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Il calcio italiano da riformare e il presunto “Metodo Seregno” da codificare

Cosa è successo nella Brianza nel Pallone nazionalpopolare? Indagini in corso

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Nuovi particolari sul presunto “Metodo Seregno”, rappresentano un’altra conferma del pessimo clima all’interno della società calcistica brianzola

 

Il calcio italiano affiliato alla Figc: dalla serie A alla Terza categoria, dalle prime squadre ai settori giovanili (a certe latitudini, la politica dei vivai più che a una repubblica, somiglia a dittatura), generalizzando il discorso a tutto il sistema, necessita urgentemente di una drastica e pragmatica riforma.

Sostenibilità, qualità che prevale sulla quantità, competenza e funzionalità a un vero progetto: queste le linee guida che dovrebbero guidare le riforme ormai indispensabili per la sopravvivenza del mondo nel pallone italico.

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Intanto in Lombardia, beh, girano storie antipatiche da chiarire, capire e studiare. Già … penultimo in classifica, nel girone A della serie C (lo stesso della Pergolettese), il Seregno sta vivendo un periodo particolare, almeno secondo i seguenti vocali: “Se non iniziamo a vincerle tutte, mazze da baseball. Dobbiamo picchiare lo spogliatoio”.

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E, in caso di sconfitta o pareggio, la “punizione” suggerita dal presidente Davide Erba (creatore della chat privata “Seregno vincere o morte”) era chiara: “Via i capelli. Rasati a zero. Come gli ebrei”. Con tanto di foto a corredo. Che siano sbruffonate o meno lo accerteranno i magistrati che indagano, scrive il Corriere della Sera, per fare luce intorno a queste vicende buie.

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Denunce reciproche

Tra l’altro, questi nuovi particolari sul presunto “Metodo Seregno”, rappresentano un’altra conferma del pessimo clima all’interno della società calcistica brianzola, sfociato a dicembre in denunce reciproche, nello scontro aperto tra l’allora presidente Erba e l’ex direttore sportivo Ninni Corda, oltre che nell’inchiesta penale condotta dalla procura di Monza, guidata da Claudio Gittardi, che al momento ipotizza i reati di diffamazione, minacce e violenza privata.

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Nel frattempo, la giustizia sportiva, con il deferimento, da parte degli organi inquirenti della Figc, dello stesso Corda e di due giocatori, in seguito finiti fuori rosa: Cristian Anelli (ex Pergolettese)e Federico Gentile sta facendo le sue mosse.

L’accusa, nei confronti di Corda, è di aver imposto metodi di allenamento che istigavano comportamenti violenti, di aver pronunciato frasi minacciose e intimidatorie a più riprese, oltre che insulti a sfondo razziale al vicepresidente albanese, e di aver imposto metodi punitivi eccessivi, costringendo i giocatori a scendere al campo di allenamento alle sei del mattino.

Le contestazioni

Verso Anelli e Gentile, invece, le contestazioni riguardano lo scontro avvenuto in campo prima della sfida con il Sudtirol, quando altri compagni di squadra lamentarono aggressioni fisiche e gravi minacce.

Dopo i fatti di novembre, denunciati pubblicamente dallo stesso Erba, era stato diffuso un audio in cui il patron invitava con toni coloriti a «sbranare e uccidere gli avversari», oltre ad alcune testimonianze relative a partite di campionato finite in rissa, o comunque con delle fasi post gara a dir poco roventi.

Solo esagerazioni

“Solo esagerazioni”: si era difeso a Erba a dicembre, quando il suo messaggio vocale era venuto a galla. In alcune conversazioni via chat, tuttavia, spuntano altre esternazioni discutibili, frasi del tipo:“Se non si vince, picchiamo lo spogliatoio. Solo le botte capiscono” riferendosi ai suoi giocatori. E ancora: “Contro il Renate prendo la mazza, giuro. Mariani (l’allenatore, ndr) deve morire».

Ma per quanto riguarda Erba, tra le carte che lo metterebbero in discussione, ci sarebbe anche una mail, in cui l’imprenditore di successo – editore, davanti ai conti che lo preoccupano, inviterebbe addirittura … “a far retrocedere la squadra”. Materiale al vaglio della procura, che valuterà eventuali reati, mentre i diretti interessati, tutti, direttamente e indirettamente, hanno smentito ogni addebito.

Lo strano caso del Seregno (ma ora da quelle parti della Brianza si respira un’aria diversa), ammesso esista sul serio va chiarito al più presto e il football italico va ridimensionato e riformato.

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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