Quella che segue è l’ipotetica conversazione tra un sindaco “comunista” del Nord Italia (tale Salo, senza accento per evitare strumentalizzazioni) ed il suo vice.
I pensieri del primo cittadino considerati di sinistra saranno di colore rosso per non fare confusione.
La scena avviene in ufficio. Il sindaco è seduto alla scrivania coperta di scartoffie e vecchi quotidiani tra i quali Libero, Avvenire ed uno sgualcito Cioè con all’interno il poster di Rita Dalla Chiesa.
Il Vice bussa, entra e osserva per l’ennesima volta le medaglie e le coppe esibite sugli scaffali alle spalle della scrivania: Miglior sindaco d’Italia, Comunista Vero, Difensore dei diritti 2019, Ambrogino d’oro e Dio dell’Albero della Vita.
Si accomoda e si schiarisce la voce.
“Signor Sindaco, non posso fare a meno di farle notare per l’ennesima volta che la nostra amata città pare essere diventata il Bronx. Solo ieri ci sono stati oltre trenta furti, quattro tentati omicidi e due stupri.”
“Mmmm. Capisco. Di quali zone stiamo parlando?”
“Vediamo”, il Vice apre una cartelletta. “Piazza Selinunte, Via Adriano, Quartiere Comasina…”
“Mai sentiti nominare. Siamo sicuri che siano amministrate da me?”
“Temo di si, Signor Sindaco. Mi faccia continuare, la prego. Abbiamo tre rapine in stazione, il furto di un accendino in una tabaccheria in Montenapoleone e una violenza sessuale in…”
“Un momento! Stiamo parlando della MIA Montenapoleone?”
“Si, credo di si.”
“Ma porca di quella maiala ladra, lurida e infame! Dobbiamo aumentare le telecamere nel quadrilatero! Voglio più agenti, l’esercito, la guardia forestale e i rangers a cavallo. Ma dove stiamo andando a finire? Un accendino, capisci? Un accendino in Montenapoleone! Sai quanto costa un accendino in Montenapoleone? Lo sai? Uno come questo qua! Lo sai?”
“Non lo so, lo ammetto.”
“Nemmeno io, me lo hanno regalato. Ma sicuramente parecchio. Agisca subito! Questi fatti non devono più ripetersi. Ora parliamo d’altro.”
“Si, ma per le altre zone di periferia che facciamo?”
“Un accendino, ma tu guarda. Si comincia così e si finisce a rubare le cartoline. Ma in che mondo viviamo, dico io…”
“A proposito, ci sarebbe quell’inaugurazione alla quale dovrebbe partecipare.”
Il Sindaco piega la testa, sospettoso.
“Zona?”
“Arco della Pace.”
“Mmmm. Ok. Ci siamo al pelo ma va bene. Confermi pure. Altro?”
“C’è la questione dell’alluvione e dei rischi climatici che minerebbero la sicurezza di tutti i nostri amati concittadini.”
“Questo mi sta molto a cuore. Questa roba del clima non mi fa dormire la notte. Dobbiamo allargare la zona B e aumentare il pedaggio nella C.”
“Perché?”
“Che domanda è? Perché le macchine inquinano.”
“Però qualcuno potrebbe non avere abbastanza soldi per acquistare una macchina elettrica. E poi che senso avrebbe aumentare il costo del pass per la zona C?”
“Semplice. Così meno gente entrerà in centro e la zona sarà più pulita, l’aria più respirabile.”
“Si, ma in centro con la macchina ci vanno quasi esclusivamente quelli con i soldi. E generalmente guidano un Suv.”
“E che dovrebbero guidare, una smart elettrica? Suvvia, non diciamo stronzate.”
“Ma il denaro guadagnato per l’area C per cosa lo utilizzeremo?”
“Per i rangers a cavallo in Montenapoleone. Vede, il problema è che in questa città troppa gente gira in auto. Dobbiamo convincere i concittadini ad usare i mezzi pubblici. Così parla chi ci tiene davvero al clima.”
“Su questo sono d’accordo!”
“Ed è per questo che ho deciso di aumentare il costo dei biglietti di tram, metropolitane ed autobus.”
“…”
“La vedo perplessa. Come mai?”
“Signor Sindaco, quello che dice non ha alcun senso.”
Il primo cittadino si allunga sullo schienale in pelle nera della sedia e scuote la testa.
“Lei, mio giovane amico, non ha ancora capito una cosa: non serve lottare per gli affitti cari, per le periferie disastrate, per i piccoli furti o per chi non può permettersi un’auto decente. Il potere si consolida con il denaro, non con le sofferenze. Ed è per questo che io sono qui, seduto su questa sedia, pronto a fare una diretta su Facebook con la faccia contrita e l’autista di sotto con la macchina accesa. Siamo di passaggio in questa città. Il nostro scopo è scalare, scalare e scalare ancora. Mi offro al miglior pretendente sulla piazza e mi accontento. Come un qualsiasi operaio di periferia mi limito a sopravvivere per non dover pensare al domani. Questo fa di me un comunista vero. Ed ora vada pure, Vice. Devo prepararmi per la recita.”
Così il Vice si alza e sparisce dietro la porta dell’ufficio con un ultimo sospiro rassegnato.
E’ una mattina qualsiasi, qui a Paperopoli.
Alex Rebatto
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