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Davide Caleffi, viticoltore cremonese: “Sono tornato in Slovenia per l’alta richiesta di vini italiani”

E pure dalla Russia, purtroppo ancora in guerra, guardano sempre ai vini italici

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La Cantina Caleffi di Spineda, magica, caratteristica, unica enclave cremonese inserita nella provincia di Mantova? Ripetere giova: sognatori appassionati (che non mettono di sognare, emozionando), imprenditori agricoli illuminati e visionari, Davide ed Emanuele fanno vini (Lambrusco, Malvasia, Ancellotta in purezza e Cabernet Sauvignon), naturali secondo il Metodo Ancestrale, squarcianti in senso positivo, oramai conosciuti e apprezzati in tutto il mondo: Russia (sì avete letto bene) e Cina comprese. Recentemente, le bottiglie cremonesi, a Lubiana, in Slovenia, ecco sono state nuovamente protagoniste di un importante evento dove, a testa alta e ottenendo numerosi consensi, hanno rappresentato il territorio lombardo e l’Italia.

E per capirne di più abbiamo raggiunto al telefono Davide Caleffi.

Quindi sei tornato in terra slovena per la seconda volta in pochissimo tempo?

Esattamente, del resto, te l’avevo detto e lo ripeto: da quelle parti hanno voglia di vini italiani. E così, insieme ad altre cantine italiane, volentieri siamo ritornati in Slovenia per portare la nostra terra.

E’ andata bene la trasferta?

Benissimo, per dirla alla moderna: vasti ed enormi i feedeback raccolti. Le bolle rosse in particolare, nell’accogliente gente slovena, raccolgono consensi da standing ovation. Evviva il Lambrusco. E … non chiedermi come hanno fatto, ma stavolta a Lubiana c’erano pure addetti ai lavori russi, determinati, ma c’era d’aspettarselo alla lunga, a by passare le misure restrittive. Il Made in Italy in Russia va fortissimo, questa maledetta e terribile guerra è una tragedia in tutti i sensi, speriamo finisca al più presto. Le bombe fanno schifo e portano morte, urge il dialogo affinché ritorni la pace.

Intanto, gli aperitivi in vigna a Spineda, beh sono sempre Sold Out?

Esattamente dobbiamo respingere le persone e chiudere le prenotazioni anzitempo purtroppo. E’ incredibile il successo ottenuto da questa proposta.

Pronti a presentare al mercato il vostro atteso, desiderato, sospirato bianco fermo?

Portate ancora un pochino di pazienza e sapremo sorprendervi. Dico soltanto che recentemente il professor Ezio Casali, nostro storico mentore e persona competente è tornato per noi per un assaggio. E l’evoluzione della Malvasia ferma lo ha stupito ulteriormente.

La siccità sta mettendo in ginocchio l’agricoltura italica e la Lombardia a questo giro soffre tantissimo…

Lo dico sottovoce, facendo gli scongiuri: per fortuna e per il momento, le nostre colture stanno resistendo, ma la situazione è drammatica. Il tempo è finito, dobbiamo sederci intorno a un tavolo, riscrivere le regole e ragionare, agire immediatamente in regime di sostenibilità agraria per salvare l’ambiente. Incrocio di nuovo le dita: a oggi pure la grandine, caduta ahimè altrove, ci ha graziato.

E i rapporti con la Cina, ove vi conoscono e apprezzano, come procedono?

Alla grandissima. E i nostri rossi fermi: vale a dire l’Ancellotta in purezza e il Cabernet Sauvignon, all’importantissimo concorso cinese Best Wine, ecco hanno ottenuto due straordinari terzi posti. In termini di visibilità e potenziali sbocchi commerciali, questi piazzamenti lasciano ben sperare.

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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