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Anche sbarbato, Lele Adani, tuona contro la Juve: “Rosa non all’altezza? No è il mister che deve alzare il rendimento”

Intervistato dal Corriere della Sera, l'opinionista Rai non risparmia critiche a Max Allegri

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Il giornalista Mirko Graziano, ha intervistato nei giorni scorsi, per il Corriere della Sera, l’Adani nazionalpopolare, l’opinionista Rai che, calcisticamente parlando, beh non viaggia in amore e accordo col mister juventino Max Allegri. E inevitabilmente, l’ex difensore, ecco ha attaccato la Vecchia Signora Allegriana… Ecco uno stralcio del pesso pubblicato dal CorSera…

Da un paio di giorni Lele Adani è senza barba. Se l’è tagliata dopo dieci anni, periodo nel quale ha voluto «proteggere» la carezza che la mamma gli fece poco prima di lasciarlo. Il suo post via social ha commosso un po’ tutti. «Mi manca molto – racconta – ma la sento dentro come forza in più, mi trasferisce dolcezza e fermezza. Mi spinge a cercare la giustizia in ogni cosa che faccio»

Largo ora a pensieri calcistici: «Se l’Inter è quella degli ultimi due mesi, non ha antagoniste. Ma ho grande rispetto per l’Atalanta, che ha dimostrato di produrre tantissimo anche nelle giornate in cui ha perso punti. Per attitudine, la squadra di Gasperini è pericolosa, sempre. E poi devo dire che anche il calcio del Napoli lo tengo lì, ben monitorato.

La Juventus? Ero stato il primo a sperare in un miglioramento generale, in un adeguamento, in una inversione di tendenza nel calcio del suo allenatore. Negli ultimi due anni abbiamo visto tante realtà migliorare, penso a Milan (il gran lavoro di Pioli è sotto gli occhi di tutti), Inter, la stessa Atalanta. E anche la Juve ci aveva provato con Sarri e Pirlo, salvo poi tornare indietro. Una volta ripreso Allegri, ci doveva essere un accordo sull’idea, sulla visione, sul progetto, e invece è tutto molto fermo.Non lo dico in base solo ai risultati, il problema è vedere 4-5 partite di fila con la squadra sicura, equilibrata e predisposta ad andare a vincere con pressione e ricerca del dominio, con un indice di pericolosità costante. Invece, ripeto, sembra tutto molto statico, non dico casuale, ma fermo e privo di entusiasmo sì. Potrebbero, i bianconeri, anche tornare in corsa per i posti nobili della classifica, non lo escludo. Ma io mi aspettavo che la squadra trovasse già, all’interno delle diverse proposte che il calcio moderno suggerisce e mostra, una identità chiara, invece mi sembra che non ci sia innalzamento del ritmo, tentativo di dominare e condurre il gioco. Oggi manca insomma una proposta degna di una squadra di vertice. Mi sembra tutto molto prevedibile, si procede a strappi. La Juve segna meno gol di Empoli, Verona e Sassuolo.

Rosa non all’altezza? Assolutamente no, il valore non è in discussione, bisogna analizzare i motivi di un rendimento non all’altezza dei singoli. È l’allenatore che deve innalzare questo rendimento. Penso per esempio a ciò che Spalletti ha fatto con Anguissa. La Juve porta 17 giocatori nelle varie nazionali: su valore e rendimento c’è qualcosa che non quadra nella rosa dei bianconeri e deve far ragionare. Non può Anguissa avere un rendimento più alto di Arthur, Bentancur o Rabiot.»

 

«È un torneo competitivo, attrattivo. A parte le ultime tre, è difficile battere chiunque. Tante squadre hanno un’identità ben precisa. Mi piace l’Empoli: produce il calcio migliore rispetto al potenziale a disposizione; Andreazzoli è da consultare e prendere come esempio. Speculare non serve più, non basta più, non paga più».

Così al Corriere della Sera, parlò l’Adani sbarbato…

Stefano Mauri

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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