Liliana Resinovich, il dna maschile trovato sul cordino che le stringeva i sacchetti intorno al collo esclude il marito Sebastiano Visintin, l’amico Claudio Sterpin e il vicino di casa Salvatore NastiSe il dna maschile sul cordino era in ridotte quantità, molto più abbondante quello di Liliana: fatto che orienta gli inquirenti per il suicidioLo sfogo di Sebastiano: “Mi distrugge l’idea che si sia tolta la vita”Restano ancora tre elementi per chiarire il giallo: ecco qualiLiliana Resinovich, il test del dna è un nuovo buco nell’acqua. E gli inquirenti sono ora portati ad orientarsi seriamente verso la più improbabile delle ipotesi: il suicidio. Restano ancora tre elementi per dare una svolta al giallo. Ma cerchiamo di andare con ordine e ricostruire la vicenda, seguendo il racconto dei testimoni.Liliana Resinovich: e se davvero la sua fosse una morte naturale? L’ipotesi choc – GUARDA
La scomparsa e il ritrovamento di Liliana Resinovich
La mattina del 14 dicembre, Sebastiano Visintin esce dall’abitazione alle 7,45 per andare a consegnare dei coltelli che affila per arrotondare da quando è in pensione. Quindi, dirà «senza passare da casa, sono andato a farmi un giro in bici sull’Altopiano. Ho girato anche dei video che ho consegnato alla Questura».Liliana viene vista passare per strada dalla fruttivendola tra le 8,15 e le 8,30. La immortala una telecamera di un autobus in una piazza vicina alla sua abitazione. Alle 8,22 chiama un amico di lunga data, Claudio Sterpin, ex maratoneta di 82 anni, della cui frequentazione il marito sosterrà di non aver mai saputo nulla. Sterpin: «Avevamo deciso di trascorrere un weekend insieme». Comunque sia, a Claudio, Liliana dice che sarà da lui alle 10, dopo essere passata in un negozio della Wind, dove però non arriverà mai.Cosa le è dunque successo tra le 8,30 e le 10 di quella mattina? Una seconda domanda sorge spontanea: dato che aveva lasciato i suoi due cellulari a casa, è possibile che, arrivando alla Wind se ne sia accorta e sia tornata indietro?Liliana Resinovich: l’ombra del delitto perfetto – L’ANALISI DEL GIALLISTA
Il giallo
Il cadavere viene trovato nel parco dell’ospedale psichiatrico, area molto frequentata di giorno e aperta, il 5 gennaio. In posizione fetale, è infilata in due sacchi della pattumiera e intorno alla testa ha due sacchetti stretti con un cordino. Niente di più ovvio che si tratti di omicidio.Invece no. Il referto autoptico non parla di lesioni o violenze, ma solo di “scompenso cardiaco acuto”. La Procura indaga contro ignoti solo per “sequestro di persona”.Ma non per tutti è così. Il fratello Sergio deposita una memoria. E dice: «Mia sorella è stata uccisa. E il movente è economico».Liliana Resinovich, la soluzione del giallo non è nel dna. Ma nelle scarpe – GUARDA
Gli amici
Più persone alludono a comportamenti a loro dire strani di Sebastiano. Tra questi, Pino e Laura, compagni di vacanze e amici della coppia dal 1995. Raccontano che Sebastiano si era presentato da loro per chiedere di custodirgli la macchina fotografica di Liliana fino a quando non avesse trovato qualcuno a cui regalarla. Solo che era il 16 dicembre e tutti cercavano la donna come viva. Quando Laura gli disse allora cosa le avrebbe detto quando fosse tornata, Sebastiano le avrebbe risposto che a suo parere si era suicidata. Eppure, a verbale, era un’ipotesi che avea escluso.Liliana Resinovich, la fotocamera data via dopo la scomparsa e il mistero dei 5 hard disk – GUARDA
I vicini di casa
E poi ci sono i vicini di casa, Gabriella e Salvatore Nasti, ex poliziotta ed ex carabiniere. Rammentano di essere stati avvertiti da Sterpin, dopo la scomparsa di Liliana, di un fatto che ignoravano: «Avevamo saputo che nel fine settimana del 19 dicembre era previsto che lei avrebbe dovuto lasciare il tetto coniugale per andare da lui, era stufa del marito e aveva deciso dopo lunga frequentazione di andare a vivere con lui».Liliana Resinovich, tutti gli enigmi del caso – SPECIALE
L’ipotesi dell’amico di Liliana Resinovich: morte naturale
Il test tossicologico esclude che Liliana abbia ingerito droghe o farmaci che ne potessero far scemare le difese: ha infatti solo tracce di Tachipirina e Aspirina. Un amico della donna, Fulvio Covalero, dice a Mattino Cinque: «Ho pensato che Lilly potrebbe avere subìto un’aggressione verbale molto violenta, che avrebbe potuto provocarle lo scompenso cardiaco riscontrato. Se a provocarle questo choc fosse stato Sebastiano, lui avrebbe chiamato l’ambulanza per tentare di salvarla».Dunque, una morte per cause naturali. E poi qualcuno avrebbe trasportato lì il corpo, lasciandolo in quelle condizioni, per non sentirsi chiamato in causa. E ancora: «Il corpo di Liliana Resinovich era avvolto da due sacchi attorno alla testa. Quindi, subito ho pensato a un senso di protezione e ho capito che questa vestizione l’ha fatta qualcuno che le voleva bene».«In fondo al rettilineo del bosco in cui è stata trovata c’è una scarpata molto ripida, ma non l’hanno buttata giù di là. Io ho letto questa scelta come un altro segnale: se l’avessero gettata giù, l’avrebbero sfigurata e le avrebbero procurato delle fratture, benché fosse già morta. Questo sarebbe stato insopportabile per chi aveva interesse nel farla trovare».Quanto alla posizione fetale del cadavere «si giustifica dal fatto che il corpo potrebbe essere stato caricato nel baule di un’automobile. Quando il cadavere è stato tolto da dov’era ed è stato portato nel bosco, a quel punto probabilmente perdeva dei liquidi. Dunque, l’hanno impermeabilizzato per evitare che sporcasse il mezzo o comunque gli interni della macchina su cui è stato trasportato».Liliana Resinovich, dai codici bancari spariti ai veleni: i tasselli di un enigma – GUARDA
Per gli inquirenti il suicidio di Liliana Resinovich è probabile
Sul cordino che stringeva il collo della donna era stata trovata una traccia flebile di dna maschile. È stato confrontato con quelli di Sebastiano e Claudio, ma anche con quello del vicino Salvatore Nasti: non appartiene a nessuno di loro.E ora gli inquirenti sarebbero propensi all’ipotesi del suicidio, scrive il Corriere della Sera. Anche perchè invece, il suo dna è stato ritrovato in maniera copiosa sul cordino. Liliana si è dunque infilata da sola in due sacchi? «Difficile da immaginare ma non impossibile, bisogna considerare che i sacchi non erano chiusi» sottolinea al quotidiano chi sta indagando. Quanto a quel dna maschile «Potrebbe trattarsi di una contaminazione».Un suicidio. Ovvero, per essere molto chiari: Liliana sarebbe andata nel parco dell’ospedale psichiatrico portando con sè con due sacchi della pattumiera, due sacchetti di plastica piccoli e un cordino. Tenendoli quindi in una borsetta, che sarà trovata a tracolla, ma vuota. Si sarebbe infilata nei sacchi. E a quel punto soffocata, anche se il referto autoptico, per quanto se ne sa, parla solo di “scompenso cardiaco acuto”. Possibile?Il grande abbaglio, controinchiesta sulla strage di Erba (versione aggiornata) – GUARDA
Lo sfogo di Sebastiano
Ora Sebastiano si sfoga con il Corriere della Sera: «Mi fa molto male l’idea che Lilly si sia tolta la vita. Non riesco proprio a immaginarlo. Mi chiedo cosa non ho capito, perché l’ha fatto? Se davvero sarà suicidio resta comunque questo mistero. Perché lei non viveva alcun disagio o almeno io non me ne sono accorto. E questo mi distrugge».Quanto a Sterpin dice: «Beh, per me Sterpin rimane il responsabile di tante cose. Mi dicono che sta scrivendo un libro sulla vicenda, è meglio che si faccia curare. Salvatore invece non lo riesco proprio a capire, con quei sospetti lanciati su di me. Lui mi ha ferito. Non ci guardiamo nemmeno più».E su Salvatore Nasti, che riteneva strano come lui non avesse denunciato subito la scomparsa di Liliana, replica: «Ma erano le sette di sera ed era andata via di casa la mattina, poteva essere rimasta fuori per qualche motivo». Infine, tende la mano ai parenti di Liliana: «Li perdono. Perché, vede, io ho un modo di fare che può indurre certi pensieri… Con Sergio eravamo amici, spero di trovare con lui un nuovo equilibrio, quando la procura chiuderà il caso».L’ultimo giorno di Simonetta Cesaroni: il giallo di via Poma – GUARDA
Cosa resta per risolvere il giallo
Restano tre elementi che non tornano.Il primo è che secondo Chi l’ha visto? le chiavi di casa che utilizzava Liliana non sono mai state ritrovate. Dove sono finite?Il secondo è che, stando alla stessa trasmissione “su uno dei sacchi neri in cui è stato ritrovato il corpo di Liliana Resinovich è stata trovata un’impronta, su cui si sta indagando”. Ma anche questa potrebbe risultare una contaminazione.Il terzo elemento potrebbe invece essere dirimente: le scarpe di Liliana. La donna fu trovata in un parco. E potrebbe risultare decisivo l’esame delle suole delle scarpe e del terriccio sottostante. Il motivo? Proprio da quell’analisi si potrà capire se la donna sia giunta nel parco camminando sulle proprie gambe. O se, per contro, sia stata trasportata lì quando era già morta. Basterebbe questo per cominciare a capirci qualcosa di più.Sarah Scazzi, il caso alla Corte di Strasburgo: “Ecco perché il processo va rifatto” – GUARDAManuel MonteroL’ultimo libro di Manuel Montero è “Wuhan – virus, esperimenti e traffici oscuri nella città dei misteri”, uscito in allegato a Il Giornale e disponibile in ebook per Algama, QUI