Tanto tuonò che ripiovve? Sembrerebbe proprio di sì, o meglio, è andata così. Dopo la dolorosa sconfitta nella finale di Coppa Italia con la Juve rimontata e battuta dall’Inter, negli spogliatoi dell’Olimpico è infatti andato in scena un nuovo confronto pesante, uno scazzo tra Nedved e Agnelli, col coinvolgimento del mister Max Allegri.
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Il primo ha da sempre nel mirino Allegri, difeso dal secondo. Oggetto del contendere: gli errori del trainer livornese nella gestione di squadra e partita, in una stagione finita male e nella quale, secondo il ceco, non si sono visti passi avanti ma un lento declinare. E scintille ci sono state in spogliatoio anche tra lo stesso Nedved e Allegri.
Chi ha ragione tra Agnelli e Nedved? Detto che il primo è il proprietario e il secondo un dipendente (seppure di lusso), di sicuro l’aria intorno all’allenatore alimentata anche da mezze frasi, immagini e sussurri, non è delle migliori.
Allegri deve migliorare, Agnelli sta garantendo alla Juve presente e futuro insieme ad Elkann, ma Nedved rimane l’unico dei dirigenti non toccato dall’epurazione della scorsa estate. Gli altri sono spariti tutti, anche quelli (Fabio Paratici) che – come Nedved – avevano spinto per iniziare la rivoluzione scegliendo Sarri (poiché Agnelli non ha riaccolto Conte?), scelta poi rivelatasi fallimentare.
La società a livello informale ha smentito le voci relative a presunte tensioni dopo la finalissima di Coppa Italia. Come fare per andare avanti? Difficile ricucire gli strappi tra Pavel Nedved e Massimiliano Allegri, quindi, dietro input precisi provenienti dall’amministratore delegato Arrivabene, probabilmente deciderà Elkann in che modo sistemare gli attriti che aleggiano nella Juventus. Un suggerimento senza pretese?
Beh Paratici potrebbe portare a Londra, sponda Tottenham, pagandoli bene, lo stesso Nedved, Ramsey, Pellegrini, Rabiot e De Ligt. Ma sicuramente non andrà così!
Stefano Mauri