Sergio Rilletti esordisce sulle pagine de Il grande Diabolik: lo scrittore milanese compare con tre storie, una lunga e due brevi, imperdibiliRilletti inventò il primo detective affetto da tetraparesi spastica, Mister Noir, ispirato direttamente alla sua storia personale.L’intervista di Cronaca Vera all’autore
Sergio Rilletti, classe 1968, non si ferma più. Lo scrittore che inventò Mister Noir, il primo detective della letteratura affetto da tetraparesi spastica e ispirato direttamente alla sua storia personale, arriva sulle pagine di Diabolik.
L’annuncio arriva su Facebook: “In edicola il numero 1/2022 de Il Grande Diabolik, con una storia lunga e due brevi, tra cui ORA X, il mio primo fumetto come autore; scritto da me, sceneggiato da me e da Roberto Altariva, e disegnato da Rosario Raho”. Rilletti, al pari della scuola dei duri milanese che prese piede dalla mente vulcanica di Andrea G. Pinketts, è una vecchia conoscenza di Cronaca Vera, che ha anche potuto ospitarne qualche racconto. Lo abbiamo incontrato.
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Cosa rappresenta per te Diabolik?
Diabolik è uno dei primi fumetti a cui mi sono affezionato quando ero bambino; lo leggevo con mia sorella quando, in estate, andavamo in vacanza all’isola d’Elba; una tradizione, quella della lettura estiva di Diabolik, che poi ho continuato per conto mio, espandendola, pian piano, a tutti i periodi dell’anno.
A parte ovviamente Eva Kant, ciò che mi piace di più di lui è la sua determinazione e il fatto che, per lui, non esistono imprese impossibili, con la dovuta preparazione. E, in questo, ci somigliamo: anche la stesura di certi miei racconti, infatti, mi sembrano delle imprese impossibili, ma alla fine, come Diabolik, riesco sempre a raggiungere l’obiettivo che mi ero prefissato.
Come sei arrivato a proporre una tua storia?
Anni fa, la Casa editrice Astorina, in collaborazione con la rivista Tonic Mag, indisse un concorso per racconti brevi con protagonista Diabolik, che poi sarebbero stati pubblicati e trasformati in fumetto, in un’apposita collana. Pochi giorni prima della scadenza mi venne in mente un’idea, ma, purtroppo, non riuscii a inviare il racconto in tempo. Così, convinto di aver scritto comunque una bella storia, aspettai l’occasione, che ovviamente ricercai, di incontrare Mario Gomboli, il direttore di Diabolik.
L’avevo conosciuto qualche anno prima, a un corso di scrittura mystery di Andrea Carlo Cappi e, appena mi rivide, con mio grande stupore mi riconobbe subito, salutandomi con entusiasmo e facendomi pure i complimenti per le avventure di Mister Noir. E’ vero che durante il nostro primo incontro mi aveva detto che rimaneva in attesa di un mio soggetto, ma non pensavo certo che si ricordasse così bene di me!…
Comunque lo avvisai che a breve gli avrei inviato una mia storia con Diabolik; e così feci. Un po’ di tempo dopo lui mi rispose, rinnovandomi i complimenti per quello che facevo, e dicendomi che aveva letto attentamente il mio racconto ma che era troppo breve per poter diventare un fumetto, ponendomi pure qualche interrogativo, a cui ovviamente risposi, ma dicendomi anche che avevo avuto un’idea “GENIALE!” e che, se avesse avuto modo di inserirla in una storia, me ne avrebbe dato merito!…
Quando, anni dopo, Il grande Diabolik cambiò formula, pubblicando una storia lunga e due brevi, io modificai il racconto, tenendo in considerazione quello che mi aveva detto Gomboli, e glielo rinviai. Dalla sua risposta capii che il fumetto sarebbe stato realizzato, e ne approfittai per chiedergli se potevo scrivere la sceneggiatura. E così è stato.
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Cosa cambieresti in Diabolik?
Prenderei me tra gli sceneggiatori abituali!… Comunque, sogni e battute a parte, non si può pensare di apportare cambiamenti radicali a un fumetto che, proprio quest’anno, celebra il suo 60° Anniversario. I lettori, così come gli spettatori, si affezionano a una determinata serie – a fumetti, televisiva, cinematografica, o letteraria – proprio perché sanno di trovare sempre certi elementi; alterare anche solo uno di questi elementi, sarebbe un’operazione molto rischiosa.
Hai mai pensato di fare un personaggio simile a lui nei tuoi noir?
Sì, ho creato un rapinatore senza scrupoli che non ha un nome, ma ben due soprannomi: Occhi Azzurri alias Il Bastardo. Finora ho pubblicato solo una sua avventura, Rapina a doppio taglio, che ha già avuto diverse pubblicazioni e che recentemente è riapparsa nell’antologia Menegang curata da Andrea Carlo Cappi per le Edizioni Borderfiction, ma spero proprio che possa diventare un personaggio seriale.
Cosa prevedi per il futuro: nuove storie di Mister Noir o nuove avventure nei fumetti?
Be’, il 16 Ottobre prossimo Mister Noir compirà 18 anni, e io spero di poterlo festeggiare con l’uscita del suo primo romanzo. Poi spero di poter collaborare ancora con Diabolik: le idee non mi mancano. Infine, mi auguro di riuscire a realizzare, prima o poi, due desideri dei lettori: il mio racconto autobiografico Solo! e un’avventura di Mister Noir, a fumetti.
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