAGGI LIBERATI DA HAMAS

Due cittadine americane tenute in ostaggio a Gaza da due settimane sono state liberate da Hamas e consegnate alla Croce Rossa. Si tratta di madre e figlia, Judith Tai Raanan, 59 anni, e la 17enne Natalie Shoshana Raanan. Residenti a Chicago, si trovavano in Israele per festeggiare l’85esimo compleanno della madre di Judith. Le due donne sono ora in una base statunitense. E il segretario di Stato americano Antony Blinken chiede la liberazione di tutti i prigionieri americani.

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Joe Biden rilancia e esorta il Congresso a stanziare fondi di emergenza da 105 miliardi di dollari per Kiev, Gerusalemme e per rafforzare il muro al confine con il Messico. Ricevendo il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, indica poi all’Ue la linea da seguire: «Siamo stati uniti per sostenere il grande popolo dell’Ucraina, e siamo stati uniti per affrontare le sfide economiche. E ora i leader si uniranno per sostenere Israele dopo l’attacco di Hamas e stabilire standard nel commercio con la Cina».

LE MANIFESTAZIONI PRO PALESTINA

Ma salgono le proteste contro Gerusalemme. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan non usa mezzi termini: «Ribadisco il nostro appello all’amministrazione israeliana a non ampliare ai civili la portata dei suoi attacchi e fermare immediatamente le operazioni che stanno per diventare un genocidio. Israele, invece di correggere i propri errori e agire con la saggezza di uno Stato, si sta comportando come un’organizzazione, spesso incitata da attori esterni alla regione». Abu Mazen, che ha rifiutato di incontrare Biden, ha visto il premier britannico Rishi Sunak, il quale ha confermato da parte sua un incremento di stanziamenti di Londra per gli aiuti umanitari a Gaza.

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Il capo delle Forze Armate iraniane, Mohammad Bagheri, è durissimo contro gli Usa: «L’ampio sostegno degli Stati Uniti, compreso l’invio di armi e munizioni a Israele è considerato come una partecipazione del governo americano ai crimini del regime sionista e complica ulteriormente la situazione a Gaza». E aumentano le manifestazioni pro Palestina in Iraq, Egitto e in atre parti del mondo, come Indonesia e Corea del Sud.

LA STRAGE ALLA CHIESA ORTODOSSA

La Mezzaluna Rossa fa sapere che l’esercito di Benjamin Netanyahu ha ordinato l’evacuazione dell’ospedale Al-Quds di Gaza, che ospita oltre 400 pazienti e 12 mila civili sfollati e invita la «comunità internazionale ad agire con urgenza, per evitare un’altra catastrofe come quella dell’ospedale Al-Ahli». Secondo Caritas Gerusalemme, nella chiesa di San Porfirio a Gaza, colpita la notte scorsa dalle bombe, offriva rifugio a 411 persone: «Tra queste c’erano 5 membri dello staff di Caritas Gerusalemme, insieme alle loro famiglie. Viola, una tecnica di laboratorio di Caritas Gerusalemme di 26 anni, è stata uccisa insieme al suo bambino e al marito. Tra le vittime ci sono anche la sorella di Viola e i suoi due figli. Al momento in cui scriviamo il bilancio ammonta a 11 morti, con decine di altri feriti. Purtroppo, si prevede che nel corso delle ore i numeri aumenteranno».

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Ma Israele afferma di aver solo bombardato «un muro vicino» alla chiesa nel corso di un raid contro Hamas: «Sappiamo che ci sono state delle vittime e stiamo esaminando l’incidente. Hamas colloca di proposito le sue postazioni in aree civili usate dai residenti della Striscia di Gaza».

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Stando al ministero della Sanità di Hamas le vittime a Gaza sono state 352 in 24 ore, portando il conteggio dei morti a 4137, oltre a 1400 persone sotto le macerie e a 13 mila feriti. Sull’altro fronte, piovono su Israele trenta razzi dal Libano. L’operazione viene rivendicata da Hezbollah.

IL VALICO DI RAFAH

Infine, il ministero degli Esteri egiziano accusa i media occidentali di promuovere «uno scenario dove si descrive l’Egitto responsabile della chiusura del valico nonostante gli attacchi mirati israeliani. Il valico di Rafah è aperto e l’Egitto non è responsabile di ostacolare l’uscita di cittadini di paesi terzi».

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