MomentoNotizie flashPanoramasocietà

Verso la Terza Guerra Mondiale come in un grande show

(continua dopo la pubblicità)

Andiamo a grandi falcate verso la Terza Guerra mondiale. Delle colpe di Putin sappiamo già tutto. Ma qualcosa in più andrebbe detto su alcuni protagonisti occidentalibiden terza guerra mondiale

I prodromi della Terza Guerra Mondiale sono ormai evidenti. Di Vladimir Putin e delle sue colpe sappiamo tutto. Meno ci viene ricordato sui protagonisti dei «buoni». Vediamoli. A tirare le fila dell’Occidente è Joe Biden, il più votato presidente statunitense di sempre, salito al potere al suo terzo tentativo di scalata.

I carri armati inviati a Kiev avranno davvero munizioni all’uranio impoverito? – GUARDA

Nel 1988 gli andò male quando fu pizzicato a copiare il discorso da un leader inglese. Nel 2008 prese appena lo 0,93%. Quattro anni più tardi, un sondaggio del Pew Research Center rivelò che buona parte degli americani lo riteneva un «idiota». Come abbia fatto otto anni dopo a diventare l’inquilino della Casa Bianca con più preferenze di tutti resta un mistero delle urne. Di certo, appena eletto e molto prima dell’invasione, definì Putin «un killer».

A casa l’Fbi gli ha appena trovato una trentina di documenti segreti, di quando presidente non era. E in un pc abbandonato, lo scorso anno sono state rivenute le mail del figlio Hunter che mostravano Biden Jr in affari con i laboratori di biosicurezza ucraini fin dal 2014.

Vladimir Putin e il mistero dei 4 attori che lo circondano: tutti i tasselli dell’enigma – GUARDA

Il che ci porta al protagonista numero due: l’ex comico Volodymyr Zelensky, salito al potere nel 2019 attaccando i corrotti di palazzo, esattamente come nella sua sit com profetica Servitore del popolo. Cinque giorni prima dell’invasione russa, ha rivelato il Wall Street Journal, rifiutò di firmare un patto che l’avrebbe scongiurata: bastava sottoscrivere che il suo Paese non sarebbe mai entrato nella Nato. Preferì che il popolo andasse al massacro. Perché, non si sa. Si sa però che, a differenza della fiction, il suo nome compariva nei Pandora Papers (documenti rivelati dai giornalisti investigativi dell’Icij) secondo i quali aveva nascosto all’erario società offshore e conti alle Isole Vergini Britanniche, in Belize, a Cipro.

blank blank

 

Oggi si sa anche che il suo governo non era esattamente cristallino: dopo 11 mesi di guerra, tre viceministri, un vice procuratore generale e il suo braccio destro si sono dimessi per corruzione, perché accusati di speculare sulle forniture occidentali. I capi di 5 uffici del procuratore regionale sono stati licenziati. E 5 governatori li ha destituiti lui, che evidentemente in 11 mesi non si era accorto di nulla.

Lo strano caso dei missili caduti sulla fattoria polacca – GUARDA

Per l’Europa, nonostante i rapporti annuali di Amnesty su ciò che succedeva nel Donbass per mano ucraina, manco un dubbio: è un eroe, che passa da una copertina su Vogue ad ogni tipo di show. Dai Grammy al Festival di Cannes, da Venezia ai Golden Globe. Ce lo troveremo pure a Sanremo. Dalla sua, l’ex comico ha i divi di Hollywood, tutti schierati, come ai tempi del maccartismo, contro i cattivi.

I diplomatici italiani, tipo gli ex ambasciatori Sergio Romano e Marco Carnelos, dicono dall’inizio che l’Ucraina nella Nato sarà sempre inaccettabile per Putin. Ma in tv e sui giornali li mostrano poco: il Belpaese, che conta 120 basi americane ufficiali e una ventina top secret, si adegua alle direttive statunitensi, perchè i tempi della dignità di Sigonella sono stati sepolti da tangentopoli. Identico il destino della Germania.

La profetica, agghiacciante e chirurgica analisi di Sergio Romano su ciò che sta accadendo oggi: era il 2019, quattro anni fa

 

Il punto è che Zelensky non vuole solo la Nato, né la pace, nè chiede unicamente indietro i suoi territori: vuole ristabilire i confini del 1991 e riprendersi la Crimea, annessa alla Russia dal 2014, come giurano all’ufficio di presidenza di Kiev Mykhaylo Podolyak e Andryi Yermak. All’inizio Washington invitò Zelensky a proporre soluzioni più «realistiche». Poi, Sabrina Singh, vice portavoce del Pentagono, ha cambiato linea: «La Crimea è parte integrante dell’Ucraina e Kiev ha tutto il diritto di riprenderla». Non importa che l’87% della penisola sia russofona, tantomeno che nel Donbass gli ucrainofoni siano una minoranza (fonte: Treccani).

La guerra in Ucraina: testimonianze, video, podcast, approfondimenti – SPECIALE

Zelensky, ottenuti i carri armati, chiede così caccia da combattimento e navi. E i suoi 007 dicono di essere ormai in grado di colpire il Cremlino, fatto che Podolyak definisce «inevitabile». Contestualmente, protagonista numero tre, il presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, la stessa che ha comprato da Pfizer 1,8 miliardi di dosi di vaccino via sms – poi misteriosamente cancellati – propone un tribunale ad hoc per i crimini russi. Ma un tribunale diverso dalla Corte penale internazionale: una Corte cui l’Ucraina, la stessa dei rapporti di Amnesty, si offre attivamente di collaborare.

Mikhail Popkov, l’ex poliziotto e più feroce serial killer russo: “Fatemi andare in Ucraina” – GUARDA

Ecco, fatta la trama, non riusciamo a capire quale finale stiano immaginando a Bruxelles diverso dalla Terza guerra mondiale. Forse pensano che Putin, che dispone del più grande arsenale nucleare del pianeta, decida di tenere tutte le sue atomiche in magazzino, ceda serenamente la Crimea e si consegni mani e piedi ai giudici filoucraini mentre gli bombardano Mosca. O forse sperano che cada, anche se a inizio anno ha nominato come suo vice militare Dmitri Medvedev, uno l’Occidente lo odia visceralmente.

Fine guerra mai: Taiwan e la doppia morale americana – GUARDA

blank blank

 

O forse ancora hanno fiducia cieca negli Stati Uniti, che per decenni hanno spiato i premier alleati, ma che le idee le hanno chiare: è vero infatti che gli americani sanno che in caso di conflitto nucleare il campo di battaglia sarà la nostra casa e non la loro.

Ma è altrettanto vero che hanno sempre dato ai nostri interessi il giusto peso. Ne è prova l’attuale sottosegretario di Stato di Biden, Victoria Nuland, che nel lontano 2014 cercava già di trovare una soluzione filoamericana alla crisi ucraina. Le chiesero se fosse il caso di sentire il parere dell’Unione Europea. Rispose così: «L’Unione Europea? Che si fotta».

Quando i lettori comprano attraverso i link Amazon ed altri link di affiliazione presenti sul sito - nei post in cui è presente un prodotto in vendita - Fronte del Blog potrebbe ricevere una commissione, senza però che il prezzo finale per chi acquista subisca alcuna variazione.

Cronaca Vera

Dal 1969 in edicola. Costa poco e dice tutto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Per favore, disattiva il blocco della pubblicità su questo sito, grazie