Il cadavere di Liliana Resinovich è stato trovato con due sacchetti di plastica trasparente in testa, chiuso in due sacchi di quelli di uso condominiale. La donna non presenta segni di violenza e il decesso sarebbe avvenuto per scompenso cardiaco acuto. E allora cosa le è successo? Ecco la ricostruzione del giallo
TRIESTE – Questa storia è davvero un rompicapo. Liliana Resinovich, 63 anni, era misteriosamente scomparsa nel nulla il 14 dicembre dopo aver telefonato ad un amico dal quale si doveva recare per svolgere alcuni lavori domestici. A casa sono rimasti i suoi due telefoni, la borsa e i documenti.
E il suo cadavere è stato rinvenuto in una zona boschiva nei pressi dell’ex Ospedale psichiatrico di San Giovanni il 5 gennaio, con due sacchetti di plastica trasparente in testa, chiuso in due sacchi di quelli di uso condominiale. Niente di più ovvio che un atroce delitto. Invece no.
La donna è morta per «scompenso cardiaco acuto» e non presenta segni di violenza, né «traumi da mano altrui atti a giustificare il decesso» come precisa una nota del Procuratore Antonio De Nicolo. Tanto che gli inquirenti non indagano per omicidio, ma per sequestro di persona a carico di ignoti. E allora cosa diavolo è successo? Per quanto ipotesi remota, non è stato escluso il suicidio.
Anzi, la Procura aggiunge: «Non ci sono motivi per ritenere che il decesso sia avvenuto a causa di condotte altrui rispetto a quella del decesso avvenuto per mano propria». Ma anche se fosse, poi cosa le sarebbe successo? Com’è finita dentro due sacchi dell’immondizia e con altri due avvolti sulla testa? Forse, per avere le idee più chiare bisognerà attendere una ventina di giorni, quando sarà consegnato anche l’esame tossicologico. Certo, è veramente uno strano giallo.
LA SCOMPARSA DI LILIANA RESINOVICH
Il marito Sebastiano Visintin ne ha riconsciuto il corpo dalle foto del cadavere: «Avrei voluto farle una carezza – ha detto – ma avevo solo le foto. Ho riconosciuto Lilly, il suo orologio rosa che le avevo regalato, anche il suo giubbotto. Non ho visto traumi, l’ho trovata senza espressione. La polizia mi ha chiesto che farmaci usava. Ma non ne prendeva, solo io per il cuore. Devo capire cosa è successo: se qualcuno ha fatto qualcosa o se lei ha ritenuto opportuno andarsene… Non escludo il suicidio. Nelle foto l’ho vista serena. Mi hanno solo chiesto se è lei: la cosa più brutta della mia vita. Non ho pace, il mio corpo si ribella, trema, non mi lascia riposare, ma devo dire “basta, non c’è più”».
L’ULTIMO GIORNO
Visintin, fotoreporter in pensione, ha nove anni più della moglie, si erano sposati nel 2005, ma stavano insieme da 32 anni. All’inizio aveva detto ai cronisti: «Abbiamo fatto colazione poi lei ha messo su una lavatrice. Io sono uscito di casa alle 7.45 e lei si è affacciata dalla finestra mandandomi un bacio come fa sempre».
E al Corriere della Sera ha precisato di essere andato «prima a consegnare i coltelli ai clienti. Li affilo io, ho un magazzino giù in città. Poi sono tornato e, senza passare da casa, sono andato a farmi un giro in bici sull’Altopiano. Ho girato anche dei video che ho consegnato alla Questura. Verso le due sono tornato a casa, ho mangiato qualcosina e ho riportato la bici in magazzino tornando su in macchina. Mi sono accorto dei cellulari, ho aspettato qualche ora e poi sono andato a segnalare la cosa in Questura. Io non so come andranno a finire le cose ma non l’ho uccisa io, sono innocente e Lilly mi manca moltissimo. Era molto sensibile…».
Di fatto la fruttivendola del quartiere disse di aver visto Liliana passare davanti al negozio «tra le 8.15 e le 8.30: indossava una giacca blu scuro e la mascherina. Camminava a testa bassa, andava verso piazzale Gioberti in cui ci sono i capolinea degli autobus». Alle 8,22 Liliana ha telefonato ad un amico di vecchia data, Claudio Sterpin, 82 anni, del cui rapporto d’amicizia Sebastiano sostiene tuttavia di non aver mai saputo nulla.
Gli avrebbe detto che sarebbe passata da lui alle 10, dopo essere andata in un negozio della Wind, dove però non è mai giunta. Anzi. Il fratello di Liliana ha ricordato di averle inviato un messaggio alle 9.20, ma lei non ha risposto. Cosa le è successo allora tra le 8,30 e le 10 del 14 dicembre?
UN ENIGMA
Sterpin ha affermato che Liliana volesse separarsi e ha negato di esserne l’amante: «Con tre interventi alla prostata che amante sarei?» Il marito nega malumori in famiglia. Prima dell’autopsia si era detto convinto che la moglie fosse stata uccisa.
Ma anche Sterpin sembrava avere idee chiare, parlando alla Rai: «Io mi aspetto la verità, ma tanto la verità è abbastanza lineare. Non si scappa. Qual è? Deve venire fuori, per filo e per segno, ciò che lei ha fatto nella giornata di martedì anziché fare quello che doveva, e cioè andare alla Tim come ha detto e venire a casa mia tra le 9:30 e le 10, cosa che non è successa, per cui io di più non posso sapere».
Invece, dopo innumerevoli illazioni e sospetti, di lineare non c’è nulla. Liliana è morta per uno scompenso cardiaco, ma l’hanno trovata avvolta in due sacchi. Sebastiano ha nominato un legale per assisterlo, Raffaele Barisani. Il mistero continua.