Se n’è andato anche Robert Blake, al secolo Michael James Gubitosi, all’età di 89 anni. Pare per problemi di cuoreMolto tempo dopo la mitica serie tv Baretta, La sua carriera fu stroncata dall’omicidio della moglie, Bonnie Lee Bakley. Fu lui il sospettato, ma venne assolto in sede penale e condannato in quella civileLa difesa provò a puntare il dito contro Christian Brando, figlio di Marlon Brando, ex di Bonnie al punto che per stabilire di chi fosse il figlio della donna Blake e Brando furono costretti a sottoporsi al dnaBlake finì in bancarotta. Christian, che già era stato dentro per aver ucciso il fidanzato della sorella, morì di polmonite
Robert Blake è morto. Aveva 89 anni e in tv conobbe un successo planetario interpretando il detective Tony Baretta. Ma la sua vita fu forse più intricata di quella del poliziotto che interpretava. Ne ho raccontato la storia in un piccolo libro, Telefilm maledetti.
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In particolare quando il destino gli fece incrociare la famiglia di Marlon Brando, forse la più sfortunata di Hollywood, afflitta da tragedie immani quanto la fama del più grande divo di sempre. Ecco la loro storia.
Robert Blake Baretta e la saga tragica dei Brando
(Tratto da Telefilm maledetti)
C’è un ultimo telefilm dell’epoca d’oro che incrocia il suo protagonista con la tragica vicenda che ha visto per protagonista la famiglia del più grande divo di Hollywood: Marlon Brando.
Anche se i protagonisti della tragedia sono essenzialmente i figli di Brando, Christian e Cheyenne. Il primo è il figlio di primo letto dell’attore, avuto da Anna Kashfi, afflitto da un’infanzia a dir poco travagliata: nel 1959, ad un anno dalle nozze, Marlon ed Anna si separano e se ne contendono l’affidamento, che – al termine di una infinita battaglia legale – nel 1971 viene infine deciso in favore del padre, dopo che si è scoperta la lunga dipendenza dall’alcol e dalla droga della donna.
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Una dipendenza che segnerà Christian per sempre. Un anno più tardi, uscito da scuola, la madre lo rapisce e lo affida a due hippie perché lo portino in Messico: promette loro 10mila dollari purchè lo tengano per un po’, cercando così vendetta verso l’ex marito. Ma non ha soldi. Per liberare il figlio Marlon assolda due detective privati, i quali riescono a salvarlo. Anna viene arrestata, ancora ubriaca, e Christian affidato in via esclusiva all’attore.
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Marlon, però, non lo vede spesso. Lo porta con sé all’isola di Tetiaroa, nella Polinesia francese, tra servitù e baby sitter. Nuove compagne e altri fratelli. Dirà Christian in un’intervista diversi anni più tardi: «La famiglia continuava a cambiare di numero. Mi sedevo al tavolo della colazione e chiedevo alla prima persona che incontravo lì: “Chi sei?”».
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La maledizione prende vita la sera del 16 maggio 1990, nel salotto della villa di Marlon di Mullholland Drive, Los Angeles. Ci sono Cheyenne Brando – quinta figlia dell’attore avuta in terze nozze – e il fidanzato di lei Dag Drollet. Cheyenne è incinta di otto mesi. Christian è andato a trovarla ed è uscito con lei a cena. È così che apprende dalla ragazza che Dag l’avrebbe picchiata.
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Quando rientrano in casa Christian lo uccide con una calibro 45. Alla polizia dirà che era ubriaco e stavano litigando, quando un colpo della pistola è partito accidentalmente. Al processo la versione non regge. Cheyenne non si presenta, finisce in un ospedale psichiatrico, dove le viene diagnosticata la schizofrenia.
Christian se la cava con dieci anni nonostante l’accusa di omicidio premeditato e ne sconterà solo cinque. Cheyenne non regge il dolore e, al terzo tentativo, riesce a suicidarsi in casa della madre poco prima che il fratello esca di galera. È il 1995. Marlon non partecipa ai funerali.
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Quanto a Christian, succede altro. Il suo destino incrocia stavolta l’ex star di un telefilm di enorme successo: Robert Blake, protagonista di Baretta. In Italia è andata in onda dal 1981 al 1984 su Canale 5, più o meno sei anni dopo che era uscita di produzione.
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Tony Baretta è un poliziotto italoamericano, veste trasandato, maglietta, blue jeans e stuzzicadenti in bocca. E Blake italoamericano lo è davvero. È nato come Michael James Gubitosi nel New Jersey, da genitori italiani. E la sua lunga carriera da attore risale addirittura ai tempi dell’ultima serie delle Simpatiche canaglie, dal 1939 (al 1944) quando di anni ne aveva sei.
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O meglio ne è un superstite, data la fine che fecero molti dei protagonisti, deceduti prima dei 40 anni, tanto da far parlare di una vera e propria maledizione che aleggiava sulla serie, vista per i decenni successivi anche in Italia: William Robert Laughlin, alias Froggy, era morto a 16 anni in un incidente stradale; Carlton Dean Switzer, il celebre Alfa Alfa, venne ucciso nel 1959, a 32 anni, per una lite da 50 dollari; Scotty Beckett se n’era andato invece a 38 anni.
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Portato in ospedale dopo un pestaggio, lo avevano trovato morto due giorni più tardi nella stanza a causa di alcuni farmaci ingeriti. Aveva 38 anni. Norman Chaney, ovvero Chubby, si era fermato a 21, a causa di una miocardite, nel 1936.
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Non era riuscito a sopravvivere alla fine della serie, così come era accaduto a Donald F. Haines, morto in combattimento in Africa nel 1943, quando aveva 23 anni, durante la Seconda Guerra mondiale. Infine Robert E. Hutchins, era morto ventenne in un incidente aereo del 1945, mentre cercava di atterrare a Merced in un addestramento.
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La maledizione delle Simpatiche canaglie sembrava essersi miracolosamente dimenticata di Blake. Sembrava. Invece stava semplicemente attendendo di incrociare quella della famiglia del più grande divo di Hollywood.
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Il destino che sta dunque per accomunare Christian Brando e Robert Blake si chiama Bonnie Lee Bakley. Già modella ed attrice, si è sposata a 21 anni con un cugino, da cui ha avuto due figli. Ha qualche precedente per possesso di droga e spaccio di soldi falsi. Soprattutto, dopo essersi separata, ha messo in fila altri otto matrimoni, quasi tutti con persone più anziane e benestanti. Verrà fuori che le piaceva stare intorno alle celebrità perché «ti fanno sembrare migliore delle altre persone».
Nel 1993 ha dichiarato di essere la figlia di Jerry Lee Lewis, ma è stata smentita dal dna.
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Sei anni più tardi frequenta anche Christian. Ma alla festa di compleanno dell’attore Chuck McCann conosce Blake e inizia una relazione con lui. Resta incinta troppo in fretta: per capire chi sia il padre tra i due, ci si deve così affidare al test genetico. Christian, che aveva già deciso il nome come Christian Shannon Brando, è costretto a capitolare: il bimbo è di Blake.
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Bonnie e Blake si sposano. Per lui è il secondo matrimonio, per lei il decimo. Le nozze si celebrano il 19 novembre 2000. Passano cinque mesi e il destino dei tre riprende ad incrociarsi. Ma stavolta, di mezzo, c’è il sangue. È infatti il 4 maggio 2001 e siamo in un parcheggio di Los Angeles. Robert e Bonnie escono da un ristorante italiano, il Vitello’s. Poi l’attore torna un attimo dentro: ha dimenticato la pistola.
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Al suo ritorno Bonnie è morta: qualcuno le ha sparato alla testa due colpi. Il finestrino dell’auto è abbassato: l’assassino la conosceva e lei l’ha lasciato avvicinare senza paura? Interrogato per cinque ore come testimone, Robert racconta l’accaduto. E assume un detective per far luce sul giallo. Gli inquirenti analizzano la sua arma: non è quella che ha sparato.
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Ma i sospetti cadono comunque tutti su di lui: lo arrestano a casa della sorella il 18 aprile 2002, in diretta televisiva. Le manette si stringono anche ai polsi di una sua guardia del corpo, accusata di complicità. Secondo gli inquirenti Blake era stato costretto a sposarsi, ma non avrebbe mai voluto farlo. Da qui, il movente del delitto. L’attore resta in prigione un anno prima di poter uscire su cauzione all’apertura del dibattimento. Rischia la pena di morte, ma la Procura fa sapere che chiederà l’ergastolo.
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Il processo è tra i più seguiti d’America. Contro l’attore pesa soprattutto la testimonianza di un ex stuntman, Ronald “Duffy” Hambleton, il quale sostiene che Blake aveva tentato di ingaggiarlo per uccidere la moglie. Ma il colpo di scena è dietro l’angolo: la difesa scopre che a Duffy hanno promesso di chiudere un occhio per alcuni suoi guai passati con la legge in cambio di accuse contro l’attore. Il suo racconto è dunque inattendibile.
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E il 16 marzo 2005 Blake ne esce assolto. Ma se in Italia la giustizia penale porta spesso a risultati schizofrenici, con sentenze ribaltate sulla base degli stessi elementi, in America ci pensa la sezione civile, che come già era successo per Oj Simpson, ribalta tutto. Il 18 novembre 2005 Blake è infatti costretto a risarcire per omicidio colposo i tre figli di Bonnie con 30 milioni di dollari. Meno di due mesi più tardi, 3 febbraio 2006, dichiara bancarotta.
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In appello i suoi avvocati tentano di riportare l’attenzione su Christian Brando, che forse aveva più motivi per una vendetta: era stato tradito, il figlio che pensava fosse suo era di un altro. Ma il 26 aprile 2008 il verdetto è confermato, anche se il risarcimento dimezzato a 15 milioni. Esattamente tre mesi prima, il 26 gennaio, Christian era morto per una polmonite. Aveva 49 anni.
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