Condannata a trent’anni di carcere Loredana Graziano che avvelenò il marito simulando un suo semplice infarto: voleva cambiare vita e liberarsi del coniuge intascando l’assicurazione sulla vitaLa donna fu incastrata dalle dichiarazioni dell’ex amante. Ora è ai domiciliari perché ha partorito da pochi mesi, ma le è stata sospesa la potestà genitorialeLa ricostruzione del caso nell’approfondimento di Cronaca VeraTERMINI IMERESE –
Un intrigo da film giallo. Un delitto studiato nei minimi dettagli e messo a punto con un obiettivo ben preciso: liberarsi del marito e intascare i soldi dell’assicurazione per cambiare vita e avere un bimbo.
Il gup del tribunale di Termini Imerese Valeria Gioeli ha condannato con rito abbreviato Loredana Graziano, 36 anni, a 30 anni di carcere, per aver avvelenato il marito Sebastiano Rosella Musico, un pizzaiolo 40enne, con il cianuro e con il più noto degli anticoagulanti: il Coumadin. La donna non è però andata in prigione: avendo avuto un figlio da pochi mesi, è finita ai domiciliari, ma è stata sospesa dalla potestà genitoriale.
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IL COMPLOTTO ORCHESTRATO DA LOREDANA GRAZIANO
L’omicidio risale al gennaio 2019. Ma inizialmente tutti pensano che si tratti di un infarto. Almeno fino a quando l’ex amante della donna non decide di parlare con i carabinieri. Si chiama Fabio D’Angelo e di lei racconta, come ricorda PalermoToday: «Le corna a suo marito gliele fece uscire pure dalle orecchie fino a che l’ammazzò, vedi che donna può essere…»
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Anche un’amica rammenta: «Loredana era una persona molto forte, sicuramente comdandava lei a casa, nel rapporto con Fabio se lei parlava lui subito obbediva… Loredana è una persona molto bugiarda e capace di ammaliare gli altri».
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Secondo le indagini, Loredana avrebbe iniziato ad informarsi sugli effetti del Coumadin a dicembre 2018, iniziando poi a somministrarlo al marito diluendolo nell’acqua. Poi la decisione di passare al cianuro, che lo uccise in pochi minuti; entrambe le sostanze saranno poi trovate nel corpo della vittima in seguito all’autopsia.
Il gip Claudio Emanuele Bencivinni, che ne conferma l’arresto a due anni dalla morte del marito, scrive che la donna avrebbe incassato anche i soldi di un’assicurazione sulla vita di quasi 24mila euro: «La relazione coniugale tra la vittima e l’indagata risultava ormai da tempo irreversibilmente compromessa, Loredana aveva maturato una profonda insofferenza rispetto all’asserito disinteresse sessuale di Sebastiano ed alla sua esclusiva dedizione per il lavoro, vissuto dalla donna come fonte di gravosi sacrifici. Ad appesantire ulteriormente il rapporto tra i due concorreva l’impossibilità di coronare il sogno di diventare madre in ragione dei problemi di fertilità del marito».
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Tanto da aver provato ad averlo dall’ex amante, anche con cure per la feritilità. Loredana si sarebbe convinta che «solo con la morte del marito le sarebbe stato concesso di cambiare vita, non intravedeva alcuna possibilità alternativa per porre fine al proprio matrimonio, immaginando che la sua famiglia, e suo padre in particolare, non avrebbe mai potuto accettare una serparazione. È in tale visione alterata della realtà che sembra essere maturata la decisione di uccidere Rosella Musico».
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L’AMANTE DI LOREDANA GRAZIANO
Ma tutto è stato scoperto quando lei ha denunciato D’Angelo, con cui aveva rotto, per stalking. L’uomo ha con sè registrazioni e messaggi. Racconterà: «Loredana mi ha detto che nel pomeriggio del 22 gennaio, prima di uscire da casa aveva dato una cosa al marito e già mentre scendeva le scale per venire in macchina con noi aveva sentito il tonfo della caduta del marito avvelenato. Ricordo che quando sono salito Sebastiano era ancora a terra in cucina, aveva il volto nero, dopo un paio d’ore, quando il corpo era stato sollevato da terra, ha perso tanto sangue dal naso e dalla bocca».
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E aggiunge che «qualche mese prima Loredana mi aveva chiesto di informarmi sulla funzione del Coumadin, dicendo che il cardiologo lo aveva prescritto alla zia, m’informavo e riferivo a Loredana che si trattava di un farmaco per prevenire le trombosi…».
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Infine: «Mi diceva piangendo che aveva dato oltre al Coumadin anche un veleno al marito, lo aveva mescolato nel cibo… Mi aveva chiesto qualche volta di comprare il Coumadin per la zia… Mi ha detto di averlo somministrato al marito almeno da un mese prima della morte, diceva che era una medicina per curare un piede gonfio… Mi ha detto di aver preso questo liquido nel magazzino del padre e di averlo versato in una bottiglietta… Mi disse che era disperata e che non sapeva come affrontare i problemi della pizzeria e i problemi con il marito».
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Sembra incredibile, ma il corpo viene riesumato e l’autopsia conferma. Loredana aveva lasciato l’amante pochi dopo la morte del marito e lui aveva iniziato a registrare le telefonate dicendole: «tu hai avvelenato tuo marito, l’hai ucciso».
Da poco Loredana ha avuto il figlio che desiderava tanto da un terzo uomo. La mamma di Sebastiano, Antonina Filicicchia, commenta così la sentenza ai cronisti: «Sono pochi 30 anni di carcere per un omicidio così brutale e premeditato. Loredana ha assassinato mio figlio. Nessuna pena applicata dal giudizio degli uomini potrà restituirmelo ma il mio cuore di madre sarebbe meno affranto se la responsabile scontasse una pena adeguata alla sua condotta assurda e selvaggia».
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E i suoi legali, Salvatore Sansone e Salvatore Di Lisi, aggiungono: «Oggi per questo reato non sarebbe concesso il rito premiale del giudizio abbreviato. La battaglia per la tutela delle ragioni della famiglia Rosella Musico non finisce oggi, continuerà certamente in appello dove riteniamo di far valere la richiesta, già formulata in primo grado, di nuove contestazioni suppletive di responsabilità dell’imputata per un congruo aggravamento di pena».
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