Per iniziare una premessa necessaria: questo articolo puzza di muffa lontano un miglio.
E’ un dato di fatto, ne prendiamo atto e tiriamo dritto scatenando una disputa tra nuove e vecchie generazioni.
Chi sbaglia?
Esaminiamo i fatti e consideriamoli per come appaiono attraverso un rapido test.
Proviamo a raggiungere un ragazzo di vent’anni, stasera stessa, chiedendogli a bruciapelo “Hai mai sentito nominare Jerry Calà?”. Per noi, dai quarant’anni in su, la risposta sarebbe ovvia.
Proviamo poi a chiedergli, tanto per accertare i fatti, se sa chi è Francesco Guccini, se conosce almeno il titolo di una sua canzone e se sa, almeno a grandi linee, quale sia il suo aspetto fisico.
Nella stragrande maggioranza dei casi, temo, rimarremo delusi.
Mai sentito.
Eppure…
Eppure noi ruderi, se un rompicoglioni fosse venuto a disturbarci in piazza trent’anni fa chiedendoci “Hai mai sentito nominare Mastroianni?”, cosa avremmo risposto?
Non voglio dire che le nuove generazioni siano profondamente ancorate al presente e quasi del tutto ignare di qualsiasi cosa avvenuta fino ad un attimo prima della loro nascita.
Voglio dire soltanto che, complice probabilmente l’avvento dei cellulari, dei social e di tutto ciò che ha reso il mondo così frenetico da dover essere vissuto domani (non oggi né, tantomeno, ieri), i ragazzi rischiano di perdersi qualcosa d’irripetibile.
Noi vecchi sappiamo riconoscere Buscaglione, Gassman, Fabrizi e forse persino i Marx.
I giovani a malapena ricordano il singolo d’esordio di Sfera Ebbasta.
Siamo sbagliati noi? Abbiamo perso tempo a rivangare il passato senza avere il coraggio e i mezzi per apprezzare il presente e, quindi, di predisporci al futuro?
E’ possibile.
Ma parliamo di musica.
Mick Jagger ha 78 anni, McCartney 79. Avanti negli anni: Steven Tyler degli Aerosmith ha 73 anni, Axl Rose 60. Sting 70, Bono Vox 61.
Ci saranno anche dei trentenni, oggi, destinati ad entrare nella storia della musica. Possiamo anche contarli e impiegheremmo davvero molto, molto poco.
Cos’è successo?
La politica di Spotify: i ragazzi ascoltano una canzone per un minuto e saltano a quella seguente. Il tempo è prezioso, ora. E’ per questo che tutte le nuove canzoni per ragazzi hanno una durata che va dal minuto e mezzo ai tre minuti.
Stiamo andando così avanti da tornare agli anni cinquanta quando i pezzi di Elvis duravano altrettanto.
Elvis, ribadisco.
Echoes dei Pink Floyd dura 23 minuti. Ciao ciao, Pink Floyd.
Zucchero ha dichiarato di essersi “rotto le palle” di fare dischi perché ormai non c’è più attenzione nell’ascoltarli. Ciao ciao, Zucchero.
I ragazzi hanno il tempo che stringe e quindi, dopo aver sentito il minuto quotidiano di canzone in streaming, si tuffano su Tik Tok a ballare, a fingersi star del web, a studiare il veganesimo, ad inventare nuovi vocaboli e a rompersi il cazzo in quarantena.
E in mezzo a tutta questa frenetica noia, se dovessimo chiedere loro se hanno mai sentito nominare Enrico Montesano, merda, ora lo saprebbero.
Alex Rebatto