Alessia Pifferi chiede una foto di Diana da tenere con sè. Ecco le prime, agghiaccianti anticipazioni dell’autopsia sul contenuto dello stomaco della figlia
Alessia Pifferi, detenuta a San Vittore per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di 18 mesi, è tornata per la seconda volta a Palazzo di Giustizia a Milano. E al giudice ha chiesto una foto della sua piccola da tenere con sè in cella.
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Il caso di Alessia Pifferi
La 37enne abbandonò per 6 giorni la figlia Diana nel suo lettino con un biberon per stare insieme al nuovo compagno di Leffe (che non è il padre del bimbo), nella bergamasca. Quando tornò, ovviamente, la bimba era morta di stenti, già da un giorno.
Il gip di Milano Fabrizi Felice ne convalidò l’arresto e la donna è in carcere con l’accusa di omicidio volontario nella forma omissiva aggravato dai futili motivi. A lui si giustificò dicendo che teneva al «futuro» con il nuovo partner ed è «per questo che ho ritenuto cruciale non interrompere quei giorni in cui ero con lui anche quando ho avuto paura che la bambina potesse stare molto male o morire».
Sta elaborando l’accaduto
Ai giornalisti, il suo avvocato, Solange Marchignoli, dice: «Alessia Pifferi sta elaborando quanto è accaduto. È molto in difficoltà va dagli psicologi del carcere e si sta un po’ schiarendo. I nostri consulenti la incontreranno».
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Indiscrezioni choc sull’autopsia
I periti dovranno ora analizzare “i pannolini, il materassino della bambina e la quantità del materiale biologico”, oltre al “biberon e la bottiglietta d’acqua” che era sul lettino.
Particolari importanti, dato che indiscrezioni dall’autopsia rivelano che frammenti di gommapiuma del materasso e del cuscino sono stati rinvenuti nello stomaco della piccola. Segno che, per la fame, avrebbe iniziato a mordere ciò che trovava intorno a sè, forse soffocandosi.
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