Il filosofo e politologo russo Aleksandr Dugin liquida come propaganda le voci sul dissenso al Cremlino e quelle che danno Putin per malato o impazzito. E lancia l’allarme bomba atomica, che sarà usata, assicura, in caso di attacco diretto della Nato
Aleksandr Dugin, filosofo e politologo, è considerato l’ideologo di Vladimir Putin. Più volte è intervenuto in passato in Italia, dove era piuttosto apprezzato dai sovranisti ed è pubblicato dalla casa editrice AGA di Maurizio Murelli.
Con il prolungarsi della guerra in Ucraina, Luigi Mascheroni lo ha intervistato per Il Giornale.
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Il consenso
Dugin sostiene che lo zar nutra grande consenso in patria dove, dice, tutto è «molto tranquillo. La popolazione appoggia completamente Putin. Non c’è una vera opposizione. E non tanto perché c’è una censura contro chi critica le operazioni militari in Ucraina, ma perché il popolo russo è davvero solidale con il Presidente. L’opinione pubblica qui ha ben chiari gli scopi di Putin ed è preparata perché comprende che la pressione della Nato conto le nostre frontiere è inaccettabile»
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.Quanto agli arresti a Mosca che vediamo in tv e nei video «vivo nel centro di Mosca. Non c’è nessuno che protesta, a parte piccolissimi gruppi, o singoli individui, e neppure collegati tra loro. La percezione di una protesta interna è frutto della disinformazione dei media occidentali. Si prendono immagini di manifestazioni del passato, in contesti differenti, e si fanno passare per contestazioni».
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La questione ucraina secondo Dugin
Sulle origini del conflitto in Ucraina, Dugin parla dell’espansione a est della Nato, tesi peraltro già avanzate dai massimi esperti della diplomazia italia, come l’ex ambasciatore Sergio Romano: «Quando l’Ucraina si è separata dalla Russia ed è diventata indipendente a poco a poco si è avvicinata alla Nato, ma ha potuto farlo perché negli anni Novanta quella di Gorbaciov e poi di Eltsin era una Russia debole. Ma quando è tornata forte con Putin, la pressione permanente della Nato contro i nostri confini – qualcosa che nessuno può negare – non è stata più accettabile».
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E ancora: «Putin è diventato più forte e con una coscienza geopolitica più sviluppata e così gli equilibri sono cambiati. E si è risposto a una situazione intollerabile: prima in Georgia, poi in Crimea, poi nel Donbass, dove l’esercito ucraino era un pericolo costante: la popolazione veniva bombardata e i civili uccisi. Il resto è venuto da sé: l’appello della Russia a non far entrare l’Ucraina nell’area di influenza dell’Occidente è stato rifiutato, e così ecco la guerra».
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Gli obiettivi di Putin
Ma quali sono gli obiettivi di Putin in Ucraina? Dice Dugin: «Putin ha spiegato molto bene gli scopi, che sono due. Primo: denazificare un Paese il cui governo ha non solo tollerato ma appoggiato i gruppi neonazisti per dare forza a una identità nazionalista ucraina basata sull’odio contro i russi. Una identità artificiale creata attraverso una ideologia che l’Occidente ha finto di non vedere perché odiare i russi è più importante che odiare i nazisti.
Secondo: cambiare il regime politico a Kiev per fare ritornare l’Ucraina nella sfera politica, militare e strategica russa. Attenzione: l’operazione militare in corso non è una guerra contro la Nato. Ma una operazione per difendere una zona di interesse vitale per la Russia, la quale zona a lungo è stata indirettamente occupata dal potere occidentale durante un momento di debolezza di Mosca».
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La guerra sta andando bene
E quando Mascheroni fa notare che la guerra per la Russia non stia andando bene, Dugin ribatte: «Non credo proprio. Putin sapeva che l’Ucraina ha un grande esercito e che prendere il controllo di un Paese con 40 milioni di persone non sarebbe stato semplice. Ecco perché le operazioni sul campo si prolungano. Sconfiggere un esercito di 600mila soldati, che ha dalla propria parte l’appoggio e la propaganda di tutto l’Occidente non è facile. Nessuno qui credeva in una vittoria breve. Intanto la Russia però ha il controllo totale dei cieli. La guerra durerà ancora un mese, o più, ma l’esercito russo vincerà. Non c’è alcun elemento inaspettato in questa guerra per Putin».
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Putin è lucido
Sullo zar è stato detto di tutto: che sia malato, folle o poco lucido. Avevamo già raccontato come tutto questo rappresenti propaganda, la stessa fatta in molte altre circostanze, nel fare un ritratto di Putin, qui.
E Dugin, in proposito, risponde: «I modelli della disinformazione in casi del genere sono sempre gli stessi: far passare l’idea che un leader politico sgradito sia pazzo, malato, che non controlla più la situazione. Invece Putin è sano, lucido e molto forte. Mai stato meglio».
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L’allarme nucleare
Su un punto, però, tutti stanno sulle spine: la questione della bomba atomica. E il filosofo sembra non avere dubbi: «Questo è l’unico vero problema, anche per noi. Tutto dipende dagli Stati Uniti. Se Washington si limita alle sanzioni, alle pressioni politiche e agli appoggi economici all’Ucraina, insomma se l’Occidente sosterrà indirettamente Kiev – tutte azioni legittime – non succederà nulla. Se però ci sarà un attacco diretto della Nato, allora la Russia risponderà con mezzi simmetrici. Se ci sentiremo minacciati sul nostro territorio, useremo le armi nucleari».
Fdb
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