Spuntano alcuni scritti dal carcere di Alessia Pifferi, che racconta la sua vita. E della figlia che ha lasciato morire ricorda: “A Diana facevo cucù e ridevamo come due matte e poi dopo un po’ si addormentava”Quindi, la constatazione: “Ogni volta che chiudo gli occhi spero che tutta questa situazione sia solo un brutto sogno”Oggi l’interrogatorio per i sospetti abusi sulla figlia
Alessia Pifferi piena di rimorsi e con tanti ricordi di Diana, la figlia di 18 mesi che ha abbandonato per sei giorni in un lettino, per poi trovarla morta al suo ritorno. È quanto emerge da alcuni suoi scritti in carcere che sono stati diffusi dalla trasmissione Iceberg di Telelombardia.
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Mi sento spenta
Scrive Alessia: “Da che mia figlia non c’è più mi sento vuota e spenta sia psicologicamente che nel cuore, mia figlia mi manca da morire ed il dolore è molto forte ed intenso; ogni volta che chiudo gli occhi spero che tutta questa situazione sia solo un brutto sogno ed invece mi sveglio in carcere e mia figlia non c’è più”.
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Le facevo cucù
La donna ricorda Diana così: “A Diana facevo cucù e ridevamo come due matte e poi dopo un po’ si addormentava … Penso di sapere solo io il dolore, la sofferenza che ho nel cuore per questa situazione, ed il trauma che sto vivendo. Vorrei tanto tornare indietro se si potesse soltanto per riavere con me mia figlia”.
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La mia vita
Tra le frasi, anche un cenno alla sua vita quotidiana: “In casa avevo capito che se non si lavorava non si mangiava, ho fatto vari lavori nella mia vita anche se in nero; ma a me importava trovare dei lavori come pulizie, baby sitter, assistevo un anziano anche come compagnia, pulizie in ospedale centro tumori, assistente alla poltrona. Per me quello che conta e contava era trovare lavori onesti e umili che mi consentissero di avere soldi in tasca per fare la spesa e per mantenermi ed io ogni fine settimana o ogni fine mese ero molto felice. Non sono mai stata una spendacciona grazie agli insegnamenti che ho ricevuto dalla mia famiglia. Ricordo che quando lavoravo avevo iniziato anche ad andare in vacanza da sola ed ero felicissima perché ero finanziariamente indipendente, ma in casa non doveva mancare nulla nel frigo”.
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L’interrogatorio di Alessia Pifferi
Oggi la donna, se non si avvale della facoltà di non rispondere, dovrà chiarire al pm Francesco De Tommasi il contenuto delle chat che si scambiava con diversi uomini, che le sono costate l’accusa di corruzione di minore. Stando alle indagini, risulterebbe che Alessia utilizzasse le foto della figlia per chiedere denaro ai clienti, conosciuti nelle app di incontri.
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