Anna Maria Tolomello viveva negli Usa con Giovanni Gallina, insieme al quale gestiva un’apprezzata pizzeria.Ha sparato al marito e lo ha nascosto in camera da letto per tredici giorni, avvolto in un telo. Prima che la polizia scoprisse tutto aveva fatto scavare una fossa nel terreno per liberarsi di luiA dare l’allarme il figlio dall’Italia. La ricostruzione del caso nell’approfondimento di Cronaca Vera
Quando Anna Maria Tolomello ha infine confessato il delitto del marito, ha dato una spiegazione che ha lasciato piuttosto perplessi: lui aveva tentato di strangolarla e lei ha reagito sparandogli con una Smith & Wesson 38 Special.
Ma di certo la sua versione dei fatti sulla dinamica dell’omicidio è la cosa meno strana avvenuta nella casa della coppia a Limekiln Pike, nella sezione Chalfont di Hilltown Township, Bucks County, in Pennsylvania. La polizia, infatti, una volta entrata si è trovata davanti al cadavere del marito, Giovanni Gallina, avvolto in un telo in camera da letto.
Era lì da due settimane. E l’odore era ormai nauseabondo. Ma cos’è successo davvero?
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LA SCOMPARSA DI GIOVANNI GALLINA
Anna Maria e Giovanni sono originari di Carini, in provincia di Palermo, ma vivevano in un piccolo paese di quattromila abitanti negli Stati Uniti. Diciassette anni di differenza tra i due, 48 lei e 65 lui, erano i titolari di un’apprezzata pizzeria italiana, la Pina’s Pizza di Chalfont. Senonchè, dal 16 marzo, nessuno aveva più visto Giovanni.
Nè giù al locale, nè in giro per le strade del paese. Anna Maria diceva che era partito per affari lasciando il cellulare a casa. E così avrebbe raccontato anche al figlio che vive in Italia. Secondo quanto riportano i media americani, proprio lui avrebbe fatto partire le ricerche della polizia, non riuscendo a mettersi in contatto con il padre.
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LA CONFESSIONE DI ANNA MARIA TOLOMELLO
Ma non appena gli agenti sono andati a casa della mamma, la donna ha confessato di averlo ucciso due settimane prima. Il cadavere era ancora in camera da letto, avvolto in un telo blu. Ed emanava un odore nauseabondo.
Proprio per questo Anna Maria aveva chiesto in giro qualche prodotto che potesse liberarla dal fastidio di una puzzola che si nascondeva in garage. Poi, aveva pagato 350 dollari una persona per scavare una fossa profonda non distante da casa. Le misure erano quelle giuste del marito anche se, ovviamente, chi ha scavato non ne era al corrente.
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La buca per celare le prove del delitto è stata in effetti rinvenuta dagli investigatori. In paese è grande lo choc. Racconta ad esempio la vicina di casa Jessica Gabryelewicz: «Non li ho mai sentiti litigare. Voglio dire, non ho mai nemmeno sentito spari o altro, il che è pazzesco perché abito proprio accanto a loro».
Ancora più turbato il nipote della vittima, Carlo Vitale, che per quindici anni ha lavorato alla Pina’s Pizza a Butler Avenue: «Sto tremando, non riesco ancora a crederci. Tutto quello che è successo è difficilissimo da accettare. La pizza era ottima e gli affari andavano bene. Sembra un brutto sogno».
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LA RACCOLTA FONDI
Giovanni era un uomo molto amato nella zona. Non a caso qualcuno ha deciso di aprire una raccolta fondi a suo nome sul portale Gofundme:
«Ciao, mi chiamo Anja e non avrei mai immaginato di dover scrivere o creare una raccolta fondi come questa. È con grande tristezza, shock e dolore dire improvvisamente addio a “The Boss”, o per me, “Pops”. Un amico per molti di noi, un padre per i suoi tre figli, nonno di due bei ragazzi e titolare di Pina’s Pizza ci è stato portato via troppo presto.
Stiamo cercando di raccogliere fondi per aiutare il figlio maggiore per il suo viaggio di emergenza negli Stati Uniti e le eventuali spese funebri associate alla perdita di suo padre. Il figlio attualmente risiede in Sicilia con una famiglia tutta sua di cui occuparsi. “The Boss” era un brav’uomo, duro fuori, ma amorevole dentro. Ha aiutato molte persone bisognose, me compresa, e gli sarò grata per sempre. Posso scrivere pagine sull’impatto di quest’uomo su così tante persone.
Era una persona divertente, di buon cuore e buona in tutto. Il contributo di tutti è molto apprezzato per la perdita del nostro Capo, del nostro Papà, di Giovanni Gallina e della famiglia».
In poco tempo sono stati raccolti oltre 3 mila dollari. Chi ne dava 10, chi 20, chi 50, tutte donazioni accompagnati di messaggi di profondo smarrimento. Scrive un conoscente: «Giovanni è stato così gentile con la mia famiglia. Mio nipote Jamison gli prendeva la mano e andava dietro al bancone».
E un altro, Maureen McCullough: «Giovanni mi portava al lavoro e a volte si presentava un’ora dopo con una pizza calda in mano rendendo migliore la nostra giornata. I miei pensieri sono con la sua famiglia e i suoi nipoti in questo momento difficile».