Sabrina Quaresima, finto l’incubo per la preside del liceo Montale, messa alla gogna sui giornali per le voci su una presunta relazione con uno studente 19enne della scuola.Gli ispettori non hanno trovato nulla di vero. La donna si era difesa anche in tv, stanca di sentirsi parlare alle spalle: “Non ho mai avuto una storia con quel ragazzo” aveva giurato.La ricostruzione del caso nell’approfondimento di Cronaca Vera
Sabrina Quaresima è tornata a sorridere. Lo fa in una foto postata sulla pagina Facebook aperta dalla sorella Annamaria, con il commento: «Finalmente un pó di tempo insieme, una passeggiata lungomare, un buon pranzo e qualche risata! Le Quaresima Sisters vi mandano un grandissimo abbraccio augurandovi un meraviglioso fine settimana!»
La pagina si chiama, non a caso, “Sosteniamo Sabrina Quaresima” ed era nata per difendere l’onore e la reputazione della preside del liceo Montale, finita sulla bocca di tutti per la presunta love story con uno studente 19enne della sua scuola. Non c’era nulla di vero, come lei aveva sempre detto e come è stato certificato dall’ispettrice del ministero, che l’ha interrogata per dieci ore e mezza, un tempo lunghissimo, nemmeno dovesse rispondere di qualche reato.
Invece, alla peggio, avrebbe dovuto rispondere di questioni disciplinari, dato che lo studente è abbondantemente maggiorenne. Ora l’incubo dell’insegnante è finito. Ma com’è cominciato tutto?
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LE VOCI SU SABRINA QUARESIMA
Tutto è cominciato quando sono comparse scritte allusive sui muri della scuola, pesanti: “Il tuo silenzio parla per te” o “La laurea in pedagogia l’hai presa troppo seriamente”. Il riferimento era a voci su una presunta relazione che l’insegnante, al suo anno di prova come preside, avrebbe avuto con un allievo dell’ultimo anno.
La vicenda finisce sui giornali, in radio, in tv, sul web. Il Collettivo degli studenti ne chiede le dimissioni. Emergono pure presunte chat. Il quotidiano Repubblica riporta la confessione che il ragazzo avrebbe fatto agli amici: «Lei mi convocava a scuola fuori dall’orario delle lezioni, mi chiedeva cosa dovesse indossare il giorno dopo. Abbiamo avuto un rapporto sessuale in macchina in un parcheggio sotto i palazzi. A un certo punto non sapevo più come uscirne, non riuscivo a troncare. E la situazione mi è sfuggita di mano». Nel corso dell’atto, avrebbe detto lo studente «è anche arrivata una chiamata del marito».
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Presto si muovono gli ispettori regionali. Sabrina viene ascoltata per dieci ore e mezza. Si difende a mezzo stampa: «Per il ragazzo solo simpatia, mi aveva aiutata. Nei messaggi che ci siamo scambiati non penso ci sia nulla di equivoco, ho sempre rispettato il mio ruolo e l’ambiente scolastico».
Poi va ospite a Porta a Porta, da Bruno Vespa: «All’inizio, quando alcuni docenti mi hanno riferito delle voci, mi sembrava un incubo, sembrava quasi che si parlasse di qualcuno che non ero io. Mi dicevo “magari è solo una voce che si spegne così come è venuta fuori”». Invece la storia è montata. E allora vuole essere categorica: «Non c’è mai stata alcuna relazione».
Dice che nemmeno quelle chat sono vere, tanto che ha presentato una querela. E allora perché tutto questo? Sabrina sostiene di aver capito che qualcuno ce l’abbia con lei, quanto allo studente, ha sempre pensato ad «un’invenzione di un ragazzo che voleva darsi delle arie».
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Dopo lo scandalo «l’ho incontrato due volte, sporadicamente, ‘buongiorno, buongiorno’. All’inizio avevo tentato anche di contattarlo per capire cosa stesse accadendo ma non ho ricevuto risposta». Quando Vespa le chiede come abbia reagito il marito, riponde: «È stato eccezionale. Non mi ha mai chiesto niente.
Ha subito capito che ero finita in un ambiente ostile». Dalla sua parte c’è anche una lettera di ex studenti, pubblicata sulla pagina Facebook aperta dalla sorella e seguita da oltre tremila persone: «Una donna rara insultata da mandrie feroci di analfabeti».
LA GIUSTIZIA TRIONFA
Poi ecco l’esito dell’ispezione ministeriale, pubblicato come fosse un urlo liberatorio, sulla stessa pagina: «LA GIUSTIZIA HA TRIONFATO!!!!!! L’Ufficio scolastico regionale del Lazio ‘non ha accertato violazioni del codice disciplinare’ nella vicenda del liceo Montale di Roma sulla presunta relazione tra la preside e uno studente 19enne. L’Usr, si legge in una nota, ha ‘avviato un’ispezione amministrativa a tutela di tutta la comunità scolastica. L’ispezione, ora terminata, non ha accertato violazioni del codice disciplinare, per cui questo Ufficio non adotterà provvedimenti disciplinari’».
Sabrina ringrazia tutti in un breve video, presto virale. E i commenti si scatenano, dal semplice “Grande prof!” a chi le consiglia di chiedere un risarcimento. E poi: “Ora gli studenti dovrebbero scrivere uno striscione di scuse”. Infine, il post sorridente accanto alla sorella.
Finisce così, ma non dovrebbe finire così. La vita di una donna è stata stravolta da un feroce pettegolezzo rivelatosi peraltro totalmente infondato. Qualcuno, e non solo gli ispettori, dovrebbe restituirle a piene mani la dignità che le avevano scippato.