Nel maggio 2017 l’avvocato Domenico Musicco presentò a Montecitorio una proposta di legge per rendere obbligatorio il braccialetto elettronico nel caso di stalking e violenze domestiche. Ma il codice rosso lo ha reso facoltativo: “Si sarebbe evitata la tragedia”
Matias, un bimbo di 10 anni, è stato ucciso con una coltellata dal padre, il 44enne polacco Mirko Tonkov, a Vetralla. Un mese fa il tribunale di Viterbo aveva disposto per lui il divieto di avvicinamento per violenze in famiglia, divieto che non è però servito ad evitare la tragedia: l’uomo ha lasciato il centro Covid in cui era ricoverato e ha ucciso il figlio.
L’avvocato Domenico Musicco, presidente di AVISL ONLUS e legale di molte vittime di reati violenti, commenta: «Ciò che fa più rabbia della vicenda è che si tratta di una tragedia che si sarebbe potuta facilmente evitare se soltanto si fosse dato seguito alla nostra proposta di legge presentata a Montecitorio il 24 maggio 2017, insieme alla deputata Valentina Vezzali. Essa prevedeva infatti l’obbligo del braccialetto elettronico per chiunque fosse stato denunciato per stalking o violenze domestiche, strumento che avrebbe reso impossibile l’avvicinamento al piccolo Matias da parte del padre. Il codice rosso introdotto successivamente ha invece reso facoltativo il braccialetto, rimettendolo alla discrezionalità del giudice. Oggi ci troviamo così a fare i conti con la morte orribile di un bimbo di appena dieci anni e a dover constatare che il codice rosso, per come è stato strutturato, serve purtroppo a ben poco. Mi auguro che si voglia ripensare a quella proposta di legge che giace alla Camera da ormai quattro anni e mezzo. Noi, come Avisl Onlus, ci rendiamo disponibili ad approfondire ulteriormente l’argomento e a sensibilizzare l’opinione pubblica su un’emergenza quanto mai attuale».