“Dybala? Non commento le reazioni dei giocatori, io esultavo. Ho visto una grande azione di Arthur, l’assist di Kean e il suo gol”. L’amministratore delegato della Juventus Maurizio Arrivabene ha dribblato così, nei giorni scorsi, nelle varie interviste televisive, la mancata esultanza dell’argentino e lo sguardo fisso rivolto alla tribuna dopo il gol all’Udinese lo scorso weekend. “Il rinnovo? Ho detto che ne avremmo parlato a febbraio – ha proseguito a ‘Coppa Italia Live’ su Mediaset il dirigente – Non c’è solo Dybala, ma anche Cuadrado, Perin, Bernardeschi che è un campione europeo e De Sciglio. È giusto parlare di tutti quanti, compreso Dybala”.
Piaccia o no, Arrivabene, l’uomo scelto da John Elkann per avviare il nuovo corso dirigenziale juventino improntato, sulla sostenibilità e sulla riduzione dei costi, fa bene il suo lavoro mettendoci passione, cuore e faccia. E il suo modo di fare, fuori dagli schemi, beh ha il suo perché.
Intanto il summit di ieri, a Londra, fra l’agente Federico Pastorello e l’Arsenal, nonostante la Juventus e mister Allegri non abbiano (ancora) dato il via libera, nonostante il minutaggio in aumento nelle ultime partite e nonostante fra i due club non ci sia ad oggi accordo sulla formula, ha ribadito la volontà del centrocampista di Arthurverso il trasferimento in Gran Bretagna. Intendiamoci, la Juve non è contraria a tale prospetto, ma alle sue condizioni e dopo aver individuato un sostituto all’altezza. Pure Ramsey ha le valigie in mano, lui e Arthur, al netto delle difficoltà potrebbero essere rimpiazzati da Zakaria (lo vogliono in tanti) e Rovella.
Dulcis in fundo, Beppe Marotta, Deus Ex machina nerazzurro e calciofilo coi fiocchi, ha parlato nel pre-partita di Inter-Empoli ai microfoni di Sport Mediaset di Dybala: “Quando un giocatore di quel valore si avvicina alla scadenza, è normale venga avvicinato ai top club. Queste suggestioni sono quindi ricorrenti. È giusto ricordare che noi abbiamo un reparto offensivo di grande valore, sono tutti professionisti che rispondono alle nostre esigenze. Il management deve essere ambizioso nell’andare alla ricerca di giocatori e alzare l’asticella, poi se non viene centrato l’obiettivo non importa, ma i tentativi vanno fatti”.Così parlò Marotta!
Stefano Mauri