I bonus di Stato, la risposta economica “creativa” dell’Italia alla pandemia. O forse una presa in giro per gli italiani
Da due anni vi scriviamo di non fidarvi dei bonus di Stato. Non so se ricordate come sia iniziata. Mentre in tutto il mondo occidentale ai lockdown seguivano immediati indennizzi (tot incassi mancati, tot soldi), da noi entrava in funzione l’economia “creativa”: bonus monopattini, bonus energetici, bonus facciate, bonus televisore, cashback e compagnia cantando.
Cosa c’entrassero con i danni da chiusure forzate non lo capivramo e non lo capiamo tuttora, perché è come andare dal dottore con il mal di stomaco e uscirne con una ricetta per acquistare a prezzo scontato un paio di scarpe.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: le aziende, ristorate con elemosine, sono al collasso e l’Italia è l’unico Paese dell’Europa occidentale ad aver chiesto prestiti all’Ue, peraltro in forma mostruosa. Qualcosa come 122,6 miliardi di euro, quasi dieci volte di più del secondo in classifica, la Romania, che ne ha chiesti 15.
Ora però emerge qualcosa di più sul più grande dei bonus: il Superbonus del 110% avrebbe infatti generato 4,8 miliardi di truffe grazie alla mano libera della cessione del credito. Roba da far impallidire le immani frodi sulle mascherine tarocche e i milioni buttati nei banchi a rotelle (finiti in discarica).
Il Corriere della Sera racconta di un tossicodipendente diventato procacciatore d’affari che ha tentato di cedere più di 400 mila euro di crediti fittizi; di un’organizzazione di Rimini in grado di falsificare 300 milioni di bonus con false società che fingevano di fare i lavori e passavano solo all’incasso; di finti consorzi che circuivano le persone per cento milioni di euro.
Anche se la notizia vera, per la gente comune, è nascosta in due righe centrali dell’articolo: “Oltre al danno per i truffati c’è stata la beffa: i clienti del consorzio hanno dovuto sanare la propria posizione per non apparire come soggetti che avevano hanno già fruito dei bonus”.
Sanare significa pagare. E questo solo perché c’è stata un’indagine prima. Come vi avevamo infatti scritto mesi fa, se i conti non tornano, lo Stato avrà sempre con chi prendersela: voi e le vostre case. Perché il livello è questo qui.
Il premier Mario Draghi sostiene che la colpa dell’incredibile serie di raggiri sia in una legge scritta male e che non ha previsto controlli. Il M5S, che quel superbonus lo ha fortemente voluto, ha replicato pubblicando la tabella dell’Agenzia delle Entrate che elenca le frodi riscontrate sui bonus: bonus facciate 46%, ecobonus 34%, bonus locazioni/botteghe 9%, Sisma bonus 8%, Superbonus 3%.
Insomma pare sia proprio il bonus a causare truffe. E infatti noi continuiamo a pensare che la vera frode verso il cittadino sia tutta politica e stia nel fatto che ad un paziente con il mal di stomaco il medico abbia prescritto un buono per un paio di scarpe scontate.
D’altra parte questo è il Paese della retorica dell’armiamoci e partite. Ricordate l’eco patriottica sui medici eroi? Erano eroi fino a quando sono serviti alla ragion di Stato. Ma quando si è trattato di indennizzare i 369 camici bianchi uccisi dal Covid l’emendamento in Senato è saltato. Ma nessuno si vergogna. E il problema vero è che se nessuno si vergogna è perché l’inchiostro dei giornali serve ormai solo per lustrare le scarpe del “governo dei migliori”, così come amano definirlo.
Oggi è infatti il momento di titolare sulle grandi riaperture nel Paese e bisogna concentrarsi su questo. Mentre in tutto l’occidente va sparendo o è già sparito ogni genere di restrizioni, da noi è entrato in vigore l’obbligo vaccinale per gli over 50 per lavorare. Ma si tace per applaudire l’agognato ritorno delle discoteche.
Come no: la capienza è al 50% al chiuso, si può entrare solo se muniti di super green pass e va indossata la mascherina, ma non quando si balla… lì andrà mantenuto un distanziamento di un metro. Morale, si stima che riapriranno tre sale su dieci, perché appare evidente a chiunque, tranne a giornali e tv, che si tratti di una presa in giro.
Però non basta. Ci capita sotto gli occhi un titolo sul ministro della Salute Roberto Speranza, cui viene attribuita la seguente frase: “L’Italia ha retto grazie ai vaccini: il 91% degli over 12 ha almeno una dose”. Ma come sarebbe che l’Italia ha retto grazie ai vaccini? L’Italia è seconda in Europa per mortalità dopo il Belgio “nonostante” il 91% dei vaccinati, con 2054 decessi per milione di abitanti. Contiamo oltre 150 mila morti, 30 mila in più della Germania che ha 24 milioni di abitanti più di noi e appena il 74% dei vaccinati.
Come si fa a dire che l’Italia ha retto? Ci tocca così leggere, ancora, che secondo l’Iss il nostro Paese ha più morti di Covid perché è stato più “scrupoloso” nel registrarli. Nientemeno. Avevamo escluso che i tedeschi fossero dei dilettanti in materia sanitaria. Ma tant’è.
Il ministro Speranza ha potuto dunque dire a Mezz’ora in più su Rai 3, senza tema di smentita: «I tanti casi di Omicron non si sono trasformati in ospedalizzazioni grazie alla campagna vaccinale». Peccato che Angelique Coetzee, il medico sudafricano che ha scoperto Omicron, abbia confessato al Daily Telegraph di aver subito forti pressioni dai Paesi europei: «Mi è stato chiesto di non dichiarare pubblicamente che si trattava di una malattia lieve. E di dire che eravamo di fronte ad una malattia grave. Ho rifiutato».
(Anticipazione dal Momento di Cronaca Vera in edicola martedì 22 febbraio)