La letteratura per ragazzi è un genere di grande e insospettabile spessore e, per ciò stesso, difficile.
Un libro per ragazzi che si rispetti, infatti, deve superare la prova della lettura da parte di una persona adulta, non solo perché dentro ciascuno di noi alberga un fanciullo, ma anche e soprattutto perché è scorretto considerare minore la narrativa per i giovanissimi. Poiché di letteratura comunque si tratta, non può venir meno alla vocazione universale di quest’arte.
Paola Mizar Paini, autrice di noir con spiccato accento gotico e tenebroso – ANGELI INNOCENTI, LA CASA DELLE OMBRE, EMILY – è giunta all’incontro con la narrativa per ragazzi spinta dalla sua vena fortemente immaginifica che si sposa naturalmente con il tono fantastico che sempre hanno – e, aggiungo – devono avere – le storie dedicate ai giovanissimi, anche quando sono realistiche. Lo dimostra il filone principe della letteratura per l’infanzia, quello delle favole, in cui la realtà è trasfigurata dal sogno, ma non per questo distante dalle esperienze della vita vera di chi, come i bambini, è nella fase di apprendimento all’esistenza.
Ne “IL MISTERO DEL BOSCO OSCURO” la Paini supera l’esame con merito.
La scrittrice pavese propone una vicenda saldamente collocata nel suo territorio di origine, abituale sfondo delle sue prove letterarie.
Molto accurata è la caratterizzazione dei personaggi, bambini, ragazzi e adulti – nel romanzo sono infatti rappresentate, e messe a confronto, queste tre età – con un punto di vista descrittivo che di volta in volta cambia: bambini visti dai bambini, ma anche dai ragazzi e dagli adulti, e così via per ogni categoria.
Protagonisti centrali de “Il mistero del bosco oscuro” sono quattro fanciulli pressappoco decenni, irresistibilmente attratti dalla leggenda di una strega cattiva nascosta dentro una incolta foresta. Costei sembra dimostrare, imprevedibilmente, di esistere davvero quando alcuni curiosi e ardimentosi adolescenti, muniti di telecamera, inoltratisi nel luogo incriminato alla ricerca dell’essere soprannaturale che lo infesterebbe scompaiono in circostanze inquietanti che fanno pensare a una vendetta da parte dell’oggetto della loro spedizione.
Tra dialoghi vivaci e svolte piene di suspance i piccoli “indagatori dell’incubo” dovranno destreggiarsi nel far luce sull’accaduto seguendo le tracce dei ricercatori più grandi senza farsi accorgere dai rispettivi genitori e dal responsabile della biblioteca comunale, presso cui raccolgono notizie storiche sul mistero, che disapproverebbero quella impicciona e temeraria iniziativa.
La storia procede in modo fluido e accattivante, ed è un peccato non poter approfondire – per evitare anticipazioni che toglierebbero gusto alla lettura – i molti temi e spunti di riflessione suggeriti, interessanti a prescindere dall’età di chi legge.
Per chi apprezza il genere del brivido, non manca un sorprendente finale a incastri.
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