Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha accolto la richiesta della Russia di discutere delle “attività biologiche militari americane in Ucraina”. Ecco cosa sta succedendo sullo sfondo della guerra
Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha accolto la richiesta della Russia di discutere delle «attività biologiche militari americane in Ucraina». Una storia torbida, che si sta intrecciando con i reali motivi che potrebbero aver scatenato la guerra.
L’allarme sulle armi chimiche in Ucraina
Gli Stati Uniti hanno paventato l’uso, da parte di Mosca, di armi chimiche nei confronti di Kiev. Contestualmente l’Oms ha consigliato all’Ucraina di distruggre patogeni pericolosi nei laboratori di salute pubblica per prevenire “eventuali fuoriuscite” che potrebbero diffondere malattie tra la popolazione. Ma quali sono i laboratori di salute pubblica cui fa riferimento l’Oms?
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Laboratori americani
Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, dice al Fatto Quotidiano: «Nessun paese, almeno ufficialmente, possiede un laboratorio a questo scopo. Se esiste un laboratorio di questo tipo, in qualunque parte del mondo, di certo non si tratterebbe di un’informazione di dominio pubblico».
Ma il quotidiano tira conclusioni, in proposito, piuttosto bizzare:
Tuttavia, periodicamente vengono fuori accuse di questo tipo. Quasi sempre prive di ogni fondamento e frutto di fake news lanciate e rilanciate milioni (a volte anche miliardi) di volte sul web. L’ultima è quella secondo la quale la Russia avrebbe attaccato l’Ucraina per colpire una rete di laboratori di armi biologiche di proprietà degli Stati Uniti. Una bufala, quest’ultima, che sui profili social dei No Vax sta viaggiando a velocità incredibile.
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Sicchè ne esce il sillogismo che chi ha dubbi sulla guerra sia un Novax e, va da sè, che chi non si sia vaccinato diffonda e creda a fake news. Un meccansimo che la stampa nazionale ci ha abituato ad usare, ignorando costantemente l’enorme mole di studi scientifici che andavano e vanno contro le direttive governative. – GLI APPROFONDIMENTI SUL COVD DI FDB | I DOCUMENTI ISTITUZIONALI
Le accuse della Cina
Il segugio del Fatto Quotidiano, che evidentemente ha già controllato che tali laboratori non esistano, avrebbe potuto documentare le proprie scoperte alla Cina, la quale è meno convinta. Il vicedirettore del Dipartimento dell’informazione del Ministero degli esteri cinese, Zhao Lijian sostiene infatti di avere informazioni diverse:
«Ultimamente i laboratori biologici statunitensi in Ucraina hanno davvero attirato molta attenzione. Secondo i rapporti, in queste strutture è immagazzinata una grande quantità di virus pericolosi. La Russia ha scoperto durante le sue operazioni militari che gli Stati Uniti utilizzano queste strutture per condurre piani biomilitari.
Secondo i dati diffusi dagli Stati Uniti, dispone di 26 bio-laboratori e altre strutture correlate in Ucraina, sulle quali il Dipartimento della Difesa statunitense ha il controllo assoluto. Tutti i patogeni pericolosi in Ucraina devono essere conservati in questi laboratori e tutte le attività di ricerca sono guidate dalla parte statunitense. Senza l’approvazione degli Stati Uniti, nessuna informazione sarà rilasciata al pubblico.
Nelle circostanze attuali, per il bene della salute e della sicurezza delle persone in Ucraina, nelle regioni vicine e oltre, chiediamo alle parti interessate di garantire la sicurezza di questi laboratori. Gli Stati Uniti, in particolare, in quanto soggetto che conosce meglio i laboratori, dovrebbero divulgare informazioni specifiche il prima possibile, inclusi quali virus sono archiviati e quali ricerche sono state condotte. Vorrei anche sottolineare che le attività militari biologiche degli Stati Uniti in Ucraina sono solo la punta dell’iceberg.
Usando pretesti come la cooperazione per ridurre i rischi per la sicurezza biologica e il rafforzamento della salute pubblica globale, gli Stati Uniti hanno 336 laboratori biologici in 30 paesi sotto il loro controllo. 336, mi hai sentito bene. Ha anche condotto molte attività militari biologiche presso la base di Fort Detrick in casa propria».
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Cosa sono i laboratori di biosicurezza
Perché la verità è che di laboratori di massima sicurezza civili e militari che maneggiano virus letali è pieno il mondo. Ho avuto modo di documentarlo quasi due anni fa nel libro Wuhan – Virus, esperimenti e traffici oscuri nella città dei misteri, in cui si raccontavano anche i numerosi incidenti avvenuti nei laboratori di massima sicurezza quando tutti, senza ragione apparenti, lo negavano.
Oggi anche il presidente dell’Aifa Giorgio Palù ammette che il coronavirus potrebbe essere il «frutto di una manipolazione per soli scopi di ricerca, non con intenzioni malevole. Non sarebbe la prima volta che un virus scappa per sbaglio da un laboratorio ad alta sicurezza».
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Cosa accaddesse poi nel laboratorio di Wuhan lo ha spiegato bene Fabrizio Gatti ne L’infinito errore, di cui abbiamo parlato qui.
Il punto, naturalmente, è che questi laboratori di massima sicurezza, lavorano su virus e batteri per combattere le malattie. Ma se qualcuno, contriaramente alle regole internazionali, lo facesse per produrre armi biologiche e chimiche, non andrebbe certo a dirlo in giro.
Ed è su tale aspetto che si muovono le intelligence di mezzo mondo, cercando di carpire quante più informazioni possibili sulle forze potenzialmente nemiche.
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Le accuse russe
La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha dunque detto all’agenzia Tass: «In questi giorni, i nostri timori di lunga data, che abbiamo espresso ripetutamente e non si tratta del primo anno, sono stati confermati timori in merito allo sviluppo da parte degli Stati Uniti sul territorio dell’Ucraina di materiali biologici per scopi militari sotto gli auspici delle autorità competenti Servizi speciali statunitensi».
E ancora: «Ciò è stato confermato, non solo dai materiali e dai dati che ottenuti operativamente sul territorio dell’Ucraina, non solo dalle dichiarazioni dei dipartimenti competenti di Kiev, ma anche anche direttamente a Washington durante il discorso della sottosegretaria di Stato Usa, Victoria Nuland».
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L’ammissione americana
E che cosa ha dichiarato la Nuland? Lo riporta Il Tempo: «Ci sono strutture di ricerca biologica in Ucraina, infatti ora siamo piuttosto preoccupati che l’esercito russo possa cercare di prenderne il controllo. Stiamo lavorando con gli ucraini su come possono impedire che uno qualsiasi di quei materiali di ricerca cada nelle mani delle forze russe se dovessero avvicinarsi».
Fake News
Ma poi Jen Psaki ha definito le accuse russe “fake news assurde”: «Abbiamo preso nota delle false affermazioni della Russia sui presunti laboratori di armi biologiche degli Stati Uniti e sullo sviluppo di armi chimiche in Ucraina. Abbiamo anche visto funzionari cinesi fare eco a queste teorie cospirative».
Si tratta, a suo dire di «un’evidente manovra della Russia per cercare di giustificare il suo ulteriore attacco premeditato, non provocato e ingiustificato all’Ucraina. Ora che la Russia ha fatto queste false affermazioni, e la Cina ha apparentemente appoggiato questa propaganda, dovremmo essere tutti in allerta rispetto all’uso di armi chimiche da parte della Russia o aspettarci che Mosca le usi per creare un pretesto, è uno schema chiaro».
E Boris Johnson ha rilanciato i timori del direttore della Cia William Burns sul possibile utilizzo da parte della Russia di armi chimiche: «È una cosa che fanno – ha sostenuto Johnson a Sky News- Iniziano dicendo che ci sono armi chimiche che sono state ammassate dai loro avversari o dagli americani. E così, quando loro stessi impiegano le armi chimiche – e temo che lo facciano – hanno questa sorta di falsa storia pronta da usare».
Ricordiamoci l’Iraq
D’altra parte quella di inventare armi chimiche in mano all’avversario per avere il pretesto di attaccarlo è una tecnica collaudata. L’hanno inventata proprio americani e inglesi per invadere l’Iraq, con tanto di boccette mostrate alle Nazioni Unite.
Era il 5 febbraio 2003 e l’allora segretario di Stato americano Colin Powell agitò una fiala di fronte al Consiglio di Sicurezza dell’Onu accusando Saddam Hussein di fabbricare armi di distruzione di massa. E disse: «Quando l’Iraq ammise finalmente di avere queste armi nel 1995, le quantità erano grandi. Meno di un cucchiaino di antrace in polvere, un po’ meno di questa quantità– questo è più o meno un cucchiaino – meno di un cucchiaino di antrace in polvere in una busta fece chiudere il Senato degli Stati Uniti nell’autunno del 2001. Molte centinaia di persone furono costrette a ricevere cure mediche di emergenza e due impiegati degli uffici postali furono uccisi solo a causa di questa quantità, più o meno, chiusa dentro una busta».
Erano tutte balle. Ma l’Iraq venne invaso e ci furono decine di migliaia di morti. Dodici anni più tardi l’ex premier inglese Tony Blair si scusò parlando di “errori” dell’intelligence, dato che armi batteriologiche, chimiche e biologiche Saddam Hussein non le aveva mai avute.
Nessuno ha mai pagato per quelle stragi. I giornalisti che allora sostenevano che fosse tutta una messinscena angloamericana oggi sarebbero chiamati complottisti.
Perché oggi chiunque faccia inchieste viene definito così. E vanno di moda i debunker, gli assertori assiomatici delle versioni ufficiali, che non nutrono dubbi perché coltivano certezze altrui.
Al Consiglio di Sicurezza
Ora, ad occuparsi della vicenda dei laboratori ucraini sarà il Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Che è un’organizzazione che non serve più a nulla, ma che costituisce ancora una vetrina agli occhi del mondo.
Sperando di non assistere a nuove sceneggiate in stile Colin Powell, lì potremmo vedere finalmente le prove cinesi e russe contro gli americani. E quelle americane contro i russi. O smascherare il gioco di entrambi gli schieramenti.
Manuel Montero
L’ultimo libro di Manuel Montero è “Wuhan – virus, esperimenti e traffici oscuri nella città dei misteri”, uscito in allegato a Il Giornale e disponibile in ebook per Algama, QUI
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