Fabrizio Angeloni aveva accoltellare moglie e figlia per poi tentare di togliersi la vita. La tragedia a Ladispoli, con protagonista un ricercatore dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare. La ragazza, prima di perdere i sensi, aveva urlato ai vicini: “Salvate la mamma, non il papà”L’uomo non avrebbe accettato la fine della relazione. Ma la difesa aveva aperto un giallo, sostenendo che ci fossero diverse cose che non tornavano nella ricostruzione del duplice tentato omicidioLa figlia si è svegliata dopo una settimana dal coma farmacologico. E ha raccontato cos’accadde. La ricostruzione del caso nell’approfondimento di Cronaca Vera
Fabrizio Angeloni, 48 anni, non avrebbe accettato la fine della relazione con la moglie. Per questo, sarebbe tornato nell’abitazione in cui aveva vissuto per vent’anni. E, al termine di una lite, l’avrebbe accoltellata, finendo per colpire anche la figlia 17enne Sofia.
Questa la prima ricostruzione degli inquirenti e del gip Paola Petti del tribunale di Civitavecchia, che ha convalidato l’arresto dell’uomo per duplice tentato omicidio aggravato.
Silvia Antoniozzi, 49 anni, è stata operata d’urgenza allo stomaco e al petto al San Camillo e le sue condizioni sono gravi. Non è in pericolo di vita Sofia, in cura al Bambino Gesù di Palidoro per ferite d’arma da taglio alla mano sinistra e un’altra a una scapola.
Mentre è finito al Policlinico Gemelli proprio Fabrizio, che avrebbe tentato di uccidersi dopo aver ferito moglie e figlia. Ma cos’è successo in quella casa di via Milano, a due passi dal mare?
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L’AGGRESSIONE DI FABRIZIO ANGELONI: LA RICOSTRUZIONE
L’allarme è scattato quando proprio Sofia sarebbe riuscita a sfuggire alla violenza del padre suonando disperatamente al campanello del vicino e chiedendo aiuto: «Ho udito le grida della ragazza provenire dall’appartamento e poi dal pianerottolo» dirà l’uomo.
«Salvate la mamma, non il papà!» avrebbe poi detto la giovane ai soccorritori prima di perdere i sensi. Nessuno s’immaginava un epilogo del genere. Insegnante di scuola media Silvia, studentessa liceale modello Sofia, progettista dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare Fabrizio. Una famiglia tranquilla, che tuttavia era entrata in crisi. Tanto che la coppia aveva deciso di separarsi.
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IL FRATELLO DI LEI
Il fratello della donna, Roberto, rintracciato da Repubblica fuori dalla rianimazione del San Camillo, dice: «Mi chiedo se potevo fare qualcosa per aiutare Silvia. Ma non ho capito nulla di quello che stava succedendo. Nessuno chiami tutto questo amore».
Ma nemmeno lui sa spiegarsi quanto accaduto, dato che il cognato gli era sempre sembrato un «uomo innamorato tantissimo di lei. Abito ad Anguillara e quel rapporto quotidiano tra fratello e sorella non c’è da tempo. Non avrei mai immaginato però una cosa del genere».
Due settimane prima della tragedia Silvia lo aveva informato della separazione, una cosa che lo aveva sorpreso: «Mia nipote è stata una spalla per Silvia. Sarebbe stata lei a preparare il padre alla realtà di una unione arrivata al capolinea. È forse per questo che si è avventato anche sulla mia cara nipote? Lei è una ragazza sensibilissima. Mi chiedo come un padre e un marito possa fare una cosa del genere. Sono sotto shock. Non riesco a credere a quello che stiamo vivendo in queste ore di angoscia. Posso solo dire che mio cognato era all’apparenza una persona tranquilla ma adesso devo pensare che quell’uomo nascondesse una personalità a noi sconosciuta».
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Un vicino di casa, Andrea Fornari, dice invece al Messaggero: «Era venuto da noi a casa per sfogarsi e dirci che non accettava la fine della storia e poi che loro due, moglie e figlia , non ce l’avrebbero fatta ad andare avanti senza di lui».
E il quotidiano romano riporta anche la notizia secondo la quale Fabrizio sospettava che l’ex potesse avere un’altra relazione. Fabrizio non avrebbe accettato la fine di quella storia, tanto da presentarsi all’alba all’appartamento in cui ormai non viveva più, per chiarire, poi litigare e infine colpire con un coltello moglie e figlia, prima di rivoltare l’arma contro se stesso. Ma l’aveva già con sè? O dove l’aveva preso?
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I DUBBI DELLA DIFESA
L’avvocato del ricercatore, Serena Gasperini, nutre tuttavia dubbi sulla dinamica dell’accaduto e dice al Corriere della Sera: «Il mio assistito non è una persona violenta, viene descritta come molto remissiva e pacifica. Peraltro è stato colpito da numerose coltellate all’addome che non possono essere riconducibili a un tentativo di suicidio, senza contare il fatto che il coltello è stato ritrovato sul tavolo in cucina mentre lui e la moglie erano riversi sul pavimento del bagno. Ci sembra oltretutto eccessiva la misura della detenzione in carcere, anche perché non è mai stato protagonista di episodi di violenza e non è mai stato denunciato per episodi di maltrattamenti in famiglia». La speranza è che tutti ne escano salvi. E che dunque il giallo possa essere chiarito definitivamente dai diretti interessati.
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IL RISVEGLIO
Dopo una settimana, la figlia, operata, si è risvegliata dal coma farmacologico. E ha confermato che il padre ha cercato di uccidere la mamma e poi ha accoltellato lei. Silvia versa ancora in gravi condizioni.