Erik Zattoni, della provincia di Ferrara, racconta una storia da togliere il fiato: «Ho 40 anni e sono figlio del prete pedofilo Pietro Tosi. Mia madre fu abusata nel 1981»
Dopo i numerosi scandali per pedofilia che hanno colpito la Chiesta, l’ultimo dei quali in Germania ha portato ad una lettera di scuse del papa emerito Joseph Ratzinger, nasce il Coordinamento delle associazioni contro gli abusi nella Chiesa cattolica in Italia, #ItalyChurchToo.
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La rivelazione di Erik Zattoni
Nel corso della presentazione del Coordinamento, le vittime hanno deciso di parlare apertamente. Una di loro, in videocollegamento via Zoom, si chiama Erik Zattoni, della provincia di Ferrara. E racconta una storia da togliere il fiato: «Ho 40 anni e sono figlio del prete pedofilo Pietro Tosi. Mia madre fu abusata nel 1981».
La testimonianza, riportata sul Messaggero, dipinge una Chiesa feroce e senza alcuno scrupolo, agli antipodi dai valori che dovrebbe rappresentare. Dice infatti Erik: «Mi è stato detto dalla mia famiglia che naturalmente cercarono di denunciare l’episodio al vescovo dell’epoca, monsignor Franceschi, il quale suggerì subito di non dire nulla a nessuno. Allora mia madre e suo fratello andarono da un avvocato per fare causa al prete ma la risposta della diocesi fu una minaccia».
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Una minaccia molto concreta: «All’epoca vivevano in una casa di proprietà della curia. La minaccia era lo sfratto, cosa che poi avvenne. Buttarono fuori casa mia mamma e anche me». La famiglia si rivolse al tribunale decenni più tardi, nel 2010, quando cominciarono ad emergere storie analoghe, soprattutto negli Usa, con inchieste, soprattutto a Boston, indagini giornalistiche e denunce, che avrebbero poi portato al film “Il caso Spotlight”.
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Ma il reato italiano era ormai prescritto. Solo che il racconto di Erik non finisce qui: «Mi sono sottoposto all’esame del dna, lo stesso dovette fare il prete al quale seguì la sua confessione. Nonostante questo ha continuato a fare il prete, non è mai stato sospeso da nessun vescovo, anche se tutti ovviamente sapevano. Solo dopo altre insistenze da parte mia, quando ero già adulto e potevo difendermi, venne allontanato.
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Nel frattempo sono passati tre Papi, cinque vescovi di Ferrara, diversi cardinali alla Congregazione della Fede, compreso Ratzinger che ovviamente sapeva benissimo ciò che era accaduto a Ferrara. Nessuno ha mai fatto nulla per sanare questo crimine. Sono stato cresciuto dalla mia mamma, una madre bravissima nella quale leggo ancora il trauma, la condizione di vittima, di persona abbandonata a se stessa. Era solo una ragazzina».
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Erik fece anche un appello pubblico a Papa Francesco. Non servì a nulla. Perché Don Pietro Tosi è morto nel sonno in una casa di riposo nel 2014 nei pressi di Copparo, Ferrara. Ed è morto da prete: non solo non ha mai pagato per il suo crimine, ma la chiesa non lo ha mai ridotto allo stato laicale.
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