Uno studio in preprint con Lancet dell’Università svedese di Umea su un campione di quasi 850mila casi, svela l’inefficacia dei vaccini a distanza di alcuni mesi dalla seconda dose: ecco cosa succede per Astrazeneca, Pfizer, Moderna e per l’eterologa
Un nuovo studio in preprint con Lancet mette in luce la perdita di efficacia dei vaccini utilizzati. Qui il documento – GUARDA
Il campione è molto vasto, quasi 850mila casi di persone che hanno utilizzato vari tipi di vaccini: BNT162b2, ovvero Pfizer, ChAdOx1 ossia Astrazeneca, e mRNA-1273, ovvero Moderna. È stata presa in considerazione anche la vaccinazione eterologa, ossia chi ha usato vaccini diversi.
I risultati non sono entusiasmanti e raccontano una perdita di efficacia molto forte già dai quattro mesi, dimezzata per Pfizer e addirittura annullata per Astrazeneca. Dal giorno 211 dalla seconda dose Pfizer non copre più. Dai risultati della relazione:
PFIZER
L’efficacia del vaccino di BNT162b2 contro l’infezione è diminuita progressivamente dal 92% (95% CI, 92-93, P<0.001) al giorno 15-30 al 47% (95% CI, 39-55, P<0.001 ) al giorno 121-180 e dal giorno 211 in poi non è stata rilevata alcuna efficacia (23%; 95% CI, -2-41, P=0,07).
MODERNA
L’efficacia è diminuita leggermente più lentamente per mRNA-1273, stimata al 59% (95% CI, 18-79) dal giorno 181 in poi.
ASTRAZENECA
Al contrario, l’efficacia di ChAdOx1 nCoV-19 era generalmente inferiore e diminuiva più rapidamente, senza alcuna efficacia rilevata dal giorno 121 in poi (-19%, 95% CI, -97-28).
ETEROLOGA PER ASTRAZENECA
Mentre l’efficacia di ChAdOx1 nCoV-19 / mRNA eterologo è stata mantenuta da 121 giorni in poi (66%; 95% CI, 41-80).
Nel complesso, l’efficacia del vaccino era inferiore e diminuiva più rapidamente tra gli uomini e gli anziani. Per l’esito grave di Covid-19, l’efficacia è scesa dall’89% (95% CI, 82-93).
Manuel Montero