Carol Maltesi, nuovi interrogativi emergono dopo le scoperte dell’avvocato dei genitori della vittima. E ora gli inquirenti non escludono di poter contestare le aggravanti della premeditazione e del movente economico
Carol Maltesi, si aprono nuovi scenari sulla sua fine. In particolare sui motivi che spinsero Davide Fontana ad ucciderla. Mentre con tutti fingeva di essere lei usandone il telefonino, il bancario usava infatti i soldi della vittima per darsi a spese folli.
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Carol Maltesi, il delitto e il movente
Carol venne ammazzata il 10 gennaio scorso a Rescaldina dal vicino di casa, che poi la fece a pezzi, la congelò in un freezer preso appositamente su Amazon. E due mesi più tardi ne gettò i resti in una scarpata a Borno, nel bresciano.
Quando venne scoperto, Davide confessò inizialmente che tutto era accaduto in una sorta di gioco erotico finito male, mentre i due stavano girando un video a luci rosse violento: l’aveva colpita con un martello. Poi, vedendo che soffriva troppo, la sgozzò. Così sostenne.
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Solo che la telecamera aveva ripreso tutto. E una ricostruzione diversa apparve nella rinnovazione della custodia cautelare stabilita dal gip Stefano Colombo. Ovvero: Carol, con lo pseudonimo di Charlotte Angie, e Davide stavano girando effettivamente insieme un film per adulti.
Ma furono interrotti dalla telefonata dell’ex compagno di lei che le chiese: «Quando pensi di trasferirti a Verona?». Carol stava infatti cercando casa in affitto là, per stare accanto al suo bimbo di cinque anni. Non appena chiuso il telefono, Davide, spaventato dall’idea di perderla, prima la colpì con un martello e poi le tagliò la gola: «Non so cosa mi sia successo» proverà a giustificarsi.
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Un movente diverso?
Ma le cose non tornano. Nei due mesi successivi Davide si spacciò per Carol usandone il telefono per rispondere a parenti, amici e conoscenti. E questa cosa è plausibile per una persona che cerca disperatamente di coprire un delitto che ha commesso.
Ma ciò che emerge oggi stride fortemente con un movente passionale che avrebbe gettato nello sconforto e nel terrore una persona tanto da spingerla a uccidere. Perché il bancario non si limitò affatto a simulare di essere Carol. Ma ne usò la carta di credito per pagarsi scarpe di pelle, cene e pranzi ai ristoranti, pieni di benzina, affitto e bollette.
Lo ha scoperto l’avvocato Manuela Scalia, legale dei genitori della vittima, che dice al Corriere della Sera: «Ce ne siamo accorti esaminando i movimenti sul conto di Carol. E immediatamente sono andata a comunicarlo al pubblico ministero che ora provvederà a ulteriori verifiche».
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Ora, è naturalmente possibile che un assassino, per sviare ulteriormente le indagini sulla scomparsa di una persona, ne utilizzi qualche volta bancomat o carte di credito per simulare che sia viva.
Ma l’avvocato precisa che Davide «ha usato migliaia di euro» della giovane. Ovvero i tanti soldi messi da parte da Carol girando video sulla piattaforma Onlyfans per trasferirsi a Verona accanto al figlio.
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Le indagini proseguono
E questo è un particolare importante: perché dimostra che la carta di credito non fu usata unicamente per sviare eventuali indagini, ma proprio per darsi allo shopping sfrenato.
Ma l’entità delle spese dimostra anche come il bancario non fosse minimanente turbato dalle atrocità commesse, come lo sarebbe una persona che invece ha ucciso in preda ad un raptus o nel corso di un gioco erotico finito male. O di chi, ancora, avesse ucciso pur di non perdere una persona di cui era follemente innamorato. Lascia anzi immaginare che la sua unica paura fosse di perdere il denaro che i risparmi di Carol potevano fruttargli.
Così l’inchiesta prosegue. Saranno analizzati telefoni e pc. E gli inquirenti non escludono che possano essere contestate ulteriori aggravanti: dal movente economico alla conseguente premeditazione. Dettagli decisivi per chiedere l’ergastolo.
Manuel Montero
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