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Così Joe Biden inganna l’Europa: ciò che non sapete, dai fertilizzanti ai profughi

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Joe Biden, tutto ciò che non sapete: gli oligarchi che non sanziona, i profughi tenuti lontani, l’inchiesta sul figlio Hunter, le mail sui laboratori ucraini. Chi pagherà i costi della guerra? Ecco tutti i nomi che ignorate, le rivelazioni del Daily Mail e di Bloomberg silenziati. E cosa dicono le agenzie russe censurate in Italia, nel report di Fronte del Blog

Joe Biden, Hunter Biden
Joe Biden e il figlio Hunter

Joe Biden ha messo a bilancio un budget di 5800 miliardi, una cifra enorme. Se vi chiedete dove prenderà tutti quei soldi dopo due anni di pandemia e lockdown, ve lo diciamo noi. Dall’Europa.

Il presidente americano ha strillato sulle sanzioni, ha chiesto agli Alleati il massimo dell’ostilità nei confronti della Russia. E loro hanno obbedito, tanto da inviare armi all’Ucraina e da arrivare allo scontro con Vladimir Putin sul gas russo (dal quale in particolare Italia e Germania sono dipendenti). Tanto da accogliere sul proprio territorio oltre 4 milioni di profughi.

Ma l’America si sta comportando allo stesso modo? No. Tutt’altro. E a rivelarlo non sono certo giornali filorussi.

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Da Twitter

Gli oligarchi non sanzionati da Joe Biden

Partiamo da una questione vitale: i fertilizzanti, di cui la Russia è sostanzialmente monopolista, fondamentali in un periodo di semina come quello attuale. Le sanzioni agli oligarchi hanno bloccato tutto. La Russia ha risposto con il blocco delle esportazioni del grano.

La Coldiretti ha lanciato l’allarme da tempo. E Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, ha detto a Qn: «Il problema dei fertilizzanti è drammatico. Siamo in un quadro di quasi monopolio russo di nitrati e potassio» e «un’agricoltura competitiva senza fertilizzanti è impossibile». Si dirà che è giusto rischiare la devastazione economica, di fronte all’invasione.

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Peccato che, della metà delle persone più ricche della Russia, l’Europa abbia sanzionato 9 oligarchi. Ma gli Usa appena 4. E chi ha lasciato fuori Biden? Vedicaso Andrey Melnichenko, fondatore di EuroChem, produttore di fertilizzanti minerali e prodotti agricoli. Lo rivela Bloomberg, che scrive:

Di conseguenza, una serie di importanti miliardari sono stati sanzionati dall’UE e dal Regno Unito ma non dagli Stati Uniti. Tra questi vi sono Andrey Melnichenko, fondatore di EuroChem, un produttore di fertilizzanti minerali e prodotti agricoli con sede a Zug, in Svizzera. “Non ha alcuna relazione con i tragici eventi in Ucraina”, dice un portavoce di Melnichenko. “Non c’è alcuna giustificazione per inserirlo in alcun elenco di sanzioni”.

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Gli oligarchi non sanzionat dagli Usai su Bloomberg

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E l’agenzia Sputnik, censurata in Italia per via delle sanzioni, ma consultata comunque da Fronte del Blog, scrive in proposito:

Gli Stati Uniti ritirano i fertilizzanti russi dalle sanzioni. Un mese dopo l’imposizione delle sanzioni contro la Russia negli Stati Uniti, si sono preoccupati per una possibile carenza di prodotti chimici, scrive Kommersant. Secondo la nuova strategia, è stato deciso di equiparare i fertilizzanti minerali russi ai beni essenziali, insieme a prodotti agricoli, medicinali e medicinali, al fine di impedirne l’inclusione nell’elenco delle sanzioni.

Così sarà l’Europa ad entrare nella più spaventosa crisi agricola dal dopoguerra. E non gli Stati Uniti, cui magari ci rivolgeremo per gli acquisti. D’altra parte lo abbiamo già fatto con il gas.

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JOE BIDEN
Joe Biden e Barack Obama

La questione gas

Com’è noto, infatti, Vladimir Putin ha imposto il pagamento del gas in rubli. E l’Europa, dopo aver bloccato i conti correnti e le carte di credito di qualsiasi innocente cittadino russo nel mondo, si è lamentata con una frase grottesca: «Questa è una violazione unilaterale del contratto».

Ancora una volta ci è venuto incontro Joe Biden: sarà l’America a venderci il gas, via mare, sotto forma di gnl, gas naturale liquefatto, rendendo gli Stati Uniti, scrive il mensile Tempi “non solo il principale produttore di gas naturale liquefatto (gnl) al mondo, ma l’unica vera talassocrazia globale in grado di capitalizzare quello che per l’Europa e per le potenze continentali si sta prospettando come un vero disastro economico e sociale”. I prezzi, assicurano gli Usa, saranno concorrenziali. Ma appare improbabile, dato che i viaggi attraverso l’oceano faranno lievitare enormemente i costi. In ogni caso, il gas americano non basterà minimamente a coprire il fabbisogno e resteranno fuori 142 miliardi di metri cubi via gasdotto dal Cremlino.

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Il petrolio di Joe Biden

Ma Biden continua a imporre e l’Europa tace. Così ha fatto per il petrolio, spronando il Vecchio Continente a bloccare il greggio russo. A Biden si è accodata la Gran Bretagna. E ovviamente l’Europa. Peccato che per gli Usa il greggio di Mosca rappresenti appena il 3% del totale e per il Regno Unito l’8%, mentre per l’Europa è il 30%. Non solo. Sempre secondo Bloomberg, tra gli oligarchi non sanzionati da Biden (ma per ora anche da noi) c’è, coincidenza incredibile, Vagit Alekperov, presidente del gigante petrolifero Lukoil PJSC. Chissà perché.

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Da Twitter

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Gli altri magnati sanzionati solo da Ue e Gran Bretagna

Di sicuro gli Stati Uniti badano prima ai loro affari, al di là delle sparate di facciata. Perché l’elenco degli oligarchi sanzionati solo da Ue e Gran Bretagna e non da Joe Biden prosegue. C’è ad esempio Mikhail Fridman, imprenditore russo nato in Ucraina, proprietario di Alfa Group, un conglomerato multinazionale russo, e di Alfa-Bank, una delle più grandi banche private russe. Anche lui è stato sanzionato solo da Ue e Gran Bretagna.

Stesso discorso per Sulejman Kerimov, proprietario della compagnia mineraria Polyus. Per Alexey Mordashov, controllore di Severstal PJSC, il quarto produttore di acciaio russo. E per Alisher Usmanov, che, dopo essere stato sanzionato è stato lasciato libero di operare dal Tesoro degli Stati Uniti.

Medesimo destino per Gennady Timchenko, sostiene Bloomberg “un miliardario così vicino a Putin da essere stato tra i primi ad essere sanzionato dagli Stati Uniti nel 2014”. Stavolta è andata diversamente.

Scrive Bloomberg che un altro oligarca,  Leonid  Mikhelson (che nessuno ha sanzionato) “possiede circa un quarto di Novatek PJSC, il più grande produttore di gas non statale in Russia e uno dei principali fornitori in Europa, mentre Timchenko possiede il 23,5%. Le quote combinate di lui e Timchenko sono vicine alla soglia del 50% che gli Stati Uniti utilizzano per attivare sanzioni formali contro le società. In pratica, la paura di incorrere in sanzioni ha portato alcune aziende ad andare oltre le regole ufficiali e ad evitare di fare affari con entità legate a persone sanzionate”.

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Da Twitter

I profughi ucraini

Ma non è finita. Biden attacca Putin e lo chiama «macellaio che non può stare al potere» alla vigilia di ogni negoziato. Alzando il tiro e la tensione prima di ogni colloquio di pace. Sprona l’Europa ad inviare nuove armi e lo stesso fa la Gran Bretagna.

Il Vecchio Continente obbedisce anche in questo caso. Il risultato è che la guerra prosegue in maniera sempre più feroce. E che in Europa ci sono ormai 4 milioni di profughi. In Moldavia e Polonia la situazione è drammatica. In Italia ne sono arrivati circa 75 mila e diventeranno molti di più. Un’ordinanza ha stabilito che ad ogni profugo vadano 300 euro al mese per tre mesi, più 150 euro per ogni minore. Giusto.

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Ma America e Gran Bretagna, che soffiano sul fuoco del conflitto, quanti ne hanno accolti? Al 9 marzo, quando i profughi erano ancora un milione, il Regno Unito ne aveva respinti 17700, accettandone solo 50.

E gli Stati Uniti, che hanno predicato sanzioni durissime contro la violenza del Cremlino, proponendosi per l’ennesima volta come i salvatori della libertà dei popoli? All’inizio della guerra aveva dato disponibilità per 100 mila rifugiati. Al 18 marzo, scrive il Daily Mail avevano accolto 7 profughi. Sette profughi su 4 milioni. Con visto provvisorio di un anno. Una presa in giro di proporzioni colossali.

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joe biden

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Perché il conto della guerra non lo pagheranno di certo Gran Bretagna e Usa. I primi usciranno così in piedi dalla Brexit da cui sarebbero dovuti uscire in mutande, come peraltro vi avevamo anticipato su questo sito già ai tempi delle contromisure prese sulla pandemia.  – GUARDA

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Quanto agli Stati Uniti, quella di Biden sembra più attento a curare gli affari della sua famiglia.

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JOE BIDEN

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Joe Biden e il finanziamento dei laboratori ucraini

La Russia ha attivato un Comitato Investigativo sulla presenza di laboratori americani di armi chimiche in Ucraina. La storia ve l’abbiamo raccontata qui. L’Onu ha accolto la richiesta di visionare la documentazione. Mosca ha applicato le contromisure sanzionando non solo i membri dell’amministrazione americana, ma anche Hunter Biden, il figlio di Joe.

Degli interessi di Hunter in Ucraina è tornato ad occuparsi Donald Trump, che, in un’intervista a JustTheNews ha invitato Putin a dire tutto ciò che sa sulla famiglia Biden.

Il motivo? Il Daily Mail ha rivelato le mail del laptop di Hunter, che confermerebbero i finanziamenti del figlio del presidente americano di laboratori biologici in Ucraina. Eccole:

Scrive Il Fatto Quotidiano:

Secondo il britannico Daily Mail le accuse di Mosca nei confronti di Hunter Biden, troverebbero riscontro in alcune email contenute computer del figlio del presidente degli Stati Uniti, visionate in esclusiva. Ieri il Cremlino ha accusato Hunter Biden di finanziare laboratori del Pentagono per lo sviluppo di armi biologiche in Ucraina (in particolare antrace), insieme al miliardario George Soros. “Naturalmente chiederemo delle spiegazioni. E non solo noi. Come sapete la Cina ha già chiesto chiarimenti”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov rispondendo ad una domanda durante il suo briefing quotidiano.

Il Daily Mail è un quotidiano britannico che sposa spesso posizioni ultra conservatrici, anti Europa, anti immigrazione e anti abortiste. In passato è stato accusato di sensazionalismo e scarsa attenzione alla veridicità delle notizie. Tuttavia dalle e-mail che il Daily Mail pubblica sul suo sito sembra emergere un ruolo del figlio del presidente per garantire milioni di dollari di finanziamenti a Metabiota, un’azienda californiana contractor del Pentagono, specializzata nella ricerca su malattie che causano pandemie da utilizzare come armi.

Dalle mail risulta che Hunter presentò Metabiota ad una società di gas ucraina, Burisma, per un “progetto scientifico” relativo a laboratori di biosicurezza in Ucraina. Hunter Biden, che siede anche nel cda di Burisma, è a capo di Rosemont Seneca, società dotata di almeno 2,4 miliardi di dollari di capitali di investimento. Dalle e-mail risulta che Rosemont Seneca investì 500mila dollari nella società di ricerca sui patogeni di San Francisco e raccolse altri milioni attraverso aziende come Goldman Sachs.

L’autenticità di quelle mail è stata confermata anche dal New York Times.

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laboratori biologici
Archivio Pixabay

Scrive ancora l’agenzia Sputnik, censurata in Italia:

Le e-mail ottenute da DailyMail dal laptop di Hunter Biden mostrano che il figlio di un presidente degli Stati Uniti in carica potrebbe essere stato dietro il finanziamento del programma di armi biologiche militari statunitensi in Ucraina. Hunter ha contribuito a garantire i finanziamenti per Metabiota.

Un appaltatore del Pentagono che sta ricercando malattie che causano pandemie. Biden Jr. ha anche messo in contatto i rappresentanti di Metabiota con la leadership di Burisma. Il figlio del presidente ei suoi colleghi hanno investito $ 500.000 in Metabiota attraverso la loro azienda Rosemont Seneca. Per quanto riguarda le lettere, in una datata aprile 2014, Mary Gutieri, vicepresidente di Metabiota, presenta a Hunter un promemoria in cui illustra come possono “difendere l’indipendenza culturale ed economica dell’Ucraina dalla Russia”.

I rapporti mostrano che il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha assegnato a Metabiota un contratto da 18,4 milioni di dollari tra febbraio 2014 e novembre 2016, di cui 307.091 dollari per “progetti di ricerca in Ucraina”.

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Ma non basta. Negli affari di Hunter Biden ci sarebbe di mezzo anche la Cina. E c’è di mezzo un’inchiesta federale. Lo rivela il Washington Post. Scrive, in proposito Libero:

Manovra a tenaglia contro Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti. Da Mosca si annuncia una inchesta della Duma sui suoi affari in Ucraina, come chiesto giorni fa da Donald Trump, mentre il Washington Post, quotidiano molto influente in area democratica, ha pubblicato le prove che il 52enne avvocato e uomo d’affari ha ricevuto pagameti dalla Cina.

Quest’ ultima vicenda è la più grave: un accordo firmato da Hunter e da top manager di una compagnia privata cinese è stato rivelato dal quotidiano di Jeff Bezos che ha trovato documenti che proverebbero la presenza di rapporti tra la famiglia Biden e dirigenti cinesi della Cefc, una delle dieci compagnie private più grandi della Cina.

Per quattordici mesi, scrive il giornale americano, il conglomerato dell’energia e i suoi manager hanno versato 4,8 milioni di dollari a entità controllate da Hunter Biden e da uno zio, come risulta da alcuni documenti e dalle email conservate nella memoria di un computer e ritenuto appartenere proprio a Hunter.

Il Post non ha trovato prove che Joe Biden avesse beneficiato direttamente dalle transazioni, ma emergono accordi firmati dal figlio, Hunter, che avrebbe così approfittato della posizione pubblica del padre per guadagnare.

Le attività estere del figlio del presidente sono al centro di un’inchiesta federale. L’obiettivo è capire se Hunter abbia nascosto al fisco gli introiti arrivati dalla Cina. 

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Hunter Biden

Alla Casa Bianca ritengono che Hunter sia innocente. Addirittura pensano, continua Libero “che la memoria del suo computer possa essere stata manipolata dai russi al fine di compromettere la campagna del padre.”

Ma chi potrà mai credere ad una fesseria del genere?
Con ogni probabilità, pensiamo noi, i governi europei.

Manuel Montero

L’ultimo libro di Manuel Montero è “Wuhan – virus, esperimenti e traffici oscuri nella città dei misteri”, uscito in allegato a Il Giornale e disponibile in ebook per Algama, QUI

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Manuel Montero

Manuel Montero scrive da vent’anni per diversi settimanali nazionali. Ha pubblicato nel 2019, per Algama, Fenomeni Paranormali Italiani, in cui ha raccontato storie di cronaca, fatti ed eventi apparentemente incredibili, raccolti in prima persona negli anni sulla Penisola. In allegato a Il Giornale (e in ebook per Algama) sono invece usciti i volumi Telefilm Maledetti, dove l’autore narra la triste fine di alcuni dei più amati protagonisti di telefilm degli anni Settanta e Ottanta. E Wuhan - Virus, esperimenti e traffici oscuri nella città dei misteri.

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