Notizie flashPanoramasocietà

La guerra in Ucraina e la strage di Donetsk: “Giornalisti, non è che abbiamo un problema?”

(continua dopo la pubblicità)

L’informazione sulla guerra in Ucraina è corretta? La giornalista d’inchiesta Maria Elena Scandaliato racconta la storia di una fotografia scattata dopo il lancio di un missile Tochka U nel pieno centro di Donetsk e finita sulla prima pagina de La Stampa. Ed ecco il video con l’intervista al fotografoDONETSK UCRAINADal profilo Facebook di Maria Elena Scandaliato*GIORNALISTI: NON È CHE ABBIAMO, FORSE, UN PROBLEMA?

Questa (video qui sopra e in cima al post, ndr) è l’intervista all’autore di una fotografia scattata dopo il lancio di un missile Tochka U nel pieno centro di Donetsk (Donetsk è la capitale di una delle due repubbliche riconosciute dalla Russia, in guerra contro Kiev dal lontano 2014).

23 i morti sulla strada, non so quanti i feriti.

Di questa strage abbiamo avuto notizia subito, via Telegram, da colleghi “indipendenti” che erano sul posto. Sulle nostre tv e sui nostri giornali, invece, niente (ma magari mi sbaglio, nel caso fatemi sapere).

blank
Maria Elena Scandaliato

Il giorno dopo, La Stampa sbatteva in prima pagina – giustamente – la foto suddetta, scattata – appunto – dal nostro intervistato. Peccato che la composizione della pagina (dal titolo sotto la foto, a tutti i richiami e gli editoriali che la incorniciavano) lasciavano intendere che si trattasse di una carneficina russa, il cui macellaio è Putin (che d’altronde viene definito ovunque, con libero spregio, “lo zar”, dalla grande firma fino all’ultimo dei cronisti di quartiere. Magari lo è, uno zar, ma la deontologia prevedrebbe un maggiore tatto quando si parla di un capo di Stato, anche se non ci piace).

Joe Biden, 1998: “Sono stato io a suggerire di bombardare Belgardo” (ecco perché in Serbia sono pro Putin) – GUARDA

Questo piccolo capolavoro di caciaraggine giornalistica – che potremmo definire propaganda di guerra – non desta alcuno scandalo nella categoria. Come molte altre piccole “caciare” (alcune meglio, alcune decisamente peggio riuscite) compiute dall’inizio dell’invasione russa.

A tutto ciò si somma il bombardamento anti-Mosca cui siamo quotidianamente sottoposti: la giornalista della tv russa che mostra un cartello in diretta tv ormai la conosciamo come se fosse nostra madre, nostra zia, nostra sorella. Se io avessi fatto quello che ha fatto lei mi avrebbero licenziato in tronco, altro che multa (senza nulla togliere al suo coraggio. Mi fanno notare che sarà processata, in Russia è anche vietato chiamare la guerra con il suo nome eh).

Mosca emana la sua blacklist. E tra i sanzionati c’è Robert Hunter Biden, il figlio del presidente americano con affari in Ucraina – GUARDA

Peccato che nelle stesse ore Julian Assange, l’uomo che ha rivelato le porcherie commesse da NOI nelle NOSTRE guerre, ha iniziato il suo cammino verso 175 anni di carcere nei democraticissimi Stati Uniti, che lo vedranno morire prima di smettere di respirare (d’altronde vive recluso ormai da 10 anni). Per lui nessuna indignazione: non una lacrima, non un editoriale, non uno straccio di manifestazione di solidarietà dalla categoria cui apparteniamo.

È facile invocare la guerra, l’intervento “giusto” contro le stragi e i macellai, quando il terreno di scontro è a migliaia di chilometri, quando si dirige un giornale a Roma o Torino e si sa benissimo che la propria sedia non tremerà sotto l’eco di un bombardamento.

Il giallo dei laboratori biologici americani in Ucraina: ora se ne occuperà l’Onu – GUARDA

È facilissimo fare i paladini della libertà degli altri; battersi per la propria, invece, è scomodo, difficile.

È facile accusare il nemico di essere lercio; più complicato additare le porcherie di casa propria. Perché ti metti contro il tuo capo, forse la tua gente, di certo il potere che ti governa. E che – Assange lo dimostra – te la farà pagare: democratico o dittatoriale che sia, davanti a una minaccia seria il potere reagisce sempre nello stesso modo.

Vladimir Putin: bunker, sosia, ologrammi e riti sciamanici. Dov’è finito lo zar? – GUARDA

Senza dimenticare – no! Non lo dimentichiamo! – che l’Unione Europea ha silenziato due emittenti filorusse, RT e Sputnik, che se non sbaglio avevano anche delle redazioni con relativi giornalisti al lavoro (di certo c’era una redazione di RT a Parigi, con giornalisti francesi che ora sono a spasso). Non riesco a immaginare nulla di più orwellianamente censorio e illiberale di questo. Anche qui: è facile fare i pluralisti al fianco delle opposizioni, quando si trovano in Paesi lontani e ostili.

Garantire, invece, anche al proprio “nemico” di esprimersi è tutt’altra cosa. Alla prova, le libertà di cui ci riempiamo la bocca, di cui ci autoincensiamo in giornali e tv, sono di volgarissima cartapesta: alla prima pioggia diventano stracci che si sciolgono nel fango.

* Maria Elena Scandaliato (Roma, 1980) è una giornalista Rai. Negli anni da free lance ha prodotto inchieste e reportage per “la Repubblica”, “Il Venerdì”, “il Fatto Quotidiano”, “L’Espresso”, Sky e RSI. Ha pubblicato, tra gli altri, L’affaire Briatore. Una storia molto italiana (con Andrea Sceresini, 2016), Piazza Fontana, noi sapevamo. Golpe e stragi di Stato. Le verità del generale Maletti (con Andrea Sceresini e Nicola Palma, 2017) e L’era Marchionne. Dalla crisi all’americanizzazione della Fiat (2018).

***

La guerra in Ucraina: testimonianze, video, podcast, approfondimenti – SPECIALE

blank
Da Twitter

Gli ultimi video dall’Ucraina

(da Twitter)

Video 1

Guerra in Ucraina, tutta colpa di Putin? – GUARDA

Video 2

Kiev, Sviatoslav e Yaryna si sposano sotto le bombe e imbracciano il fucile – GUARDA

Video 3

I russi hanno bombardato anche lo zoo di Kharkiv, il Feldman Ecopark – GUARDA

Video 4

Giorgio Gori: “I russi giunsero in Italia per aiutarci a combattere il Covid o per spionaggio?” – GUARDA

Video 5

Oligarchi russi: blitz della finanza a Como e in Sardegna per sequestrare yacht – VIDEO

Video 6

Ucraina, le bombe in diretta dal fronte nel 2016, quando tutti fingevano di non vedere – GUARDA

Video 7

Intrigo a Kiev, gli 007 ucraini uccidono il loro negoziatore Denys Kireev: “Era una spia” – GUARDA

Video 8

Russia a rischio default? S&P la declassa a CCC- – GUARDA

Video 9

Guerra in Ucraina, allevatori italiani in ginocchio e allarme del grano – GUARDA

Video 10

Gazprom chiude i rubinetti del gas alla Germania – GUARDA

Quando i lettori comprano attraverso i link Amazon ed altri link di affiliazione presenti sul sito - nei post in cui è presente un prodotto in vendita - Fronte del Blog potrebbe ricevere una commissione, senza però che il prezzo finale per chi acquista subisca alcuna variazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Per favore, disattiva il blocco della pubblicità su questo sito, grazie