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Il Vangelo secondo Joe Biden: non fare agli americani quello che gli americani fanno a te

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Joe Biden ha fatto abbattere il pallone spia cinese. Perché spiare deve restare un’esclusiva americana: così come aggredire Stati sovrani, usare armi chimiche e nucleari. E piazzare missili alle porte dei Paesi ostili

joe biden pallone spia 2
Il pallone spia cinese abbattuto negli Stati Uniti la scorsa settimana

Joe Biden ha fatto abbattere con un missile il pallone aerostatico cinese che era stato avvistato sui cieli americani. Per i cinesi era solo un rilevatore meteorologico. Per Biden una spia. La verità non la sapremo mai. Ma l’inquilino della Casa Bianca ha voluto mostrare i muscoli: «Se la Cina minaccia la nostra sovranità, noi agiremo per proteggere il nostro Paese e così abbiamo fatto».

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Resta da capire cosa sarebbe successo a parti invertite, con gli Stati Uniti beccati a spiare Pechino e Xi Jinping che abbatteva un loro pallone: probabilmente gli Usa avrebbero scatenato un’altra guerra. Perché il Vangelo secondo Biden recita: non fare agli americani quello che gli americani fanno a te. In tema di spionaggio, ad esempio, gli americani sono i numeri uno. E non solo con i nemici: da decenni spiano pure impunemente i capi di Stato alleati, ammettendolo con tante scuse ogni volta che vengono scoperti.

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Successe con l’Italia nel 1992, ai danni di Giuliano Amato e Salvo Andò. Tre anni dopo toccò a Parigi, di cui monitoravano le tecnologie militari. Wikileaks smascherò poi lo spionaggio della National Security Agency sul governo Berlusconi avvenuto prima della sua caduta alla fine del 2011. Nel 2013 Edward Snowden fece esplodere il Datagate, che rivelò come gli americani avessero intercettato i capi di governo occidentali almeno dal 2002. E due anni più tardi di nuovo Wikileaks corresse il tiro: avveniva almeno dal 1982.

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Il dossier su Emmanuel Macron stilato dagli 007 di Washington dimostra che non hanno mai smesso. Naturalmente, per aver trasgredito il Vangelo americano, Julian Assange, fondatore di Wikileaks, è sepolto vivo in un carcere inglese in attesa di estradizione e Snowden ha trovato asilo politico in Russia.

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E che dire del mondo sull’orlo di una guerra nucleare? Una tensione come quella attuale si avvertì solo agli albori degli anni 60, quando il leader sovietico Nikita Krusciov, in risposta – vedicaso – ai missili Jupiter piazzati dagli americani nelle basi italiane e turche, ovvero alle porte dell’Urss, schierò i suoi missili a Cuba.

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Gli americani minacciarono di scatenare un conflitto atomico e Krusciov smantellò tutto. Quando però gli Stati Uniti, a parti inverse, hanno aperto le porte della Nato all’Ucraina, con la possibilità che i missili occidentali fossero piazzati alle porte di Mosca – come hanno notato i massimi diplomatici italiani, a partire dall’ex ambasciatore Sergio Romano – e Vladimir Putin ha reagito, gli americani gli hanno scatenato contro l’intero Occidente.

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Perchè a parti inverse non vale. Lo hanno così accusato di aver aggredito uno Stato sovrano. Cosa verissima, ma è una pratica in cui gli Usa sono i massimi specialisti, anche se per loro pare sia lecito disarcionare con la forza governi dall’Asia al Medio Oriente, dalla Libia fino all’Afghanistan, dove riuscirono a portare la guerra a Kabul in risposta ad un attentato alle Torri Gemelle organizzato da un terrorista saudita, Osama Bin Laden, che si nascondeva in Pakistan, e da quindici dirottatori sauditi, due degli Emirati, uno dell’Egitto e uno del Libano: Afghanistan mai pervenuto.

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Più volte nel conflitto in Ucraina hanno tacciato i russi di voler usare armi chimiche, anche se dopo la seconda guerra mondiale furono utilizzate solo in due occasioni: nella prima, manco a dirlo, dagli americani, che cosparsero il Vietnam di Napalm-B al fosforo bianco. La seconda quando Saddam Hussein, armato ancora da americani e relativo gregge, le scatenò contro l’Iran nel 1980, senza mai essere sanzionato nonostante gli Stati Uniti sapessero perfettamente cosa stesse facendo.

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Di più, gli Usa accusarono l’Iran di fare lo stesso: ma prove, incredibilmente, non ne furono mai trovate. Quando invece decisero che il tempo di Saddam era finito, organizzarono una pagliacciata all’Onu, con Colin Powell che agitava una fiala di antrace giurando che fosse l’arma segreta del dittatore. Non era vero, come avrebbe ammesso anni dopo l’ex premier britannico Tony Blair, ma usarono questa scusa per sterminare un popolo.

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In compenso, ora mandano a Kiev i carri armati Abrams, dotati di corazza all’uranio impoverito e armati secondo i russi (ma vai a crederci…) di proiettili dal nucleo di uranio. D’altra parte queste armi le schierarono già nell’ex Jugoslavia e qualche migliaio di soldati italiani si prese la leucemia o il cancro di ritorno dalla guerra.

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Quanto al paventato rischio che Putin usi la bomba atomica, la cosa è certamente possibile, ma è inutile sottolineare che finora un solo Stato si è mostrato così sconsiderato da sganciarla, non una, ma due volte.

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Tanto poi ci penserà Hollywood, la più straordinaria macchina del consenso mai creata, a ristabilire chi siano i buoni e chi i cattivi. Perchè loro hanno i supereroi che la storia la cambiano con la macchina da presa. E in effetti l’unica cosa che conosciamo del genocidio dei pellerossa sono l’epica dei cowboy e i film di John Wayne.

 

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