Un giorno da pecora vede Giorgio Lauro, intellettuale e dissacrante e Geppi Cucciari, geniale lanciatrice di frecce, alle prese con personaggi diversi
Chi ascolta ancora la radio?
In un’epoca nella quale tutto corre veloce, le canzoni, le parole, tra spotify che ci permette e costringe ad inseguire canzoni ed artisti sconosciuti e linguaggi sempre più rapidi e senza pause. Tutto organizzato per non dover perdere tempo ed apprezzare o rimbalzare subito ogni cosa a disposizione. Che si tratti di canzoni sempre più corte o discussioni più o meno valide.
Il tempo stringe, sempre.
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Nella classifica dei programmi radio più ascoltati del 2022 non ci sono particolari colpi di scena.
In vetta resta il dissacrante Zoo di 105, da oltre vent’anni sulla breccia. Mazzoli, Alisei e Noise sono rodati e seguono il canovaccio storico adeguandosi ai tempi che cambiano e soprattutto alla loro età e a quella dei loro ascoltatori, una volta ragazzi ed oggi maturi mai cresciuti fino in fondo.
Seguono i vari “Tutto esaurito” con il suo inattaccabile zoccolo duro, poi Linus e Savino su Deejay, le punte di diamante di RDS e ancora Deejay con il Trio Medusa e la sua folle combriccola.
Intrattenimento puro, a volte triviale ma raffinato persino nella sua finta intenzione becera.
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Conosco e comprendo il valore di quasi tutti i programmi elencati nella classifica, ma non mi capacito della mancanza di quello che ritengo il più acuto ed ironico della radiofonia italiana.
“Un giorno da pecora” di Rai Radio 1, appuntamento fisso dalle 13 e 30 alle 15 dal lunedì al venerdì, vede i due conduttori Giorgio Lauro, intellettuale e dissacrante e Geppi Cucciari, geniale lanciatrice di frecce sempre a segno, alle prese di volta in volta con politici, personaggi del mondo dello spettacolo, giornalisti e artisti.
Se lo Zoo si concentra quasi esclusivamente sul lato ludico dell’animo umano (e lo fa con una professionalità inattaccabile) prendendosi a manciate chiunque senta la necessità di evadere dal malessere della quotidianità, Un Giorno da Pecora è spietato nell’esibire le debolezze dei piani alti del potere.
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“Il simpatico Lauro” è una macchina da guerra che ostenta finta retorica ma punge senza sosta i suoi intervistati, “La simpatica Geppi”, in collegamento, interviene con mestiere e spalleggia il compare infiltrandosi tra le crepe di una dichiarazione inesatta o poco chiara.
Riescono, in parole povere, a smontare il “palazzo” e farlo apparire quello che in effetti è: un collettivo di semplici esseri umani, con le consuete debolezze ed imperfezioni.
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Capita (o capitava) così di riuscire persino ad apprezzare Giorgia Meloni che racconta le vicissitudini della figlia e persino Salvini che, tra una battuta sul Milan ed una sull’ultima sagra, rende l’idea su quale potere possa avere la buona comunicazione.
Un esempio: il candidato segretario del PD Stefano Bonaccini (favorito da tutti i sondaggisti) non ha avuto il tempo o il fegato di presentarsi alla corte del duo di Radio 1. Elly Schlein invece non solo si è fatta intervistare due giorni prima delle elezioni (promettendo persino una tappa a San Luca ed una tinta rossa come fioretto), ma ha affrontato i due “aguzzini” senza sbavature.
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Aggiungiamoci pure il “massacro” di Crozza nei confronti di Bonaccini del venerdì sera, ricordiamo quali possano essere i target televisivi e radiofonici dei “rossi”, ed ecco forse spiegata la vittoria di Elly alle primarie.
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Quindi, in conclusione, lunga vita alla radio e alle sue molteplici forme.
Tra risate, canzoni e banalità talvolta si nasconde, magari tristemente in fondo alla classifica, persino un pretesto per dover accendere il cervello.
Se capita, ovviamente.
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