Le dichiarazioni di Amato nell’intervista a Repubblica del 2 settembre sui fatti di Ustica sono state accolte come la verità rivelata, la definitiva conferma a ciò che “sotto sotto” già si sapeva, anche se finora non si poteva dire ufficialmente.
In realtà le cose stanno diversamente, e le riepilogo in due parole: è tecnicamente accertata l’impossibilità fisica che il Dc9 Itavia sia stato abbattuto da un missile aria-aria o anche terra-aria. Il relitto è stato recuperato al 94% e non presenta nessuna delle caratteristiche necessarie per poter accettare un missile come causa di abbattimento.
La circostanza è poi ulteriormente confermata dai dati radar, che a differenza di quanto sostiene la vulgata non sono spariti e non sono stati “tenuti nascosti” da nessuno. Tutti i radar hanno visto la stessa cosa, e cioè un cielo completamente sgombro fino almeno a 50-60 miglia dal Dc9, cioè tra i 90 e 110 km, al momento della distruzione del Dc9 Itavia. Considerando che la portata operativa massima per un missile aria-aria di quegli anni era intorno alle 6 miglia, poco più di 11 km, possiamo affermare senza ombra di dubbio che anche lo scenario radar esclude la possibilità che un missile abbia abbattuto l’aereo civile.
So bene che esisteva già allora il famigerato Phoenix AIM-54, un missile aria-aria impiegato da alcuni F-14 Tomcat, con una portata di quasi 200km. Ma questo è un oggetto da quasi 500kg di peso, con una testata di circa 60kg (contro i 6-9 kg dei missili aria-aria comuni), ovviamente anch’essa frammentazione. Era pensato per intercettare i missili da crociera sovietici, non altri aeroplani, e una “supposta” del genere avrebbe disintegrato un Dc9 lasciando inequivocabili segni. In ogni caso, questo missile non era assolutamente in dotazione all’aviazione francese.
Questi sono fatti, non sono opinioni, e chiunque voglia provare a ricostruire quanto avvenuto quella notte deve farci i conti, anziché fingere che le cose stiano diversamente.
Nel video che segue ho realizzato una completa disamina sulle parole di Giuliano Amato, tentando di simulare cosa sarebbe successo se ciò che dice corrispondesse al vero.
Riepilogo brevemente le assurdità salienti.
1- Gheddafi doveva volare su un Mig, attraversando il Tirreno
Amato sostiene che Gheddafi la sera del 27 giugno avrebbe dovuto trovarsi a bordo di un Mig della sua aviazione.
Bene, dove doveva andare? Anzi, siccome il Dc9 Itavia viaggiava da nord verso sud, la domanda corretta è: da dove stava tornando? Perché se, come molti sostengono, il Mig era “nascosto” sotto la pancia del Dc9, ovviamente i due aerei viaggiavano nella stessa direzione. Direzione che semmai è quella di rientro in Libia, non di partenza.
Perché poi Gheddafi sarebbe dovuto salire su un aereo da combattimento? Evidentemente non c’è una mai stata una spiegazione logica valida a questa pur ricorrente ricostruzione.
2- Il Mig di Gheddafi doveva essere abbattuto durante una esercitazione nato
Amato afferma che il piano francese, certamente approvato dagli americani, prevedeva di abbattere Gheddafi facendo poi passare l’evento per un “incidente” avvenuto durante una esercitazione Nato.
Questa ipotesi è un assurdo. Come si sarebbe potuto spacciare per coincidenza l’abbattimento non di un aereo con un equipaggio qualsiasi, ma proprio un caccia libico con a bordo nientemeno che il colonnello Gheddafi? È una follia pensare che potesse risultare credibile.
Inoltre, è oggi accertato che non ci siano state esercitazioni Nato quella notte.
3- Gheddafi fu avvertito del pericolo da Craxi, e non salì sull’aereo
Amato sostiene che fu Craxi ad avvertire Gheddafi del pericolo e che quindi questi non salì sul suo aereo.
Craxi però non era al governo nel 1980. Come poteva Craxi, semplice parlamentare, conoscere i dettagli di un piano della Nato certamente segretissimo e delicatissimo? E, anche qualora li avesse conosciuti, come mai si limitò ad avvertire Gheddafi e non ottenne neppure una banale inibizione al sorvolo di quella porzione di cielo da parte dei voli civili?
4- Se Gheddafi fu avvertito, contro cosa spararono i francesi?
Se il piano fu sventato dall’intervento di Craxi, contro cosa spararono i francesi? Se Gheddafi non salì sull’aereo, quale aereo libico e perché quella sera si trovò sul Tirreno?
Per dar credito al racconto di Amato siamo costretti fare una ulteriore ipotesi, e cioè che Gheddafi non si fosse limitato ad annullare il suo viaggio, ma che avesse anche deciso di inviare comunque un suo aereo “esca” da far abbattere.
E perché mai avrebbe dovuto farlo?
Le risposte, le lascio a voi.