Intanto Chapeau, complimenti al portiere grigiorosso (scuola e proprietà Atalanta) Marco Carnesecchi, al difensore Okoli (Atalanta) e al centrocampista Nicolò Fagioli (proprietà Juventus, nella foto dello scorso anno è in compagnia dell’ex bianconero Cr7), freschi di convocazione, per uno stage ad hoc, nella nazionale azzurra maggiore del commissario tecnico Roberto Mancini. Tra le altre cose, i tre gioielli della Cremo, a quanto pare sono nel mirino di tante squadre italiane e straniere.
Nel frattempo, la serie B è ferma proprio per lo stage degli azzurri, ma il calciomercato tiene banco. E… dopo la vittoria casalinga con la Cremonese, in casa Lecce tiene sempre banco l’argomento Cremona. Nel corso della conferenza stampa per presentare il nuovo arrivato giallorosso Raul Asencio, il Deus Ex Machina dei salentini (è un grandissimo calciofilo) Pantaleo Corvino ha (infatti) parlato degli orientamenti di mercato della sua società, parlando pure, non senza lanciare una velata provocazione, del sodalizio grigiorosso di Cremona. A seguire, dal sito PianetaLecce, quanto rilasciato da Corvino, autentico fuoriclasse (incompreso a Firenze ove ha fatto le fortune della Fiorentina) dei direttori sportivi italici:
«Da due anni e mezzo a questa parte stiamo facendo grandi sforzi durante le sessioni di mercato, soprattutto in un momento in cui il calcio toglie al posto di dare. Gli equilibri economici della Serie B si sono alterati, per noi spendere tanto non è facile e bisogna dare più qualità alle idee che al portafoglio. La Cremonese è una squadra che punta alla promozione visti i grandi sforzi che sta facendo, seppur diversi dai nostri. Fare squadre di B per vincere con i prestiti degli altri sarebbe la cosa più facile per me, soprattutto andando a bussare con le mie conoscenze, raccolte in tanti anni di lavoro. Ieri la Cremonese aveva Zanimacchia e Fagioli dalla Juve, Gaetano dal Napoli e Vido, Carnesecchi, Okoli e Valzania dall’Atalanta. La nostra è una politica diversa».
Così parlò quella vecchia volpe di Corvino e … per carità, trattasi di punti di vista, ma il direttore generale della Cremo Ariedo Braida, altro cavallo di razza del football italico, sa il fatto suo e … il suo avvento a Cremona, sì ha tanto giovato al club caro al Cavalier Giovanni Arvedi. E se due giovani, via Cremonese, sono approdati in maglia azzurra, tutto sbagliato, il lavoro di Braida non è, no?
Stefano Mauri