Gigi Buffon, portierone italiano del Parma (serie B) ancora in attività, beh fa calcio da una vita, forte e fresco coi suoi 44 anni tra 10 scudetti vinti con la Juventus, la Ligue1 col Psg, la Coppa del mondo sollevata a Berlino, una collezione unica di record e trofei, compresa la Serie B accettata e vinta in bianconero che considera tra le medaglie più belle.
E nei giorni scorsi, Super Luigi si è raccontato ad Antonio Barillà, sul quotidiano La Stampa. Ecco un significativo sunto dell’intervista…
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È il secondo Mondiale di fila senza Italia.
Già nel 2010 in Sudafrica, dopo l’eliminazione con la Slovacchia, osservai che la globalizzazione stava cambiando valori e gerarchie e che avremmo dovuto cominciare a festeggiare anche le qualificazioni. Da allora abbiamo avuto illusioni, momenti di gloria come l’Europeo, ma non avevo sbagliato: caratterialmente siamo unici, perciò nelle difficoltà sappiamo far blocco e andare fuori giri, quando però c’è calma ci mancano qualità e spavalderia
Giusto andare avanti con Mancini?
È stato l’artefice principale del rinascimento vissuto con l’Europeo, ma dopo una batosta così qualche responsabilità ce l’ha anche lui. C’è modo e modo di uscire, se perdi ai rigori con il Portogallo nessuno può rimproverarti, dopo la caduta con la Macedonia del Nord ripartire è più duro: alle prime difficoltà, potrebbero tornare i fantasmi, riaffiorare i capi di imputazione. Diciamo che l’equilibrio è sottile.
Cannavaro è rimasto colpito dalla rassegnazione.
Condivido e da un certo punto di vista mi fa piacere: anni addietro avremmo assistito a gogne mediatiche, perciò rilevo nelle critiche soft una crescita del senso civico. Mi auguro, ovviamente, al di là delle reazioni, che chi occupa ruoli apicali nel calcio trovi la rabbia e le soluzioni per ripartire.
Per lo scudetto è corsa a tre o a quattro?
Assistiamo a campionato sui generis, di solito una squadra domina e altre la infastidiscono: quella che sembrava dominare era l’Inter, ma poi ha avuto diversi passaggi a vuoto, s’ è rilanciata vincendo a Torino e adesso la rivedo favorita.
La Juve ha perso una chance.
Se avesse vinto, lotterebbe a sua volta, ma questo è il campionato dei rimpianti. Anche l’Atalanta, con il ritmo degli anni scorsi, avrebbe potuto ambire al titolo.
Dybala lascerà la Juve.
Non me l’aspettavo, ma la società è stata onesta, diretta, spiegando che non è più funzionale al progetto. Non gli hanno rinnovato il contratto per questo, non certo perché lo ritengono scarso: Paulo troverà altrove l’opportunità di fare grandi cose, ma non vorrà dire che la Juve ha sbagliato.
Così parlò Buffon…
Stefano Mauri