Continua il mistero sulla fine di Liliana Resinovich, scomparsa a Trieste e ritrovata cadavere avvolta in due sacchi della pattumieraIn attesa dei risultati del test tossicologico, una coppia di amici racconta di 5 hard disk del marito dati alla polizia e dice: “Lei aveva un po’ paura di lui”Il giallo della fotocamera di Liliana Resinovich nella ricostruzione del caso di Cronaca VeraPamela Mastropietro, supplizio infinito. La madre: “Da quattro anni aspetto giustizia” – GUARDATRIESTE –
Dal 5 gennaio, giorno in cui fu trovato il suo cadavere avvolto in sacchi della pattumiera e con due sacchetti trasparenti sulla testa, la domanda che tutta Italia si pone è sempre la stessa: com’è morta Liliana Resinovich?
Tutto farebbe pensare ad un omicidio e ad un corpo abbandonato nella zona boschiva dell’ospedale psichiatrico. Invece no. L’indagine verte ancora sul sequestro di persona e non ha indagati.
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L’esito dell’autopsia infatti non è stato in grado di andare oltre la causa di morte: “scompenso cardiaco acuto”. Nessun segno di violenza, nessun trauma. Il suicidio e la morte naturale non possono così essere al momento esclusi. Bisogna così attendere l’esito dell’esame tossicologico, per capire qualcosa in più. Il problema è che ci vuole molto tempo. E il clima a Trieste rischia di avvelenarsi.
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La ricostruzione
Partiamo dall’inizio. Liliana sparisce la mattina del 14 dicembre. Il marito, Sebastiano Visintin, ex fotoreporter 72enne, dirà di essere uscito di casa alle 7,45 per andare a consegnare dei coltelli che affila per arrotondare da quando è in pensione per poi andare a farce un giro in bici sull’Altopiano.
Liliana viene vista passare per strada dalla fruttivendola tra le 8,15 e le 8,30. Alle 8,22 chiama un amico di lunga data, Claudio Sterpin, ex maratoneta di 82 anni, della cui frequentazione il marito sosterrà di non aver mai saputo nulla.
Sterpin affermerà per contro: «Avevamo deciso di trascorrere un weekend insieme». Comunque sia, a Claudio, Liliana dice che sarà da lui alle 10, dopo essere passata in un negozio della Wind, dove però non arriverà mai. Cosa le è dunque successo tra le 8,30 e le 10 di quella mattina? Non si sa, perchè ha lasciato i due cellulari a casa e non ha risposto ad un messaggio del fratello Sergio delle 9,20. Quando il suo cadavere viene rinvenuto, indossa a tracolla una borsa vuota.
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Il marito di Liliana Resinovich
Da allora molte ombre sono state allungate sul marito, per quanto non indagato. I vicini di casa, Gabriella e Salvatore (ex poliziotta ed ex carabiniere) hanno rammentato di essere stati avvertiti da Sterpin, dopo la scomparsa di Liliana, di un fatto che ignoravano: «Avevamo saputo che nel fine settimana del 19 dicembre era previsto che lei avrebbe dovuto lasciare il tetto coniugale per andare da lui, era stufa del marito e aveva deciso dopo lunga frequentazione di andare a vivere con lui».
Ma Sebastiano ha risposto così a Quarto Grado: «A me non risulta che si volesse separare da me». Dice che sulla moglie è stato gettato «fango».
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Non basta. Il fratello Sergio ha ricordato che subito dopo il funerale Sebastiano lo aveva invitato a portarsi via da casa le cose di Liliana, altrimenti le avrebbe date alla Caritas. Lui è andato a prendersi i quadri con le fotografie e i diplomi. E ha aggiunto che Liliana «la scorsa estate mi ha voluto mostrare una cosa. Mi ha portato in camera e mi ha fatto vedere un nascondiglio che aveva ricavato dietro un quadro. Da lì ha preso un foglietto, c’erano dei codici d’accesso alla banca».
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Ma quando ha recuperato i quadri quel foglietto non c’era più. Poi, al Piccolo ha detto: «Il marito Sebastiano e suo figlio Piergiorgio avevano di sicuro interessi economici nei confronti di Lilly. Ma lei non voleva aiutare Piergiorgio».
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Piergiorgio è il figlio di primo letto del fotoreporter ed è cascato dalle nuvole: «Non la vedevo da tre anni». Sergio si è affidato all’associazione Penelope presieduta dall’avvocato Nicodemo Gentile, che ha assunto la genetista Marina Baldi, il medico legale Alberto Furlanetto e la criminologa Gabriella Marano, quest’ultima con il compito di stilare un’autopsia “psicologica” sugli ultimi giorni di vita della donna, attraverso video, telefonate, testimonianze. Poi ha chiesto che siano sentiti i parenti, gli amici e i conoscenti della coppia.
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Il mistero dei 5 hard disk
Due di loro, Pino e Laura, sono stati intervistati da Chi l’ha visto? Si conoscono dal 1995 e hanno fatto vacanze insieme in motocicletta, girando fino alla Slovenia. Dicono che erano molto uniti. Ma raccontano tre fatti sorprendenti.
Il primo, spiega Laura, è che avevano notato come Sebastiano si facesse allacciare le scarpoe dalla moglie. E quando lei le aveva chiesto perché non si ribellasse, si era sentita rispondere così: «“Xe pazzo quel lì”, per cui un po’ di paura di lui ce l’aveva».
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Il secondo fatto che stupisce è il seguente: la coppia sostiene che Sebastiano si fosse presentato da loro per chiedere di custodirgli la macchina fotografica di Liliana fino a quando non avesse trovato qualcuno a cui regalarla. Solo che era il 16 dicembre e tutti cercavano la donna come viva. Quando Laura gli disse allora cosa le avrebbe detto quando fosse tornata, Sebastiano le avrebbe risposto che a suo parere si era suicidata. Eppure, a verbale, era un’ipotesi che avea escluso.
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Il terzo dettaglio sta in 5 hard disk che Sebastiano diede a Pino dopo la scomparsa di Liliana. Cosa ci fosse dentro e perché non si sa. Pino li ha dati alla polizia. Quando Sebastiano lo ha saputo, la loro amicizia si è rotta. Il clima, insomma, è davvero teso. Il fotoreporter non ha più rapporti nemmeno con i famigliari di Liliana. Probabilmente solo il risultato dell’esame tossicologico aiuterà a chiarire la situazione. Ed eventualmente a rasserenare gli animi.
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Nessuna donna esce di casa con una borsa vuota se ha degli impegni . Lei ha comunicato l’ora in cui sarebbe arrivata da Claudio e ha fatto sapere di dover passare in un negozio di telefonia. Insomma non sembrano impegni da suicida . Sebastiano quando lascia interviste ….un attore nemmeno tanto bravo a recitare.