Il re del ‘mercato’ Alfredo Pedullà su Twitter ha commentato così il caso Bonucci scoppiato (e annunciato?) alla Juventus. Il giornalista, implicitamente, ecco ha attaccato ancora Massimiliano Allegri.
“Un giorno forse verrà fuori il vero grande problema della Juventus. Senza girare intorno a calciatori, magazzinieri, collaboratori. Un solo problema. Non risolverlo significa perdere più soldi di quelli che pensi di perdere risolvendolo”.
Dalle frequenze televisive di Sportitalia, tra l’altro, il giornalista, grande esperto di calciomercato, aveva illustrato, senza peli sulla lingua, il casino Leonardo Bonucci, ormai ex capitano bianconero, affrontando, pure il caso dei presunti bianconeri scontenti, dalla riconferma di mister Massimiliano Allegri:
“Bonucci non deve far cambiare idea a nessuno, togliamo i tappeti e non droghiamo le notizie. Non rientra nei piani, stop. Allegri ha chiesto di mandarlo fuori rosa, punto. Vecchie scorie mai sopite. Vorrei poi capire per quale motivo un eccellente attaccante come Vlahovic sia diventato un brocco come Allegri. Se certifichiamo che lui deve accettare l’anti-calcio che ha fatto Allegri e deve restare, per me, sbagliamo. A un certo punto saluta e se ne va se ce ne saranno le condizioni. Anche Chiesa, se arriva un’offerta da 50 milioni va via. Chiesa non è vittima di Allegri? Rileggetevi alcune dichiarazioni dell’allenatore”.
Dato a Pedullà, ciò che appunto è di Alfredo, forse è il caso di dire che probabilmente, dal ritorno (costosissimo di Allegri), all’affaire Bonucci, passando per il salasso economico provocato dall’arrivo, nel 2018, di Cristiano Ronaldo, agli acquisti di Chiesa, Arthur, McKennie, alle norme contrattuali relativi ai contratti di Cuadrado (ormai ex) e Alex Sandro, alla promozione di Fabio Paratici (bravo talent scout, ma fare il direttore generale è un altro mestiere) con le sue plusvalenze, beh le responsabilità maggiori (di tali grattacapi) indubbiamente sono riconducibili alla gestione legata all’ex presidente Andrea Agnelli: il suo regno, dall’addio di Marotta (settembre 2018) in poi, ecco ha iniziato a ingrigirsi, no? Ora ridare le tonalità giuste tocca a Cristiano Giuntoli.
Stefano Mauri