Il caro bollette e i 19 milioni di cartelle esattoriali spedite dal governo Draghi agli italiani nel momento di massima emergenza economica di famiglie e imprese costituiranno il primo banco di prova del nuovo esecutivo.
Finito il tempo delle panzane della propaganda, il Fondo Monetario mostra i risultati della cura dei Migliori: l’Italia fila dritta verso la recessione dello 0,2% sulla produzione. Una previsione per noi fin troppo ottimistica, perché, in realtà, i costi dell’energia fra due mesi, al momento dei conguagli, porteranno l’industria italiana a Caporetto.
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Le clamorose violazioni delle regole comunitarie da parte della Germania, che ha scudato il Paese con 200 miliardi di aiuti, e della Francia, che ha messo a tutti un tetto sulle bollette grazie al fatto che l’energia è nazionalizzata, offrono all’Italia l’occasione di rispondere a tono.
Volendo, Lorsignori potrebbero cominciare da una vera e totale pace fiscale fino al 2022. E intervenire subito sulle bollette togliendo accise e iva. Ma, come sempre, gli italiani dovranno fare da soli.
Sulle cartelle esattoriali, l’Agenzia della Riscossione, dopo aver perso numerosi ricorsi sull’invio di cartelle attraverso mail Pec non registrate al pubblico registro (ad un imprenditore di Assisi ne sono state annullate 71 per 1,4 milioni di euro), sta provvedendo solo ora ad inserire le Pec utilizzate nell’apposito archivio.
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Ma, come ci spiega da Milano l’avvocato Claudio Defilippi, massimo esperto in materia «si tratta di fatto di un’ammissione di responsabilità su quanto inviato in precedenza. Dunque, non solo il cittadino può fare ricorso per le cartelle ricevute da Pec finora non iscritte al pubblico registro, chiedendone l’annullamento, ma è possibile che vi siano anche casi in cui chiedere danni. Certo, continuo a domandarmi come sia possibile che il governo Draghi abbia dato il via alla più grande riscossione di massa proprio nel momento della massima emergenza. Ce lo chiede l’Europa?» Chissà.
Per adesso segnatevi questa data: 2015. Il motivo? La Commissione tributaria i Bari, con la sentenza 1495/6/2022, ha stabilito che è nullo l’avviso di accertamento relativo all’anno d’imposta del 2015 se l’ufficio pubblico non prova che è stato emesso prima del 31 dicembre 2020. Se vi trovate nella stessa condizione, fate ricorso. Infine, nel caso non riusciate a fermare le cartelle, l’unica via per uscire dal tritacarne è quella di appellarvi alla Legge 3: dimostrando l’incapacità di sanare il debito, vi eviterà una persecuzione a vita: una volta depositato il piano di stralcio al giudice, dovranno essere stoppate tutte le esecuzioni in attesa del suo pronunciamento.
E passiamo all’emergenza che non coinvolge un terzo degli italiani, come le cartelle, ma l’intera popolazione: le bollette. Il Fatto Quotidiano ha iniziato a raccogliere storie di gente che già ora, con lo stipendio fisso, non riesce a tirare la fine del mese o che si trova a scegliere tra una visita medica e il pagamento dell’energia. Prestissimo sarà la norma. Poichè il bonus sociale ha una soglia Isee ridicola (12mila euro annui) l’unica soluzione plausibile è produrre in proprio l’energia elettrica e usarla il più possibile anche per scaldare.
A Brunico, il provincia di Bolzano, il Comune (dimostrando come si possa fare concretamente politica) ha fornito praticamente gratis l’intera popolazione di un mini impianto fotovoltaico da 780 euro, capace di produrre 800 watt: altro che bonus e le immani fesserie promosse in questi anni da Roma, qui si tratta di risparmiare a vita il 25% sui consumi e sulla bolletta. Purtroppo Brunico è una mosca bianca.
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Ma, dato il prezzo, potete fare anche da soli: si tratta infatti dei pannelli solari “plug and play”. Si fissano sul balcone e si attaccano direttamente alla presa di corrente. Li trovate online. Fino alla produzione di 350 watt basta la sola comunicazione al distributore di rete (e, eventualmente, al condominio). E fino a 800 watt basta solo aggiungere una certificazione dell’elettricista. Nient’altro.
Ci sono poi i pannelli solari “a isola” ovverro non connessi alla rete (come quelli usati su barche e camper), ma, tramite inverter, ad una batteria cui attaccare direttamente gli elettrodomestici. Costano peraltro molto meno dei classici fotovoltaici e la differenza è che l’energia prodotta la usate solo voi. Per l’acquisto di tutti questi pannelli è prevista una detrazione fiscale del 50%.
L’alternativa è attendere soluzioni da Roma. Ma probabilmente ci vorrà un po’. Più meno lo stesso tempo che occorrerà aspettare per vedere gli asini volare.
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