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Overtoun Bridge, l’incredibile storia del ponte dove i cani si suicidano

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All’ingresso del ponte di Overtoun Bridge c’è un cartello che dice: “Ponte pericoloso. Si prega di tenere i vostri cani al guinzaglio”.Lo chiamano il “ponte dei cani suicidi”. Succede da sessant’anni. Si stima che siano morti dai 300 ai 600 cani.Ecco l’incredibile vicenda raccontata su Fronte del Blog dalla scrittrice Paola Mizar Paini

Overtoun Bridge
By dave souza – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=79877339

Overtoun Bridge è teatro di un mistero davvero inquietante.

Questo ponte ad arco situato sulla Overtoun Burn nel Dunbartonshire Occidentale, in Scozia, ha attirato l’attenzione dei media internazionali, tanto da meritarsi il nome di “ponte dei cani suicidi”.

Esso, alto quasi 18 metri, venne progettato nel 1985 da H.E. Milner, un ingegnere civile, su commissione di Lord Overtoun. Negli ultimi 60 anni un alto numero di cani (300 per i ricercatori, 600 per i mass media) hanno tentato il suicidio mentre lo percorrevano. Per qualche inspiegabile motivo le bestie, quando raggiungono un punto particolare della struttura, si buttano di sotto, sfracellandosi contro le rocce frastagliate del fondovalle.

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Il fenomeno si ripete sempre allo stesso modo. Nelle giornate di sole, arrivati in corrispondenza dei due parapetti terminali, sul lato destro del ponte, i cani all’improvviso si lanciano nel vuoto.

Si parla di suicidio impropriamente in quanto gli animali, non turbati dai problemi del futuro, non hanno pensieri suicidi. I ricercatori hanno avanzato alcune spiegazioni dello sconcertante comportamento:

  • una stimolazione sensoriale non identificata spingerebbe i cani a scavalcare il muretto;
  • il forte odore dei mammiferi selvatici sottostanti, in particolare dei visoni maschi, attirerebbe le bestie verso il bordo del ponte. A causa della loro prospettiva visiva limitata, essi non si renderebbero conto che il sostegno sotto le loro zampe termina oltre il parapetto, trasformandosi in una gola profonda;
  • un’anomalia acustica nella realizzazione del ponte provocherebbe un rumore udibile solo dai cani. Spinti a seguirlo, questi si getterebbero oltre il parapetto. Un’azienda di acustica e un responsabile dell’RSPB (il più grande ente di beneficenza per la conservazione della natura del Regno) hanno fatto un sopralluogo per indagare se, come suggerito dalla gente locale, il fenomeno dei cani suicidi potesse essere dovuto alla vicina base nucleare di Faslane, sospettata di emettere un suono udibile solo dagli animali. Dopo aver osservato per giorni i livelli sonori sul ponte e nelle immediate vicinanze, gli esperti hanno escluso interferenze acustiche capaci di influenzare il comportamento dei cani.
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Overtoun Bridge
Di Lairich Rig, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=13726466

Overtoun Bridge, il tentativo di spiegare quel che accade

Non sono mancate spiegazioni legate ai fenomeni paranormali che interessano la zona. Ad Overtoun Bridge, infatti, si respira aria di leggenda. Secondo una tradizione inquietante il luogo sarebbe infestato da un fantasma.

Si tratta della White Lady of Overtoun, moglie del Barone Overtoun, industriale scozzese che costruì un maniero nei pressi di Overtoun Bridge. La donna visse molti anni in questa dimora e c’è chi è pronto a giurare che il suo spirito sia rimasto lì imprigionato.

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Lo scrittore Paul Owens in un suo libro esprime la convinzione che la White Lady sia la responsabile della morte dei cani.

Non solo: Owens avrebbe confermato di essere riuscito a fotografare il fantasma sul ponte. A suo dire, Overtoun Bridge è un luogo insolito, dove si provano sensazioni discordanti, che oscillano tra il senso di pace a quello, improvviso, di terrore.

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I testimoni

Alcuni testimoni raccontano la loro esperienza.

Nel 2001 la signora Victoria Third stava passeggiando nei paraggi con il suo cane di nome Bruno. Arrivati al ponte, la donna ebbe una sensazione spaventosa: “Era una giornata come le altre, piuttosto fredda. Ci siamo avvicinati al ponte. Il mio cane era davanti a me e ad un tratto ho pensato che avrebbe messo le sue zampe sul parapetto. Ero terrorizzata.”

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Overtoun Bridge
By dave souza – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=79877338

Nel 2006 la signora Donna Cooper ha perso il suo amato cane, Ben, gettatosi dal ponte. Al Daily Mail la donna ha riferito che l’animale a causa del folle volo si era spezzato le zampe, ed era stato soppresso per evitargli sofferenze.

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Un altro proprietario ha vissuto la stessa orribile esperienza di Kenneth Meikle, assistendo alla caduta della sua amata golden retriever di nome Hendrix, saltata nel vuoto dallo stesso punto del Overtoun Bridge.

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L’uomo racconta così l’accaduto: “Stavo passeggiando con la mia compagna e i miei figli quando all’improvviso il cane è saltato. Mia figlia ha urlato e io sono corsa lungo la riva dove giaceva il cane e l’ho portato in salvo.E aggiunge: Il giorno dopo, grazie al cielo, stava bene. Siamo stati fortunati perché è atterrato su un letto di muschio che ha attutito la sua caduta. Gli altri cani non sono stati così fortunati.”

Hendrix, infatti, è il solo cane sopravvissuto al salto dall’Overtoun Bridge.

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Comunque, il mistero non è ancora stato risolto. Quello che è certo è che se vi trovate a passeggiare sul “ponte dei cani suicidi” con il vostro amico a quattro zampe, è bene che lo teniate vicino a voi. Innegabilmente su quel ponte c’è qualcosa: anche i cani che non saltano si bloccano e cominciano a fissare un che di invisibile agli umani. Di cosa si tratti, è impossibile stabilirlo.

Oggi all’ingresso del ponte c’è un cartello che dice: “Ponte pericoloso. Si prega di tenere i vostri cani al guinzaglio”.

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Paola Mizar Paini

 

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Rino Casazza intervista Paola Mizar Paini

 

Rino Casazza intervista, per Fronte del Blog, Paola Mizar Paini, scrittrice pavese di storie poliziesche (“Angeli Innocenti” e “La casa delle ombre”, Frilli Editore; “Emily, storie dal passato”) calate in atmosfere inquietanti di stampo gotico. Paola ci svela i misteri soprannaturali e le leggende legati ad una presunta “casa maledetta”, delle sue parti, Villa Cerri, su cui si sono molto dilungati anche i giornali. Di questi angosciosi segreti Paola sarebbe stata anche direttamente testimone. Niente di più facile, visto che la sua stessa nascita – come racconta – è avvenuta in circostanze che sconfinano nell’esoterico…

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Paola Mizar Paini

La biografia di una persona, proprio per sua natura può essere meno fedele alla realtà e presentarsi dunque più o meno romanzata e, perciò sono in dubbio se raccontare di una vita ricca e avventurosa o limitarmi a raccontare qualche dettaglio insignificante, come ad esempio il fatto che a Marcignago, il 28 novembre, (l’anno nemmeno sotto tortura) quando nacqui, non emisi nemmeno un vagito… forse per non disturbare visto che la mia mamma fece molta fatica a partorirmi. Respiravo così piano, ma così piano che la levatrice (a quei tempi si partoriva in casa) pensò fossi morta. Ma morta morta! Così mi misero in un angolo del letto, avvolta in un lenzuolino e per un po' si dimenticarono di me. Come si accorsero dell’errore? Ebbene, ci sarebbe un proseguo, ma quella è un’altra storia. Mi definisco una vecchia ragazza perché non ho mai smesso di scoprire cose nuove, soprattutto su me stessa. Sono mamma di tre figli: due maschi e una femmina e ho tre nipoti. Vivo ad Alagna, in provincia di Pavia e lavoro come assistente al traffico per Milanoserravalle. E questo è tutto quello che riguarda la mia interessantissima vita privata. Sono da sempre lettrice per bisogno, e scrittrice…per caso grazie all’incontro fortuito con Carlo Frilli, il mio editore, che non smetterò mai di ringraziare per aver creduto in me come autrice. Con la casa Editrice F.lli Frilli Editori ho pubblicato nel 2017 il noir: Angeli Innocenti. Nel 2018 il noir: La Casa delle ombre, premiato con la “menzione speciale” al premio nazionale “La Provincia in Giallo”. Nel 2018 un’antologia di racconti dal titolo: Dieci storie a mezzanotte. Nel 2020 ho scritto a quattro mani, con l’autore Pieremilio Castoldi, il thriller: Emily.Cronache dal passato, e molti dei miei racconti sono stati inseriti in varie antologie. Mi appassiona tutto ciò che è misterioso, adottando nuovi punti di vista su fatti che accadono intorno a noi a cui non riusciamo a trovare una spiegazione. Tengo a precisare che sono concreta e obbiettiva, ma una cosa non esclude l’altra. Amo molto visitare luoghi abbandonati, i cosidetti “paesi fantasma” e adoro le leggende perché contengono spesso l’origine di una vicenda, o più spesso la separazione tra fantasia, un rifugio indispensabile e perfetto per sopravvivere, e realtà, minacciosa e intrusiva. Miti, leggende, fiabe. Come poter sopravvivere senza esse?

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