Il libertario Leonardo Facco a processo a Forlì con l’accusa di aver istigato “a disobbedire alle leggi di ordine pubblico contenenti prescrizioni finalizzate a contrastare la diffusione del Covid”Ecco cosa racconta a Fronte del Blog
Leonardo Facco, il fondatore del Movimento libertario che fin dall’inizio ha denunciato nei suoi libri, sul suo sito e soprattutto nelle piazze, la malagestione sanitaria del Covid, dell’obbligo di mascherine, del green pass fino all’obbligo vaccinale (introdotto in Italia come solo era stato fatto in note “patrie del diritto” come Tagikistan, Turkmenistan e Indonesia), andrà a processo.
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Leonardo, che vive a Treviglio, nella bergamasca, il cuore pulsante del coronavirus, parlò in decine di piazze su come la pandemia fosse a suo giudizio il pretesto dei governi per arrivare a controllare le persone.
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L’udienza di Leonardo Facco
Senonchè la Procura di Forlì ha emesso nei suoi confronti una richiesta di decreto penale di condanna, con l’accusa di aver istigato a disobbedire “alle leggi di ordine pubblico contenenti prescrizioni finalizzate a contrastare la diffusione del virus Covid-19”. Ovvero l’articolo 415 del codice penale.
Gli episodi sono due, entrambi nel corso delle manifestazioni Nopaura Day. Il primo è avvenuto a Cesena il 3 aprile 2021, di fronte a 150 persone. Il secondo a Cesenatico il 18 ottobre dello stesso anno.
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Le accuse
Tuttavia, se le frasi contestate sono solo quelle che abbiamo potuto vedere sulla richiesta di condanna, si resta perplessi di fronte al capo d’accusa. Nel primo episodio le parole del libertario finite nel mirino sono infatti queste: «Resistere… resistere… disobbedire… di più… ci hanno dichiarato guerra… boicottare, dobbiamo boicottare tutti questi covidioti… bisogna sabotare, bisogna sabotare… l’importante è non aggredire le persone, non far del male agli individui… ma il fatto che un giorno un centro vaccinale non funzioni più non è un gran male per nessuno».
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Nel secondo episodio, invece, le frasi sono queste: «Scegliamo strategicamente un sacco di posti in tutta Italia dove i Nopaura Day possono nascere e così altre associazioni… dove ci sono le strisce pedonali, dove passano i camion, quelli che devono portare le cose e ci mettiamo in 500 in ogni punto, 500 ne voglio in ogni punto. E lo facciamo! E lo facciamo in massa! In massa dobbiamo farlo!»
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E si resta perplessi perchè in entrambi i casi sembra trattarsi di inviti a scendere in piazza e protestare, diritto costituzionalmente garantito. Così com’è lecito opporsi a misure ritenute ingiuste senza appunto «aggredire le persone» come sottolineava lo stesso Facco nel corso del Nopaura Day.
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Il decreto penale
L’accusa, considerata la pena base di sei mesi e le attenuanti, chiede due mesi di reclusione convertiti però in una pena pecuniaria di 4500 euro. Ma Leonardo, ovviamente, non ci sta. E con lui dovrebbe esserci un nutrito numero di persone al presidio organizzato davanti al tribunale domani, mercoledì 22 febbraio alle ore 13. L’invito mandato alla popolazione ha un titolo emblematico: “Vietato parlare”.
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Parla Leonardo Facco
Fronte del Blog ha così sentito proprio il protagonista della vicenda, che conosciamo da decenni per le sue battaglie libertarie.
Leonardo, che argomenti proporrai per opporti al decreto penale?
«L’articolo 415 del codice penale, ovvero “istigazione a disobbedire alle leggi”, prevede che “Chiunque pubblicamente istiga alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico, ovvero all’odio fra le classi sociali, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni”. Detto ciò, non è una questione di pena pecuniara o altro, è una questione di principio. In primis, comincio col dire che io non ho istigato nessuno, dato che chi era presente in piazza si era presentato proprio per dimostrare il proprio disprezzo a tutte le restrizioni imposte coi vari Dpcm, sia di Conte prima che di Draghi successivamente.
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Dopodiché, se c’è qualcuno che dovrebbe essere processato per quel che è stato fatto in questi tre anni non sono di certo io, ma chi – alla faccia delle vergognosa sentenza della Consulta – ha stuprato la carta costituzionale, ha vietato alle persone di curarsi, di lavorare, di muoversi liberamente senza alcuna ragione sanitaria, perchè sono pronto a dimostrare a chiunque, studi ed evidenze alla mano, che in Italia non è mai esistita una pandemia reale, ma la scusa pandemica è servita a privare deliberatamente milioni di persone delle loro libertà individuali, dei loro diritti, arrivando financo all’uso del ricatto per via vaccinale.
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Inoltre, ci terrei a ribadire che per anni ho sentito da tutti i partiti politici in cerca di voti citare Gandhi, Thoreau, Martin Luther King, Perlasca, Schindler, fior fiore di disobbedienti. Jefferson affermava che “Se una legge è ingiusta, un uomo non solo ha il diritto di disobbedire, è suo dovere farlo”. Che ho fatto di male? Ho sempre esortato alla resistenza e alla disobbedienza civile e pacifica. Ora, quelli che esaltano la Resistenza italiana mettono me sotto processo?»
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Rispetto alle frasi contestate che cosa ti senti di dire?
«Che non ho detto nulla che non fosse finalizzato alla difesa della libertà!»
Entrando nel merito, l’accusa sostiene che le leggi contenevano “prescrizioni finalizzate a contrastare la diffusione del Covid”. In realtà Pfizer ha ammesso che non fecero alcun test sulla prevenzione della diffusione.
«Le dichiarazioni di Pfizer sono solo l’ultimo dei tasselli che compongono il grande puzzle della menzogna che io chiamo “tragica farsa pandemica”. In Italia c’è qualcuno che ha dichiarato “Se non ti vaccini, ti ammali, muori”, dopo aver raccontato bugie sulla non contagiosità di chi si era inoculato! Quantomeno andrebbe indagato per procurato allarme, no?
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Ma le menzogne diffuse dallo Stato per creare il clima di paura che ha fatto del Covid-19 la peste nera vanno dalle cure negate (il Covid si curava con i soliti medicinali influenzali) all’assistenza domiciliare dei malati, dalle autopsie sconsigliate alla fallacia dell’uso delle mascherine, dal vaccino che non è un vaccino ma un farmaco sperimentale al dissesto del servizio sanitario, dalle truffe dei banchi a rotelle agli sprechi del Recovery Fund. Ho scritto tre libri in merito e pubblicato decine di articoli sul Miglioverde. Sono pronto a consegnarli come prove».
Cosa pensi di fare in caso di conferma della condanna?
«Ne parlerò con Alessandro Fusillo, il mio avvocato. Ma presumo ricorreremo».
La libertà di pensiero e di stampa durante il Covid ha subito pesanti censure: canali social cancellati, compreso il tuo, censori chiamati a bollare come fake news contenuti di media manco fossero giudici. Credi che questo metodo sarà applicato ancora?
«Questo metodo vergognoso, degno del Socing, il regime elucubrato da Orwell in 1984, è diventato la regola ormai. Il giornalismo, come dico da tre anni, è il primo colpevole della barbarie che stiamo vivendo, ormai da cane da guardia il giornalista s’è trasformato in novello propagandista di regime. E non solo in Italia.
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Il silenzio, la censura e l’assenza totale di certe notizie sono una cosa intollerabile. Ormai, l’informazione va ricercata al di fuori dei media mainstream, ovvero di quel circo dei pagliacci che si fanno chiamare “editori responsabili”, guarda caso tutti foraggiati con denaro dei contribuenti».
Il green pass è morto, o così almeno pare.
«Ti sbagli, ma di grosso! Il green pass, ovvero l’Ahnenpass nazista, è stato solo il banco di prova per l’introduzione del passaporto digitale, ovvero del metodo di controllo sociale alla cinese. Ne hanno discusso all’ultimo G20 in Indonesia e l’OMS si sta dando da fare per introdurlo.
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Il tutto sarà corroborato dall’introduzione delle CBDC, ovvero le Central Bank Digital Currency, vale a dire la moneta digitale, ultimo stadio del controllo assoluto, da implementarsi con l’abolizione definitiva del contante. Ribadisco quando vado dicendo da fine Marzo 2020: se chi ha permesso e sostenuto la tragica farsa pandemica, primo tassello dell’implementazione dell’Agenda 2030 dell’ONU, non pagherà caro per quel che ha fatto, ci aspettano cent’anni di barbarie».
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L’ultimo libro di Manuel Montero è “Wuhan – virus, esperimenti e traffici oscuri nella città dei misteri”, uscito in allegato a Il Giornale e disponibile in ebook per Algama – QUI
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