Raffaella Maietta, insegnante di sostegno, avrebbe tentato per ben due volte di attraversare i binari e nella seconda occasione non ha avuto scampo. Ma non tutto sembra chiaro.Morì il 5 maggio alla stazione ferroviaria di Marcianise, nel casertano. Ora gli inquirenti hanno aperto un fascicolo per istigazione al suicidio.La ricostruzione del caso nell’approfondimento di Cronaca Vera
Cos’è successo davvero a Raffaella Maietta? Il caso dell’insegnante di sostegno in una scuola elementare di Napoli, sembrava dovesse essere archiviato come suicidio o incidente. Ma ora il pubblico ministero della procura di Santa Maria Capua Vetere Gerardina Cozzolino ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio.
Dietro la sua morte si apre così un giallo, che nasce dalle dichiarazioni del marito Luigi, 68 anni e dei figli Tommaso, 30, e Katia, 28.
LA MORTE DI RAFFAELLA MAIETTA
Gli inquirenti vogliono far luce sulle ultime ore di vita della donna. Ovvero dalle 6,40, ora in cui è uscita di casa, alle 8,40, quando è stata travolta dal treno. Sull’accaduto ci sono i racconti dei testimoni: Raffaella ha tentato una prima volta di attraversare i binari, ma le urla dei presenti sulla banchina l’hanno fatta desistere. Poi però, ha ripetuto lo stesso gesto e non ha avuto scampo.
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Possibile rischiare due volte lo stesso incidente in un breve lasso temporale? Più plausibile, stando a questa ricostruzione, l’ipotesi del suicidio. Prima tentato e poi messo in atto dopo i tentennamenti iniziali. Ma se di suicidio si tratta, cosa o chi l’ha indotta al gesto?
Nelle mani degli investigatori c’è un video girato da un extracomunitario che si trovava in stazione e che ora viene guardato con attenzione. E la Polfer di Marcianise sta visionando le immagini dei filmati della videosorveglianza. Per andare a fondo sulla vicenda, è stato disposto il sequestro del cellulare della donna e si sta anche valutando la riesumazione della salma.
Aveva sentito qualcuno nei minuti prima di morire? Era successo qualcosa nella sua vita negli ultimi giorni?
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LE INDAGINI
Sono le domande in cerca di risposta che chiedono soprattutto i famigliari, assistiti dagli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo. Sposata da più di trent’anni, i due figli vivono a Lodi e a Firenze: insegnano entrambi. Il marito lavora in una impresa edile. E la loro vita era abitudinaria, normale come lo sembrava la mattina del 5 maggio, quando Raffaella aveva salutato il marito e si era preparata per andare a scuola.
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Anche se sono state fatte notare delle piccole discrasie. La prima è che solitamente viaggiava in treno con un’amica, che però quel giorno non era con lei. La seconda è che quando il figlio Tommaso l’ha chiamata per darle il buongiorno, lei lo avrebbe liquidato in fretta, contrariamente al solito, quando stavano al telefono anche per mezz’ora. Tommaso non se lo spiega perché il giorno prima il colloquio con la mamma era stato sereno. Lui e la sorella sono convinti: “Nostra madre non si è uccisa volontariamente”.
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CRISI D’ANSIA
L’insegnante soffriva però di crisi d’ansia e assumeva un ansiolitico prescrittole da un noto neurologo casertano, che è già stato ascoltato dagli inquirenti, così com’è stata sentita la collega di Raffaella che non era con lei sul treno. Le indagini sono coperte dal massimo riserbo.
A Marcianise tutti la ricordano come una donna tranquilla che frequentava la parrocchia e che andava in palestra almeno due volte la settimana per tenersi in forma. Per gli alunni era una donna dal “cuore d’oro” e i ragazzi stanno ora tempestando di messaggi la famiglia.
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E allora cosa può esserle passato per la testa? Aveva assunto qualche farmaco? Fa riflettere, in proposito, quanto riporta il Corriere della Sera: “Qualcuno l’ha indotta a farlo? È stata spinta sui binari?” Evidentemente, dunque, al quotidiano di via Solferino avranno saputo che nei video non deve essere stato ripreso il momento dell’impatto. Il che apre più ampi scenari anche rispetto all’incidente e al mero suicidio, che infatti il Corriere delinea: “Le ipotesi sono tutte in campo: dall’istigazione al suicidio fino all’omicidio”.
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