La svolta dei consulenti della Procura: Liliana Resinovich si sarebbe tolta la vita soffocandosi con un sacchetto di plastica. Ma nessuno sembra crederciLa consulenza apre anche un nuovo mistero: la donna si sarebbe tolta la vita al massimo tre giorni prima di essere ritrovata. E allora dov’è stata per tre settimane?Tra le altre ipotesi non escluse, quella di un “congelamento” del cadavere: un altro colpo di scena choc. I consulenti di Sergio Resinovich, il fratello di Liliana, potrebbero chiedere la riesumazione del cadavereTutti gli aspetti del giallo nell’approfondimento di Cronaca Vera
Nessuno sembra credere alle conclusioni della consulenza chiesta dalla Procura di Trieste sulla morte di Liliana Resinovich.
Secondo quanto rivelato dall’Adnkronos, il professore di Medicina legale Fulvio Costantinides e il medico radiologo Fabio Cavalli avrebbero sostenuto in 50 pagine che la donna si sarebbe suicidata per assenza di “qualsivoglia segno ragionevolmente riportabile a violenza per mano altrui”, per la mancanza “di lesioni attribuibili a difesa”. Per il fatto che i sacchi integri che ne contenevano il cadavere sono “poco compatibili” con un caso di aggressione e con il trasporto del corpo “in ambiente impervio”.
E dunque “non emerge alcunché che concretamente supporti l’intervento di mano altrui nel determinismo del decesso”. Quanto alla morte, che finora sapevamo essere avvenuta per un mai chiarito “scompenso cardiaco acuto”, non si esclude una morte per asfissia dopo che Liliana s’infilò un sacchetto in testa. Infine, dettaglio ulteriormente sconvolgente, la donna sarebbe morta al massimo “due, tre giorni prima del ritrovamento”.
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LA NUOVA RICOSTRUZIONE SULLA MORTE DI LILIANA RESINOVICH
E certo non si può che restare sconcertati dall’esito della consulenza. Proviamo così a ricostruire l’accaduto seguendone il filo. Liliana la mattina del 14 dicembre uscì con una borsetta vuota, senza cellulare, nè documenti. E sarebbe stata in giro o nascosta, senza essere notata da nessuno per tre settimane mentre tutta Italia la cercava.
Quindi, ai primi di gennaio, si sarebbe diretta al parco dell’ex ospedale psichiatrico, si sarebbe infilata in due sacchi e altri due sacchetti se li sarebbe stretti sul collo, suicidandosi.
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Appare davvero difficile da credere un suicidio del genere. Ma non solo a noi. Gabriella Marano, psicologa e consulente di Sergio Resinovich, fratello di Liliana, scrive in una nota: “La consulenza riposa su tutta una serie di supposizioni di parte che, seppur apprezzabili, non assurgono alla dignità di elementi scientifici certi ed univoci” e sottolinea la “fragilità di diversi passaggi utilizzati per risalire all’epoca della morte, fino alle ragioni – se mai esistessero, ma ad oggi del tutto recondite – del perché una donna distinta, riservata, in equilibrio, improvvisamente decida dapprima di diventare una ‘senzatetto’ e poi di suicidarsi, con modalità tra l’altro roboanti, a pochissima distanza da casa, dopo aver consumato la stessa colazione della mattina della scomparsa”.
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NON CI CREDO
Ma non è solo lei ad essere scettica. Il marito di Liliana, Sebastiano Visintin, spiega all’Adnkronos: «Credo che abbiano preso un abbaglio e che Liliana sia morta poche ore dopo la scomparsa. Un elemento che con il nostro consulente, il medico legale Raffaele Barisani, siamo convinti di poter dimostrare. È impensabile che per due settimane abbia vagato con gli stessi vestiti e senza nutrirsi, nello stomaco, secondo l’autopsia, c’erano i resti dell’ultima colazione».
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Quanto al fatto che quella mattina Liliana dovesse incontrare il presunto amante Claudio Sterpin, ribadisce: «Non credo assolutamente a nulla di quello che dice e le sue parole offendono me, Liliana e la sua famiglia. Non c’è un messaggio esplicito, una foto insieme o altro che avvalori qualcosa più di un’amicizia a me nota. Un giorno spero di capire il perché di queste affermazioni da parte di chi vuole solo apparire».
E aggiunge: «Riavvolgo i giorni per capire se ho trascurato dei segnali, ripasso quell’ultima mattina quando sono uscito e lei non è più tornata, ma niente: tra noi andava tutto bene, io ero tranquillissimo, e invece il 14 dicembre 2021 è cambiata la mia vita».
A parlare della consulenza è anche il criminologo Carmelo Lavorino, che enuncia i possibili errori che si generano “in caso di morte equivoca” che possono creare una “catastrofe investigativa”, ed «errori che vedo anche nel caso di liliana resinovich». E dice a chiare lettere: «Ben poco fa ritenere che trattasi di suicidio, molti aspetti non quadrano, e questo è molto grave».
IL CONGELAMENTO E LA RIESUMAZIONE DEL CADAVERE
Come riporta il Corriere della Sera, spunta tra le righe della consulenza medico legale anche un’ennesima ipotesi choc: quella del congelamento del cadavere, anche se, è riportato nel documento “non vi sono, allo stato, elementi specifici” per dimostrarlo. L’ipotesi apre ad ulteriori, quasi surreali scenari. In ogni caso non risolve l’enigma.
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Parlando a Qn, la criminologa Gabriella Marano sostiene sulla questione: «Noi pensiamo piuttosto a un congelamento naturale. Cioè al permanere del corpo in una zona fredda, una grotta ad esempio». E punta l’attenzione sulle vecchie fratture rilevate nella consulenza e sull’ematoma all’occhio destro della donna: «Probabili antiche fratture. Questi elementi saranno sottoposti al vaglio dei nostri medici legali. Si parla anche di sangue nella narice destra». E non esclude così la richiesta di riesumazione del cadavere.
Quanto a Claudio Sterpin, dice a Morning News, su Canale 5: «Non credo al suicidio. Ritengo che lei non si sarebbe mai tolta la vita e se l’ha fatto è stata indotta a farlo da qualcuno che conosceva. Deve essere per forza morta il 14 dicembre, in quanto aveva la colazione integra nello stomaco, come testimoniano gli accertamenti sulla salma. Con me era serena, da alcuni mesi non era più emotivamente scossa, in quanto aveva già preso le sue decisioni: Lilly era convinta di riuscire a parlare in belle maniere con Sebastiano e di trovargli una sistemazione, mentre lei sarebbe venuta ad abitare da me».