Siamo praticamente a Halloween: la notte del 31 dicembre, tutti pronti a sfoggiare travestimenti, come l’usanza importata dagli Stati Uniti vuole. E dalla mezzanotte in poi sarà tempo della festa di Ognissanti. E… udite, udite, tra il sacro e il profano, un parroco, come racconta il sito Cremona Oggi, ecco ha scritto sul bollettino parrocchiale di Soresina, domenica scorsa 23 ottobre, ha scritto quanto segue:
“Genitori, quest’anno nelle feste dei Santi e dei Defunti, portate i vostri bambini al cimitero. Nei 12 anni del mio ministero a Soresina non ho mai visto bambini e bambini partecipare alle funzioni celebrate al cimitero nelle ricorrenze di Ognissanti e dei fedeli defunti. A dire il vero è rarissimo incontrarne perfino ai funerali di nonni e bisnonni. Mentre a livello sociale la morte viene cancellata ed esorcizzata, censurata nei suoi simboli e richiami, dall’altra la si ridicolizza trasformandola in una ‘carnevalata’ innocua, grazie alla quale ragazzi e adolescenti, mascherati da vampiri, zombi, streghe e fantasmi, possono concedersi la libertà di sbeffeggiare uno dei misteri più sacri, drammatici e delicati dell’uomo”.
Così ha scritto don Luigi Piccinelli che ha aggiunto:
“Ovunque si organizzano festicciole: nelle palestre, nelle discoteche, nei ristoranti e nelle pizzerie, nelle case private, mettendo scherzosamente in preventivo perfino eventi paranormali. Ormai tutti sanno che il 31 ottobre è il capodanno del satanismo“.
All’anatema di don Piccinelli, ha replicato Fabio Maestri (al quotidiano cremonese La Provincia, presidente dell’associazione Castrum Soncini, tra gli organizzatori, di una grande festa, in catello il 31 ottobre, nel castello Sforzesco di Soncino, Borgo cremonese tra i più belli al mondo:
”Ho letto la sua analisi e la rispetto, ma la gente ha anche bisogno di svago e né noi , né le molte famiglie che vengono a trovarci siamo satanisti, oppure occultisti. Anzi, è anche un’occasione per riscoprire le tradizioni e la storia del nostro Medioevo. Con un pizzico di paura, ma che non fa male a nessuno. La ricorrenza, in realtà, sarebbe di origine celtica. Oggi ne conosciamo una versione modernizzata, rivisitata dagli americani e dunque legata alla moda e al divertimento. Ma niente di più”.
Già, tra il sacro e il profano è comunque tempo di “Dolcetto o Scherzetto”, anche a Soncino e Soresina, piccole città di provincia nel Cremonese.
Stefano Mauri