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Così sono finite le folli notti di Don Euro

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Si conclude con una condanna a sette anni e mezzo l’ex parroco Luca Morini, più noto come Don Euro, per estorsione nei confronti del suo vescovo e per sostituzione di persona. Tutto era partito dalla denuncia di un escort, che aveva raccontato le notti a base di festini del prelato. Gli è stata riconosciuta la seminfermità mentale

 

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MASSA – Lo chiamavano Don Euro quel prete bonaccione di Pontasserchio, in provincia di Pisa, per la facilita con cui chiedeva sempre denaro ai suoi fedeli. I quali ignoravano ovviamente che il denaro servisse per i suoi festini a base di sesso a pagamento. All’anagrafe Don Euro è invece Luca Morini e con questo nome è stato condannato a sette anni e mezzo per estorsione ai danni del suo vescovo e per sostituzione di persona.

Assolto invece dall’accusa di estorsione a una suora, un altro caso di sostituzione di persona e dalle accuse di autoriciclaggio e cessione di droga. Ridotto allo stato laicale da quando scoppiò lo scandalo, l’accusa aveva chiesto per lui otto anni e mezzo. Ma gli è stata riconosciuta la seminfermità mentale.

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Don Euro

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LE FOLLI NOTTI DI DON EURO

Tutto era partito con le rivelazioni di Francesco Mangiacapra, l’escort di lusso napoletano autore di “Il Numero Uno- confessioni di un marchettaro” (Iacobelli editore), che peraltro nel suo libro molto si dilungava su orge e rapporti sessuali con parroci di diverse parti d’Italia. Fu lui, anni orsono, a raccogliere come un vero investigatore, le ricevute degli alberghi, quelle di spese costose, foto e filmati di Don Euro. A registrare telefonate e raccogliere video dove il parroco sniffava la coca.

E a parlarne alla Curia, sdegnato che una persona del genere potesse dire messa e donare il corpo di Cristo. Fu lui, successivamente, vedendo che le cose non cambiavano, a rivolgersi ai giornali.

A noi di Cronaca Vera, Francesco raccontò di come avesse conosciuto l’ex prelato: «L’ho incontrato diverse volte negli ultimi 5 o 6 anni. Inizialmente si spacciava per giudice promettendo grandi occasioni lavorative nel pubblico impiego a ragazzi evidentemente più ingenui di me. Non si può scherzare su un argomento tanto delicato come il lavoro, soprattutto al sud, soprattutto in questo periodo di crisi per molti. Lo avevo invitato a non sottovalutare la mia intelligenza, ma lui aveva deciso di sfidarla, dandomi il disturbo di costringermi ad arrivare a doverlo denunciare. Non si può sempre essere omertosi! Per questo le denunce sia alla Chiesa che ai giornali le ho inviate firmate a mio nome, non con l’intento di farmi pubblicità ma per mera coerenza, che è quella che da sempre mi contraddistingue, soprattutto perché convivo con l’idea di non dovermi nascondere né vergognare di nulla, perché ciascuno è libero di fare le scelte più congrue alle proprie aspettative».

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Clicca sulla foto e vai al libro di Francesco Mangiacapra

 

Il dossier su Don Euro

E aggiunse: «Alla Curia ho fornito un dossier circostanziato con le abitudini di vita del Morini. Mi creda se le dico che il primo messaggio di solidarietà l’ho ricevuto proprio da un prete, che mi ha scritto: “hai fatto bene, non siamo tutti uguali!”. Pensi che dopo lo scandalo, quando è venuto fuori il mio nome, sono stato contattato da alcune ex parrocchiane del prete che mi ringraziavano per aver fatto emergere tanto marcio! Qualcuna mi ha detto “grazie a te ho evitato di far evangelizzare mio figlio da lui”. Parlando con loro, è emerso che già prima dello scandalo la sua fama in paese non era propriamente positiva, tanto che era il soprannome di Don Euro, per le sue richieste continue di denaro ai fedeli, era precedente allo scandalo!»

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IL PROCESSO

La condanna è giunta proprio perché Don Euro si sarebbe finto un magistrato con i suoi amanti e per una presunta estorsione all’allora vescovo di Massa Carrara, monsignor Giovanni Santucci: «Mi chiedeva denaro dicendomi che aveva bisogno e io glielo davo. Non mi ha mai estorto denaro. – ha però commentato il monsignore – Quello che faceva con quei soldi era affar suo. Forse ha sbagliato, ma non mi ha mai ricattato, né imbrogliato. Sono addolorato per lui e prego ogni giorno per la sua anima. Questa vicenda gli ha rovinato la vita».

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Don Euro dovrà risarcire anche quattro parti civili, giovani con i quali avrebbe avuto relazioni, per complessivi 14 mila euro. La vicenda, una delle più scioccanti degli ultimi anni inerente un prelato, ha fatto parlare a lungo per la spavalderia dell’ex parroco, che non badava a spese e sfoderava spregiudicatamente le sue carte di credito.

Quattro anni fa il tribunale di Genova scoprì e gli confiscò polizze assicurative, un conto corrente e persino diamanti per 1 milione di euro. I suoi ex parrocchiani, tuttavia, non lo hanno mai denunciato.

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