Mentre su Amazon Prime Video è uscito (accompagnato da una canzone inedita) il suo documentario “Sbagliata ascendente Leone” e soprattutto, mentre in studio di registrazione lavora sodo per ultimare il suo nuovo album discografico, col nuovo look, Emma Marrone incontrerà il pubblico e sarà presente in sala, al cinema Conca Verde di Bergamo, venerdì 2 dicembre, alle 21, appena prima la proiezione film ‘Il ritorno’ di Stefano Chiantini che la vede protagonista.
Dopo le felici esperienze con Gabriele Muccino (nel film ‘Gli anni più belli’ e nella serie ‘A casa tutti bene’) Emma torna quindi a vestire i panni dell’attrice, questa volta da protagonista con un ruolo difficile, straziante e si conferma artista completa.
Nella fattispecie, la cantante salentina interpreta una donna con una vita faticosa che vive nella periferia di Latina insieme al marito Pietro, da Fabrizio Roncione, un uomo poco affidabile che si caccia spesso e volentieri nei guai, mentre lei fa di tutto per sbarcare il lunario e crescere Antonio, il loro bimbo di un anno.
Quando i problemi di Pietro diventano grossi ed entrano dentro casa minacciando la vita di suo figlio, Teresa non ci pensa due volte e, per proteggerlo, compie un’azione che cambierà per sempre la sua vita e quella di suo figlio. E che le costerà dieci anni di carcere, ma quando Teresa uscirà, sperando di tornare alla sua vita, si accorgerà che ancora non ha finito di pagare il suo debito.
Il reinserimento nella vita civile non è facile perché durante quei dieci anni passati in una cella molte cose sono cambiate fuori. Il marito si è rifatto una sua vita e Antonio (l’attore Lorenzo Ciamei) accoglie la madre come una sconosciuta che in più lo fa vergognare a causa del suo passato. Teresa comincia una battaglia per riconquistare l’amore del figlio.
Questa in estrema sintesi, la trama del lungometraggio interpretato da Emma, protagonista sabato 26 novembre alla Festa della Luce di Firenze. Ecco stralci del suo intervento rock: “In Italia è un paese meraviglioso ma si da’ troppo risalto alle cose brutte. Le donne al potere sono scomode. Mostriamo sui social i messaggi di chi ci perseguita”.
Stefano Mauri