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L’Italia del pallone ancora Ko. L’ex presidente della FIGC Tavecchio, via per molto meno

Azzerare tutto e ripartire da zero per salvare il calcio italiano

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Quindi, l’Italia del Pallone, sarà assente alle prossime Olimpiadi, per la quarta voltaconsecutiva (l’ultima partecipazione risale al 2008). Un risultato che si aggiunge alla mancata qualificazione alla fase finale degli ultimi Due Mondiali! Ma in Federcalcio, a quanto pare, beh c’è chi continua a vantarsi dell’Europeo (semifinale e finale vinte ai rigori), manifestazione che in passato hanno vinto anche Danimarca e Grecia. Qualcuno ha il coraggio di prendersi delle responsabilità? Mister Nicolato, commissario tecnico dell’Under 21, forse è l’ultimo dei colpevoli, comunque il suo ciclo è finito.

Possibile che il presidente della Figc Gravina, reduce da tanti flop, senza dimenticare le recenti finali, tutte perse, dalle squadre italiane nell’Europa che conta, non pensi a dare le dimissioni?

Per molto meno, il suo predecessore Carlo Tavecchio (pace all’anima sua, riposi in pace) se ne andò. E comunque il suo interregno federale, un po’ andrebbe rivisto e valutato a distanza di tempo. Tavecchio e l’ex Ct Ventura, tra l’altro… non godettero, misteri italici, della buona stampa della quale invece, godono Roberto Mancini e Gravina.

Il giornalista sportivo, calciofilo garbato e che sa, Riccardo Cucchi, via social ha postato quanto segue:

“Per la quarta volta consecutiva fuori dalle Olimpiadi. È questa la sconfitta che fa più male. È la continuità dell’insuccesso il dato preoccupante. 16 anni senza giochi olimpici. Un movimento che non riesca a centrare l’obiettivo olimpico con tale metodicità ha il dovere di interrogarsi, capire, cambiare. La Nazionale under 21 italiana ha vinto 5 titoli europei. Vanta, con la Spagna, il maggior numero di successi. Hanno indossato quella maglia, negli anni, Totti, Nesta, Cannavaro, Albertini, Buffon, Vieri solo per citare alcuni dei calciatori che hanno poi alimentato la squadra maggiore.

Manca il talento a questa generazione di buoni calciatori allenati alla tattica più che ai fondamentali e alla fantasia, alla gioia di giocare divertendosi e divertendo.

Questo è, a mio parere, l’aspetto più triste del calcio delle nostre nazionali.

Immaginare un futuro senza un radicale cambio di passo mi sembra davvero difficile.

Mi auguro di essere smentito”.

Beh, un primo, piccolo passettino per ricominciare daccapo, mah in fondo dovrebbero essere proprio le dimissioni di Gabriele Gravina, no?

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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