Dario Mione e Giulia Russo analizzano il rapporto tra il grande schermo e il gioco più popolare al mondo in “Ciak Mate”, un libro imperdibile per gli appassionati di scacchi
Cinema e scacchi, un binomio lungo oltre cent’anni. Il gioco più popolare al mondo e la forma d’arte creata dai fratelli Lumiere si sono più volte incrociati, in film celebri e altri meno, da protagonisti in capolavori del grande schermo (basti pensare a “Il settimo sigillo” e “2001: Odissea nello spazio”), da comprimari in piccole scene di “scarico”, qualche volta solo in fuggevoli riprese di interni signorili.
Dario Mione, giornalista ben noto nell’ambiente scacchistico come redattore di “Torre & Cavallo: scacco!”, e sua moglie Giulia Russo, laureata in materie cinematografiche, hanno raccontato nel libro Ciak Mate. Un secolo di scacchi al cinema, da pochi giorni uscito nelle librerie, edito da Messaggerie Scacchistiche, cento pellicole in cui gli scacchi sono presenti.
E oltre a dare un inquadramento critico dei film, si sono dedicati anche ad analizzare le “posizioni” che venivano proposte nelle scene del film, cercando di scoprire da dove erano tratte, se appartenevano a partite celebri o meno, se erano magari addirittura irregolari o illegali.
Perché, come scrive nella prefazione Paolo Fiorelli, critico cinematografico di “Sorrisi e canzoni Tv” oltre che appassionato di scacchi: “Il mondo non lo sa e, vedendoci seduti a un tavolino, non lo sospetterebbe mai. Ma noi giochiamo a scacchi per provare emozioni forti. E per lo stesso motivo guardiamo i film”