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William Pezzullo e Giuseppe Morgante lasciati soli dallo Stato. E il web si mobilita

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Su GoFundMe, piattaforma online specializzata nel raccogliere fondi per giuste cause, è partita la campagna a favore di due vittime dell’acido: William Pezzullo e Giuseppe Morgante. Il legale di Giuseppe, Domenico Musicco, intanto dice: “Siamo in attesa che arrivi in aula la bozza di legge che abbiamo consegnato sull’istituzione di un vero Fondo per le vittime di reati violenti”

 

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Il servizio che Cronaca Vera dedica al caso di Giuseppe Morgante e William Pezzullo

 

LEGNANO – Due uomini vittime di altrettante donne. Mai risarciti. Dimenticati dallo Stato e dalla giustizia. Ma non dal popolo della Rete. Sulla nota piattaforma online GoFundMe è stata aperta una raccolta fondi a favore di Giuseppe Morgante e William Pezzullo, entrambi sfigurati con l’acido e costretti a pagarsi da soli le costose cure cui devono sottoporsi. L’obiettivo è raggiungere almeno 20mila euro da donare ai due giovani. Recita così il testo della campagna solidale: “Le storie di William e di Giuseppe in pochi le conoscono . Anzi, in pochissimi. Invece la loro storia di ingiustizia e di dolore andrebbe gridata e raccontata ovunque, anche nelle scuole. Entrambi, giovanissimi, sono stati aggrediti e sfigurati con l’acido lanciato da chi diceva di amarli. William aveva 25 anni, era il 2012. Giuseppe, invece, di anni ne aveva 30, era il 2019. Le autrici di questo massacro non hanno risarcito nemmeno un euro, sono nullatenenti. Lo stato, da parte sua, ancora nulla.

Così, tutte le cure, le spese mediche, gli interventi chirurgici sono a carico loro che non sono né ricchi né famosi. L’unica via che resta per aiutare questi ragazzi a sostenere i loro interventi sono le raccolte fondi, affidate al buon cuore e alla solidarietà degli italiani. Anche solo un euro, può essere di enorme aiuto per entrambi.” In pochi giorni sono stati raccolti quasi mille euro. La campagna è senza alcun dubbio meritoria e vogliamo darle il massimo risalto. Tuttavia ci pare davvero ingiusto che due vittime debbano sperare nel buon cuore degli italiani e non in una giustizia equa, capace di venire incontro a problematiche del genere. In uno Stato di diritto dovrebbero essere le istituzioni a muoversi per prime, non la Rete.

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Giuseppe Morgante e Sara Del Mastro

 

LA LETTERA

Il caso di Giuseppe Morgante ebbe ampia eco mediatica perché verificatosi dopo che il giovane aveva denunciato lo stalking di Sara Del Mastro a Le Iene. Lei non perdonò e lo aggredì con l’acido. La pena della donna, che non ha fatto appello, a 7 anni e 10 mesi di reclusione è oggi definitiva. Ma appunto, Giuseppe, come William, non ha visto un solo euro di risarcimento, risultando lei nullatenente. Dopo il suo caso, lo sfregio con l’acido divenne un reato specifico nel nuovo Codice Rosso. Ma di fatto, lo Stato, lo abbandonò al proprio destino. Il giovane scrisse su Il Giornale una lettera aperta, sorta di appello a tutte le forze politiche: «Per ristabilirmi sono costretto a ripetute operazioni e cure che faccio sempre più fatica a pagare, nonostante l’aiuto e l’affetto dei miei cari. Il mio difensore avvocato Domenico Musicco si batte perché alle vittime di delitti ad opera di persone non possidenti sia assicurato un risarcimento. A tale fine egli suggerisce la istituzione di un vero fondo di garanzia per le vittime di delitti sulla falsariga di quello per le vittime della strada». Prima di Natale Giuseppe – che ha prestato la voce alla campagna realizzata dal comune di Parabiago in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne – si è dovuto sottoporre ad un nuovo intervento chirurgico. E, ancora una volta, tutto a proprie spese. Con un altro sistema di indennizzi, tutto ciò sarebbe evitato. Ma ciò è possibile? La risposta è sì.

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L’avvocato Domenico Musicco

 

UN NUOVO FONDO

Dell’ipotesi di un nuovo fondo l’avvocato Musicco, presidente dell’associazione AVISL ONLUS, parlò infatti per la prima volta a Cronaca Vera nell’autunno del 2020. Oggi ci racconta: «La scorsa estate abbiamo presentato una bozza di legge ad autorevoli esponenti istituzionali. Con Giuseppe abbiamo infatti incontrato a Roma Matteo Salvini, il sottosegretario del Ministero del Lavoro Tiziana Nisini e il senatore Emanuele Pellegrini della Commissione Giustizia del Senato. Perché oggi un Fondo per le vittime di reati intenzionali violenti esiste ed è accorpato a quello per le vittime di usura e di mafia. Ma di fatto non funziona: non solo bisogna attendere la sentenza definitiva ed espletare ogni, costoso, tentativo di recuperare il credito. Ma successivamente si scopre che le cifre messe a disposizione sono infime: basti pensare che per un delitto sono previsti 50mila euro, molto meno che per un incidente stradale mortale. Non solo: ci sono casi in cui le casse risultano vuote. La nostra idea è che invece al Fondo si possa accedere dopo la richiesta di rinvio a giudizio con determinate aggravanti o in caso di archiviazione delle indagini perché l’autore del gesto criminale non è stato trovato. Il Fondo subentrerebbe alla vittima o ai suoi parenti nella richiesta di risarcimento. Trovare le coperture non è affatto difficile, se si considera che l’Italia ha uno dei tassi di omicidi più bassi d’Europa, lo 0,53 per 100mila persone. Si tratta poi di una battaglia di civiltà, dato che Fondi simili e funzionanti ci sono già, e da tempo, nel resto d’Europa. Il mio augurio è che questa nostra lotta abbia un appoggio trasversale, poiché le vittime e il dolore non hanno colori politici».

Il libro MANUALE DELL’INCIDENTE STRADALE dell’avvocato Domenico Musicco – GUARDA

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