“Inter, ti serve un sergente: Inzaghi cambi”. Questo il titolo dell’articolo a firma Beppe Severgnini , all’interno della sezione sportiva del Corriere della Sera, pubblicato nei giorni scorsi. Sono tre, a detta del noto giornalista, le tipologie di allenatori esistenti:
“L’Allenatore Sergente, l’impetuoso che scuote gli animi (Conte, Spalletti, Sarri, Gasperini). L’Allenatore Papà, che per età a carattere consiglia e rassicura (Ancelotti, Pioli, Ranieri). E l’Allenatore Fratello, una sorta di primus inter pares, che offre e chiede franchezza (Inzaghi, Sottil, Juric). L’Allenatore Fratello sa essere formidabile quando le cose girano, ma fatica ad esercitare l’autorità: l’Inter, oggi, ha bisogno di un Sergente. Appassionato, ma deciso. Questo non vuol dire che debba cambiare allenatore (sarebbe un peccato, la squadra giocava bene: poi, Bologna). Vuol dire che l’allenatore deve cambiar passo, finché è in tempo”.
I dubbi sull’Inter
A distanza di tempo, purtroppo per l’Inter e gli interisti, i nerazzurri hanno perso pure contro la Roma dell’illustre ex Mourinho. Ebbene, a questo punto un quesito politicamente scorretto, tornando all’Inter Milano e a Severgnini da Crema, è intrigante. Ecco la domanda: ma non è che più che un sergente, al team interista, serve un trainer da top club, o quantomeno un allenatore diverso da Inzaghi Simone.
A tal proposito, per interpretare il clima all’interno dello spogliatoio dell’Inter, ricordare le dichiarazioni estive di Calhanaglu rilasciate in un’intervista in tv, male non fa: “La rimonta subìta dai rossoneri ha cambiato tutto, l’allenatore ha sbagliato i cambi nel derby dello scorso mese di febbraio”. Poi il fantasista specifico’ di essere stato mal interpretato.
Stefano Mauri