Chiara Ferragni e Liliana Segre: ecco dove e perché potremmo vederle presto insieme
Grandioso a Milano verrebbe da dire. Leggete un po’ quanto segue…
”Mi piacerebbe molto incontrare Chiara Ferragni e invitarla a visitare con me il “Memoriale della Shoah di Milano”. A dirlo è Liliana Segre, senatrice a vita sopravvissuta alla deportazione nei campi di sterminio nazisti, a margine della sua ultima visita al Binario 21 della Stazione Centrale di Milano, quello da cui partivano i treni carichi di ebrei e deportati politici diretti ad Auschwitz-Birkenau.
Lei stessa è stata costretta a salire su uno di quei vagoni quando era solo una bambina e oggi ha fatto della testimonianza la sua missione, affinché gli orrori del nazifascismo non si ripetano: per questo ha voluto appellarsi all’imprenditrice digitale seguita da milioni di persone in tutto il mondo affinché usi il suo “potere” di influencer per far avvicinare i più giovani al Memoriale della Shoah.
“Conosco Chiara Ferragni, so che vive a Milano e so quello che fa. Ho visto che si è impegnata col marito su diversi temi di importanza sociale, è sicuramente una donna attenta anche a argomenti diversi da quelli che riguardano il suo lavoro legato alla moda – ha spiegato Liliana Segre a Repubblica -. Quindi, perché no? Sarebbe interessante conoscerla e poter venire magari assieme qui, davanti a questa grande scritta ‘Indifferenza’ che io ho voluto fosse messa all’ingresso del Memoriale proprio perché è questo oggi il problema da risolvere”.
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Il fatto che i ragazzi conoscano poco questo luogo e le storie che vi sono custodite, è il mio cruccio. Questo mi addolora, quando mi tocca ricordare che cosa ho vissuto io e cosa hanno vissuto milioni di ebrei, condannati per la sola colpa di esser nati – ha proseguito la senatrice – Se i giovani non arrivano, è stato tutto inutile? Se Chiara Ferragni venisse qui con me, molti adolescenti si interesserebbero a questo argomento e verrebbero qui a vedere quel che è successo a me e a tanti altri, fra cui i tanti che non sono mai tornati dal viaggio verso l’orrore”.
Stefano Mauri